Maria Latella, Il Messaggero 5/9/2014, 5 settembre 2014
«GLI ABITI CONSOLANO LE DONNE»
[Intervista a Ermanno Scervino]–
Firenze sarà per una sera quel che il suo sindaco Dario Nardella vorrebbe fosse forever: la città europea dove lo star system converge per un evento e per il piacere di ritrovarsi insieme in un luogo simbolico per bellezza e cultura.
La buona causa è la Celebrity Fight Night, uno degli appuntamenti di charity più noti e qualificati di un sistema (la beneficenza globale) che in altri casi oscilla tra buone intenzioni e truffaldini velleitarismi. La Celebrity Fight Night, nata venti anni fa intorno alla Fondazione creata da Muhammad Ali per combattere il Parkinson, si svolge per la prima volta all’estero. In Toscana, per volontà di Andrea Bocelli e contributo dei fiorentini del made in Italy, da Ferragamo a Frescobaldi, da Roberto Cavalli a Emilio Pucci. Anche lo stilista Ermanno Scervino è tra coloro che sostengono l’evento. Con lui si comincia a parlare della Celebrity Fight Night e poi ci si allarga, da Agnese Renzi agli effetti delle sanzioni alla Russia sul made in Italy.
«Andrea Bocelli ha cominciato a parlarci della Celebrity Fight Night e piano piano ci ha coinvolto. Firenze è una città amata nel mondo e questi eventi fanno bene. Anche all’economia italiana».
Parlando di economia, come pensate di convincere all’acquisto in tempi di riluttanza al consumo?
«Per quel che vedo, secondo me le donne sono in cerca di consolazione. E gli abiti consolano. Certo, le europee non comprano più come prima, hanno quasi pudore nel consumo, ma le racconto quel che ho visto, poco tempo fa, nel mio negozio di Londra, in Sloane. Una signora russa ha comprato davvero di tutto e uscendo si è accorta di me che, appartato, avevo seguito i suoi acquisti. Si è fermata e mi ha detto: Grazie per avermi fatto felice».
In tempi di sanzioni alla Russia vi aspettate che i vostri clienti rallentino consumi e presenza alle sfilate di Milano?
«Per ora, a Forte dei Marmi, la presenza russa non è mancata. Forte dei Marmi, come Londra, deve molto a loro e io spero che queste tensioni si allentino. A Mosca abbiamo quattro negozi. Certo, gli effetti si sentono. Con quel che sta succedendo in Ucraina abbiamo dovuto chiudere la show room di Kiev; avevamo una gran clientela ma gli eventi ci hanno costretto. Speriamo che finisca il prima possibile».
Per restare sulla Russia: un suo concittadino, Roberto Cavalli, ha venduto ai russi il sessanta per cento dell’azienda.
«Gli investitori russi sono molto attivi in tutti i settori: nella mia Forte dei Marmi per esempio stanno aprendo due alberghi cinque stelle. Quanto agli investimenti nel nostro mondo... Cavalli è un amico, lo rispetto. Spero che anche col nuovo assetto le cose non cambino. Gli investimenti hanno bisogno di anima e non sempre i fondi ne tengono conto. Quanto a me, l’azienda è il figlio che non ho, diamo lavoro a trecento persone con un indotto che arriva a 1400 e assorbe tutte le mie attenzioni. Non so se il mio stato d’animo sarebbe lo stesso se una parte dell’azienda appartenesse ad altri».
La moda italiana non ha fatto sistema, come invece è riuscito ai francesi. È l’individualismo il limite degli italiani?
«Ci sono tanti limiti. L’individualismo, certo. A Milano si arriva all’assurdo: l’assistente di uno stilista non frequenta un certo ristorante perché ci trova il clan di un altro stilista. Il timore del talento altrui. Parigi ha fatto diventare francese Karl Lagerfeld, che è tedesco ma nessuno se lo ricorda più. E poi, conta molto anche il fatto che l’Italia non ha capito per tempo quanto la moda poteva influire sull’immagine complessiva del Paese. Ho vissuto tre anni a Parigi e quando andavo alle loro sfilate, in prima fila da Chanel o Dior vedevo politici importanti, non solo le loro mogli o le loro amanti. Da noi il solo politico senza complessi è Matteo Renzi che anche in campagna elettorale è venuto a una mia sfilata.
Agnese Renzi veste Scervino e quest’estate con il suo bikini ha suscitato, diciamo, un notevole interesse.
«Agnese Renzi ha un bel fisico, ed è molto pudica. È una gran donna, quella che ci vuole per lui».
Esteticamente chi è per lei una donna davvero elegante?
«Christine Lagarde. Non posso dire la moglie di Matteo perché malignerebbero visto che è una mia cliente. Ma lei è elegante di testa».
È ancora il tempo delle donne che alle 11 del mattino escono con tacco 12 e minigonna?
«No. Mi fanno malinconia».