Nicoletta Melone, Amica settembre 2014, 4 settembre 2014
PERVERTITI COME NOI – Vedi Libro in gocce in scheda: 2300913Vedi Database libro in scheda: 2287975Quante deviazioni hai, cantava Vasco Rossi
PERVERTITI COME NOI –
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Quante deviazioni hai, cantava Vasco Rossi. Che, pur essendo un esperto di vita spericolata, mai avrà pensato alla melissofilia: fare sesso con uno sciame di api. Solo uno degli oscuri oggetti del desiderio elencati dallo psicologo americano Jesse Bering in Perv, viaggio nelle nostre perversioni (Utet). Dall’ornitofilia (mica male, quella pollastrella) al parzialismo (petto o coscia? naso, grazie). E non fare quella faccia ipocrita: «Anche tu sei un pervertito. Un depravato, fatto e finito», sostiene l’autore. Chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Possibilmente a un litofiliaco (amante di sassi e ghiaia). C’è chi si eccita buttandosi giù dalle scale (climactofilia) e c’è l’oggettofilo che perde la testa per un cappello. Un saggio, ironico ma documentatissimo, sulle parafilie e il mondo delle più singolari attrazioni fatali, scritto da un gay che racconta quanto a lungo l’omosessualità sia stata considerata la più orrenda delle perversioni. E convinto che tutti, ma proprio tutti, abbiano uno scheletro nell’armadio (non solo i necrofili).
Perché sostiene che siamo tutti pervertiti?
«Il significato originale del verbo“pervertere” è “andare contro ciò che è giusto”. La questione è filosofica: che cosa, esattamente, è “giusto” quando si parla della sessualità umana? E chi siamo noi per affermare, forti della nostra autorità morale, di avere la risposta, mentre in altre epoche o in altre culture hanno sbagliato tutto? Per quanto tu ti ritenga normale, sei un deviante agli occhi di qualcun altro. Se sei fortunato il tuo profilo sessuale corrisponde a quello della cultura in cui sei nato, ma se non è così la società ti accuserà per qualcosa su cui non hai controllo».
Il libro è un catalogo impressionante. Quante perversioni sono state individuate?
«Le parafilie clinicamente identificate sono, stando agli ultimi conti, più di 500. Il mio libro è solo un assaggio».
La più imbarazzante?
«Oddio, ce ne sono così tante. L’eproctofilia, attrazione sessuale per le flatulenze, si piazza piuttosto in alto nella classifica per chiunque possegga delle narici. Ma per qualcuno anche l’imbarazzo stesso è un eccitante: gli eritrofiliaci godono vedendo la gente arrossire».
A proposito di situazioni imbarazzanti. Davvero ha avuto il suo primo orgasmo guardando l’illustrazione di un uomo di Neanderthal?
«Era su un vecchio testo di antropologia di mio padre: aveva un corpo eccezionale, ma la faccia lasciava molto a desiderare. Poi sono passato al David di Michelangelo sul libro di Storia dell’Arte. Nessuno dei due era superdotato, ahimè. Ma è stato prima dell’era di internet e un ragazzino in cerca di nudi maschili doveva arrangiarsi».
Se lei fosse un oggettofilo, con quale oggetto vorrebbe avere una relazione?
«So che questo mi farà apparire un dandy, ma mi sono infatuato di un paio di scarpe da guida di Bruno Magli che mi sono regalato qualche settimana fa. Hanno portato le mie piante dei piedi a vette di piacere estatico, però sembrano ignorare le mie avances».
Molti uomini hanno una passione insana per il loro cellulare. Esiste un nome per questa perversione?
«Certo, è stata definita “idiozia”».