Fulmini 5/9/2014, 5 settembre 2014
OTTIMISTA
«Uno quando arriva a ottant’anni si volta indietro e fa un bilancio. E io devo dire che non ho rimpianti: perché da ogni cosa negativa che mi è successa (e non ne ricordo tante) è nata poi una cosa positiva. Io fondamentalmente sono un ottimista» (Cino Ricci).
CRAVATTA «Tutto quello che ho conquistato me lo sono guadagnato sul campo. Mi rivedo in Carletto Mazzone. Ho fatto tanta gavetta, nessuno mi ha spianato la strada. Non ho il procuratore, non ho sponsor, non frequento i salotti buoni, vivo in tuta e odio la cravatta» (Pierpaolo Bisoli).
VIVERE «La verità è che le cose nella vita cambiano, ora sono in Turchia, ho tanti amici, vivo bene, la mia famiglia si trova bene e Istanbul è splendida. A me piace vivere bene, qui i tifosi sono molto emotivi e in certe partite creano problemi, ma per strada è un’altra cosa. La gente ti rispetta, ti lascia vivere» (Wesley Sneijder).
SALUMI «Nel ritiro del Chievo c’era l’usanza di riunirci la sera in una camera. Si portava da mangiare. I compagni hanno assaggiato i miei salumi, e l’anno dopo mi hanno pregato di fare il bis. Ci ha pensato papà a rifornirci. I sampdoriani, invece, oltre che per il nostro prosecco, erano impazziti per la mortadella cotta sulla brace» (Daniele Gastaldello).
BOSCO «Durante la finale degli ultimi Internazionali d’Italia a Roma stavo passeggiando con i miei figli in un bosco svizzero. Qualcuno mi ha detto: “Ha vinto Djokovic”. E io ho risposto: “Bene, bene”. Non mi suscita niente, nessuna sensazione. Mentre partecipo a un torneo, vedo tutte le partite. Studio i miei rivali, il terreno di gioco, il clima... Ma quando la mia partecipazione a un campionato giunge al termine, spengo l’interruttore» (Roger Federer).
TRADURRE «Chiedo ai mie compagni di parlare sia in italiano che in inglese, anche se difficilmente mi danno retta. Cerco di migliorare, anche se non si tratta di una lingua che s’impara da un giorno all’altro. Ero abituato a sentire solo parole come “arriva”, quel tipo di frasi si dicono tra giocatori. Adesso sto cercando di tradurre concetti più complessi nella mia testa» (il difensore olandese della Lazio Stefan De Vrij).
LINGUE «Io sono stato insultato in tutte le lingue, ogni terzino che mi marcava imparava tutte le parolacce, ma allora non c’erano tante telecamere e qualche gomitata gliela tiravo» (Gigi Riva).