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 2014  settembre 03 Mercoledì calendario

LA VOGLIA DELLA GENERAZIONE ZAZA “NON SONO NESSUNO, SARÒ IL PIÙ FORTE”

FIRENZE
Se proprio volete farli arrabbiare, provate a domandare di Balotelli. «Non sono il suo erede, non sono nessuno, ma voglio diventare il più forte attaccante italiano», l’avviso di Simone Zaza. «Voglio concentrarmi su di me, non su un giocatore del Liverpool, Conte ha detto che siamo tutti sullo stesso piano», spiega Stephan El Shaarawy, che aggiunge: «Quando Balotelli è venuto al Milan abbiamo cambiato modulo e la manovra doveva passare da lui, io ho faticato ma è stato un mio calo mentale, non è colpa di nessuno».
Eccola, la generazione dei senza Mario, costretta a muoversi fra le macerie: il Mondiale ha certificato il conflitto fra i bimbi e gli anziani. Eppure, ci sono alieni titolari in A senza avere i capelli bianchi: Zaza ed El Shaarawy sono fra gli under 23 (15 appena, su 99 italiani) in vetrina nella prima di campionato. Hanno quasi l’età del grande assente, ma sembrano di un’altra era. Quanto al look, non sono inferiori a Balotelli: il faraone conserva la cresta, il centravanti del Sassuolo l’ha rasata a zero, ma si fa notare per la barba folta, l’orecchino, i tatuaggi, e ha già un passato burrascoso alle spalle, all’Atalanta finì fuori rosa. «Da ragazzo ho commesso tanti errori, fortunatamente ho avuto chi ha creduto lo stesso in me — racconta Zaza — , ora ho cambiato testa. Il talento ce l’hai anche da piccolo, l’esperienza devi guadagnarla sul campo. Sta ai club decidere cosa fare: se darti tempo e modo di crescere, usando la pazienza, oppure mandarti via. Rispetto agli altri Paesi noi impieghiamo meno giovani, è una tendenza da cambiare: ci sono tante promesse in Italia che meritano spazio, non è bello che vadano all’estero ». El Shaarawy, dopo l’esplosione di due anni fa, è alla sua seconda chance: «Ho superato momenti dolorosi, anche per il Mondiale mancato, ma sono più carico e maturo. Inzaghi e Conte, due grandi motivatori, mi hanno dato una fiducia che voglio ripagare portando il Milan in Champions, segnando almeno 10 gol, e offrendomi anche come esterno sinistro per la Nazionale. In Italia è necessario dare fiducia ai giovani, valorizzarli, serve una politica condivisa dai club».
Zaza, lucano di Metaponto, cresciuto guardando i Vhs di Van Basten, appassionato di taekwondo come il suo idolo Ibra, rimane in orbita Juve, che ha il diritto di ricomperarlo a 15 milioni dal Sassuolo. Parla già in terza persona: «Essere qui è una sorpresa, farò in modo che Zaza ci sia anche nelle prossime convocazioni. Ho scelto di restare al Sassuolo perché posso crescere ancora tanto. Mesi fa dissi che non mi sentivo ancora da Juve e lo ripeto: non ho fatto una stagione straordinaria, spero che questo ora sia il mio anno. Devo darmi una calmata, prendere meno ammonizioni e fare più gol, migliorare il destro, lo stacco di testa, la scelta di tempo nelle giocate. Dalla mia terra mi porto dietro l’umiltà: senza di quella, non sarei qui».
Francesco Saverio Intorcia, la Repubblica 3/9/2014