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 2014  settembre 04 Giovedì calendario

ORA SPUNTA L’IPOTESI DI BOICOTTARE LO SPORT

Come se niente fosse. Incerta sulla corretta lettura del batti e ribatti sulla tregua presunta nell’Est dell’Ucraina, la Commissione europea ha messo sul tavolo degli ambasciatori Ue le sue proposte per la seconda ondata di sanzioni contro la Russia. Si punta ai mercati dei capitali – con l’allargamento dei limiti alle emissioni dei bond già decise un mese fa –, si stringe sui contratti militari, sulle vendite tecnologiche e dei servizi all’estrazione e alla perforazione per fini energetici. Poi, per la prima volta, si invita a ragionare su uno stop della federazione di Putin alla partecipazione ai grandi eventi sportivi, dalla Champions League alla Coppa del Mondo del 2018 sino al prossimo Gran Premio di Formula 1 di Sochi, decisione che non è nel potere dell’Unione ma solo dei singoli stati.
Resta insomma la voglia di mordere e dire «no» alla guerra che la Russia sta scatenando nell’Est dell’Ucraina. «Abbiamo fatto un’offerta a Mosca perché si arrivi ad una soluzione diplomatica - ha detto ieri la cancelliera Angela Merkel -. La strada che imboccheremo dipende da loro: noi siamo fermamente risoluti ad andare avanti con le sanzioni». Sulla stessa linea sono tutti i pezzi grossi dell’Unione e della Nato che, da oggi, è riunita al vertice in Galles. Ci sarà anche il presidente di Kiev, Petro Poroshenko. Il Patto Atlantico vuol blindare con basi semi-permanenti la frontiera orientale, anche se Berlino sostiene che «non cambierà nulla di quello che attualmente prevedono gli accordi fra Nato e Russia».
Qualcosa, però, è già cambiato. Il presidente francese Hollande ha pure annunciato di aver sospeso la consegna della prima nave da guerra Mistral alla Russia: «Non ci sono le condizioni». La prima ondata di sanzioni aveva lasciato fuori i vecchi contratti, ma Parigi ha deciso di fare da sè per mandare un segnale.
Per la nuova ondata di misure la Commissione propone di rendere più efficaci le misure agendo sull’assistenza tecnica relativa all’export di armi. Ma il grosso della manovra sarà finanziario con la proibizione di partecipare a prestiti sindacati con le banche pubbliche russe e riduce la durata dei degli strumenti finanziari da 90 a 30 giorni. Il divieto di fornire servizi estrattivi e simile sarebbe un colpo duro, anche se impedirebbe ad aziende europee come la francese Technip e all’italiana Saipem di fare affari in Russia. I ventotto decideranno entro domani.
L’arma letale sarebbe lo sport più che il resto delle azioni economiche. In un documento di preparazione anticipato dal «Financial Times», la Commissione si chiede se «non si possa pensare ad un’azione coordinata all’interno del G7 e oltre per raccomandare la sospensione dei russi dagli eventi di grande profilo internazionali, economici, culturali, sportivi». L’Ue non ha poteri in materia, ma può fare pressione sugli stati e le loro federazioni che decidono davvero. Una mossa analoga fu compiuta nel 1980, quando l’Unione sovietica che l’anno prima aveva invaso l’Afghanistan ricevette meno squadre del previsto alle olimpiadi di Mosca. L’Urss si vendicò quattro anni dopo evitando, insieme col blocco d’Oltrecortina, di andare ai giochi di Los Angeles.
Marco Zatterin, La Stampa 4/9/2014