Stefano Vecchia, Avvenire 5/9/2014, 5 settembre 2014
AL QAEDA ORA TRASLOCA IN ASIA
Indebolito fortemente in Siria e Iraq, con legami sempre più deboli con le sue emanazioni in Africa e altrove, a corto di fondi e di reclute, al-Qaeda si rivolge all’Asia, in particolare alla consistente minoranza musulmana dell’India con 140 milioni di aderenti.
In un messaggio video, l’attuale guida del movimento, l’egiziano Ayman al-Zawahiri, ha segnalato la nascita di una nuova succursale in India, Bangladesh e Myanmar e chiamato i musulmani locali all’impegno per il Califfato sotto la guida del leader taliban Mullah Muhammad Omar e, operativamente, sotto la direzione di Asim Umar, altro jihadista pachistano abituato ad agire nell’ombra. Il messaggio registrato mercoledì ha spinto il governo indiano ad alzare l’attenzione negli Stati di Kashmir, Gujarat e Assam, espressamente citati da Zawahiri come centrali nel disegno islamista, ma non ha provocato una reazione tra le frange estremiste e anche guerrigliere locali.
Il presidente dell’“All India Muslim Majlise Mushawarat”, organismo al vertice di tutte le organizzazioni islamiche indiane, ha rigettato le dichiarazioni di al-Zawahiri, ricordando che «la propaganda di al-Qaeda non appartiene all’islam di maggioranza, illuminato e moderato».
La sensazione è che al-Qaeda sia ormai nell’angolo. Da qui il tentativo di rilanciarsi aprendo il nuovo fronte asiatico, puntando sulla frustrazione delle masse islamiche dell’India, sulla repressione dell’islamismo radicale nel musulmano Bangladesh, su episodi persecutori da parte di radicali buddhisti contro la minoranza islamica in Myanmar.
Tradizioni locali, interessi e indole rendono però l’Asia meridionale poco ricettiva verso il messaggio jihadista. Nessun militante indiano è stato finora individuato in Iraq e Siria. Non a caso i governi di Indonesia e Malaysia hanno rifiutato legittimità allo Stato islamico.