Beda Romano, Il Sole 24 Ore 3/9/2014, 3 settembre 2014
RUSSIA, IMPRESE DI STATO NEL MIRINO
BRUXELLES.
La decisione sulle prossime sanzioni contro la Russia rischia di essere sofferta. Molti governi sono stretti tra il desiderio di sanzionare la Russia dopo l’aggressione all’Ucraina (ma anche per rispondere alle pressioni delle loro pubbliche opinioni), e il tentativo di difendere i propri interessi economici. Alcuni Paesi hanno spiegato di voler rivedere la strategia europea. Sul tavolo, c’è il divieto per tutte le imprese statali russe, e non solo alcune banche, di rifinanziarsi in Europa.
Parlando dinanzi al Parlamento europeo ieri qui a Bruxelles, il ministro degli Esteri italiano e prossimo Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza Federica Mogherini ha confermato che la Commissione europea presenterà oggi una serie di opzioni. Seguiranno negoziati tra i Ventotto per arrivare a una decisione entro venerdì. Secondo un esponente comunitario, nella riunione tra diplomatici che ha avuto luogo lunedì, la Commissione ha illustrato a grandi linee le nuove potenziali sanzioni economiche.
«Il principio è che si vuole effettuare un giro di vite nei quattro campi già colpiti in luglio: l’energia; la finanza; le tecnologie duali, utilizzabili in campo civile e militare; e gli armamenti. L’esecutivo comunitario ha voluto raccogliere le prime reazioni», ha detto il funzionario. Una delle possibilità è di bloccare l’accesso ai mercati dei capitali a tutte le aziende statali russe, e non più solo ad alcune banche pubbliche, come fu deciso in luglio. Un’altra ipotesi è quella di vietare da parte degli istituti di credito statali il collocamento di obbligazioni con una maturità superiore ai 30 giorni (oggi il limite è di 90 giorni). Il tentativo è di complicare il rifinanziamento a breve delle istituzioni finanziarie con operazioni di pronti contro termine. Sempre sul fronte finanziario, potrebbero essere colpiti anche i prestiti sindacati (finora esentati). Sul versante delle tecnologie duali, nel mirino potrebbero cadere i computer super-potenti.
Molti Paesi sono combattuti tra il desiderio di colpire la Russia, accusata ormai di avere inviato truppe in Ucraina, e la necessità di difendere i propri interessi economici. Da Praga, il premier ceco Bohuslav Sobotka ha detto che il suo Paese vorrà modificare il pacchetto di sanzioni, perché troppo rischioso da un punto di vista economico. Il suo omologo slovacco Robert Fico ha avvertito che potrebbe mettere il veto alle scelte europee perché le misure rischiano di essere «controproducenti». Anche l’Austria è infelice.
Interessante notare come le divisioni europee non siano più solo tra Est e Ovest, ma anche tra gli stessi paesi dell’allargamento. Mentre i paesi baltici temono un ritorno dell’imperialismo russo, alcuni ex stati del Patto di Varsavia sono preoccupati dal mettere a repentaglio i loro legami economici con Mosca. Molti paesi occidentali sono sensibili alle richieste ceche o slovacche, e probabilmente durante il negoziato cercheranno di trovare formule di compromesso utili anche a loro.
Sul tavolo c’è anche l’allungamento della lista di persone a cui è stato vietato il viaggio in Europa e a cui sono state congelate le attività finanziarie. Per ora, le persone colpite sono 95. Potrebbe anche essere allungata la lista di entità sottoposte a sanzioni, oggi 23. La scelta sulle nuove misure economiche da adottare contro la Russia è un passo che i Ventotto hanno deciso sabato, in mancanza di segnali di un raffreddamento delle tensioni nel conflitto in Ucraina.
Secondo fonti di stampa, l’establishment politico europeo starebbe anche discutendo della possibilità di congelare gli inviti alla Russia perché partecipi a eventi culturali o sportivi, ma secondo un esponente comunitario qui a Bruxelles questa scelta non è da attendere questa settimana. Mentre il Fondo monetario internazionale è preoccupato per la stabilità economica dell’Ucraina, anche gli Usa stanno valutando nuove sanzioni contro la Russia.
Beda Romano, Il Sole 24 Ore 3/9/2014