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 2014  settembre 03 Mercoledì calendario

MISSIONI DEGLI INCURSORI E MERCENARI

ECCO COME KIEV AFFRONTERÀ LA GUERRA –

LE FORZE
ROMA Venti di guerra a Est. Un’esercitazione Nato già pianificata, la “Steadfast Javelin II”, rafforzata e passata dal comando statunitense a quello alleato, è in corso tra Polonia, Paesi baltici e Germania, fa sapere il comando alleato a Smirne. Venerdì si terrà in Galles uno dei due vertici annuali della Nato. Il segretario generale, Rasmussen, l’aveva detto: «Saremo più visibili a Est». Partecipano 90 parà italiani della brigata “Folgore”, unità di punta come il 1° Reggimento paracadutisti del “Tuscania”, gli incursori di Marina “Comsubin” e il 9° Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”. Dal 13 al 20 settembre, poi, altra esercitazione, la “Rapid Trident” proprio in Ucraina, a Lviv, tra 12 Paesi.
L’obiettivo politico è quello di rassicurare i Paesi baltici preoccupati per l’aggressività russa. Sul terreno, nel confronto Mosca-Kiev non c’è gara. Tutto dipende da quanto a fondo Putin intende muovere i suoi uomini. «La Russia può invadere l’Ucraina», spiega Stefano Silvestri già presidente dell’Istituto affari internazionali. «Io non credo che voglia arrivare fino a Mariupol e Odessa, anche perché andrebbe incontro a grossi problemi politici e di controllo del territorio. Ma potrebbe coprirsi dietro l’intervento umanitario e creare zone di sovranità alternativa non di Mosca ma dei ribelli: bloccare l’esercito ucraino, aprire corridoi, rompere gli accerchiamenti. Avrebbe una superiorità di fuoco sia aerea sia di artiglieria». Silvestri considera improbabile la reazione della Nato, «che sarebbe legittima se richiesta da Kiev». Vi sarebbe allora l’impiego di forze aeree «per bloccare l’avanzata delle colonne russe e distruggere le capacità missilistiche e anti-aeree di Mosca. Ma sarebbe un attacco alla Russia». Poi c’è l’opzione, «come già in Croazia», dell’impiego di formazioni mercenarie: i contractor. Oppure missioni speciali di incursori per neutralizzare comandi o postazioni radar.
Scenario impensabile per Andrea Margelletti, presidente del Cesi (Centro studi internazionali): «L’annuncio di una forza di reazione rapida è una iniziativa dimostrativa, simbolica. Già ne esistono. Anche una in Italia, il corpo d’armata di reazione rapida Nato a Solbiate Olona». L’Ucraina di fronte alla Russia? «È come se io in ascensore, con le mani legate dietro la schiena, decidessi di insultare Tyson». Sulla carta Mosca ha più di 3mila aerei da guerra rispetto ai 400 dell’Ucraina, 973 elicotteri rispetto a 124, e 15.500 carri armati rispetto a 4.112. Ma non è solo questione di numeri. Spiega un esperto addentro ai dossier che «l’Ucraina è equipaggiata con mezzi simili a quelli russi. Ha una discreta industria militare di carri armati e blindati per il trasporto truppe. Ma i russi sono superiori. Usano forze d’assalto, unità elio-trasportate e unità corazzate. Hanno la superiorità aerea. Gli ucraini hanno le versioni meno evolute degli stessi velivoli russi: i Sukhoi 27 invece dei 35, i Mig 24 invece dei 28». Vi sarebbero numerose vittime di «fuoco amico». E se intervenisse la Nato? «Sarebbe la Terza guerra mondiale. Il problema è la escalation. Se abbiamo paura a fare a botte con la Corea del Nord, figuriamoci con la Russia che ha la bomba atomica e gioca in casa sua!». È probabile che Putin voglia scatenare una nuova Crimea, magari per collegare le macchie di leopardo della rivolta russofona: «Avanzare, conquistare, consolidare e reggere». E Nato contro Russia? «L’Occidente è infinitamente superiore».