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 2014  settembre 05 Venerdì calendario

«LA TERRA È PIATTA»


Povero Galileo. Sapessero lui e la combriccola degli scienziati moderni di essersi battuti invano, rimettendoci chi la vista, chi la vita, tornerebbero indietro e alla propria volontà di progredire direbbero di star quieta. Cosa potrai mai valere una battaglia contro la cultura dei tempi loro, cattolica e dogmatica, se poi nel 2014 qualcuno ancora se ne andrà in giro sostenendo che la Terra sia piatta e le teorie nutrite col sangue vuoti sofismi? Ma questa domanda che mai nessuno si è posto è destinata a rimaner sospesa, sollevando altresì questioni e dubbi dall’aria ermetica. Perché mai, per esempio, oggi dovrebbe esistere un’associazione chiamata «Flat Earth Society» e ricettiva di quella che ci hanno insegnato essere cattiva conoscenza? Che domanda, per diffondere le idee di Samuel Birley Rowbotham.
Un supposto inventore inglese che nella prima metà dell’Ottocento si diede la pena di pubblicare un opuscoletto per spiegare alle masse ignoranti come davvero funziona il mondo che, innanzitutto, non è una sfera e nemmeno un’ellissi. È un disco piano. Un bel disco piano con al centro il Polo Nord (che Dio solo sa perché continui a chiamarsi «Polo Nord»), protetto al Sud da un enorme muro di ghiaccio capace di trattenere le acque di modo che non sgocciolino nel nulla e in alto da una miriade di stelle e pianetucoli posti solo qualche manciata di chilometri più in là degli alberi.
Eresie, diranno i più. Ma questa Flat Earth Society, nata in Inghilterra dalle macerie della Universal Zetetic Society di Rowbotham e migrata poi in California, ha un successo non da poco e, grazie alle sue teorie di dubbia veridicità, conta adepti in tutto il mondo. Ne conta così tanti che Vice.com si è premurato di intervistarne uno, chiedendogli con garbo come lui e la sua associazione possano negare l’evidenza del dato scientifico. «Lo possiamo fare», ha risposto lui cauto e anonimo, «perché Rowbotham ci ha insegnato che l’osservazione sensoriale prevale sulle teorie scientifiche». In poche parole, gli occhi inesperti di qualsiasi uomo cancellano numeri, dati, fotografie. Persino quelle dello sbarco sulla Luna, definite dalla Flat Earth Society (in buona compagnia) una finzione al pari di quelle cinematografiche. Ma non solo, la percezione sensoriale ci permette di determinare con (almeno presunta) sicurezza la posizione del Sole, della Luna e di qualsivoglia altra massa fluttuante. «Il Sole», prosegue convinto il seguace di Rowbotham, «è un riflettore intermittente (si spegne al tramonto) collocato a 2500 miglia dal suolo terrestre». Quattromila chilometri. Praticamente la distanza che c’è tra Oslo e Casablanca. Il dubbio però che, a questa vicinanza, il Sole possa bruciarci come polli sullo spiedo non sfiora neanche per sbaglio la mente del signore che anzi, forte dei suoi calcoli, continua ad elargire lezioni gratuite. Se non ci bruciamo, spiega, è perché il Sole è piccolo piccolo. Una nocciolina grossa sì e no come la Luna. Il suo diametro, infatti, non misura che 32 miglia, poco più di 51 chilometri. Se accettiamo di disturbarci per un momento, alzare il mento e puntare lo sguardo verso il Sole, ci accorgiamo che questo è sempre ben visibile tra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno, quindi tra due posti situati a 3 miglia di distanza l’uno dall’altro. Se il Sole avesse un diametro di 865mila miglia (come sostengono gli astronomi) non potrebbe essere visibile in una tratta così breve. Dunque deve avere un diametro di 32 miglia. Il che, in soldoni, significa che uno di quei bei taxi gialli di New York, abituato a traghettare quotidianamente gente tra il Bronx e Staten Island (31 miglia di distanza), potrebbe percorrerlo in lungo e in largo in un’ora e poco più traffico permettendo.
Ma si sa, alla Flat Earth Society i numeri non piacciono. Specie se si tratta di quelli di «Crack!», il gioco da tavolo in cui vince chi per primo conquista la bancarotta ha omaggiato l’associazione inserendola tra le spese inutili che i concorrenti possono sostenere. Anche se, in quanto numeriche, sarebbero prive di valore pure quelle.