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 2014  settembre 03 Mercoledì calendario

FLORIS GIOCA IL DERBY CON BALLARÒ: NON SOLO POLITICA, VORREI CONTE


ROMA — Il punto è che «da tanto tempo chiedevo una striscia quotidiana di analisi delle notizie del giorno» e che «qui a La7 me la fanno fare», per il resto, «chiedete alla Rai perché lì non l’hanno voluta». Giovanni Floris riparte «dal basso», come dice lui, da quell’1 per cento di share che oggi è l’ascolto medio della fascia preserale della rete di Urbano Cairo e che dall’8 settembre diventerà invece «diciannovEquaranta» guidato dall’ex volto di «Ballarò». «È l’approfondimento quotidiano che mi mancava — spiega —: quindici minuti in diretta con un tema del giorno e faremo da traino al tg di Enrico Mentana». Concorrenza con lui? «No, il suo tg è il più autorevole e ognuno fa il proprio lavoro: se noi andiamo bene, va bene anche lui».
Ma il quotidiano non basta all’ex di Raitre. Dopo aver detto addio alla Rai («è l’azienda dove ho cominciato e verso la quale ho una immensa riconoscenza») e aver lasciato in via Teulada il suo «Ballarò», ha pronto il Ballarò di La7. Lui precisa più volte: «È un’altra cosa, un progetto lungo cinque anni in cui La7 ha creduto per farci diventare l’identità della rete». Ma intanto i punti fermi sono: «Io alla conduzione, Nando Pagnoncelli ai sondaggi, Maurizio Crozza alla satira». E poi gli autori, gli inviati, i redattori: quasi tutti ex «Ballarò». Come dire: squadra che vince non si cambia. Si chiamerà «diMartedì», andrà in onda ogni settimana alle 21.10 e sarà un talk show politico. «Ma di volta in volta ci allargheremo anche ad altri argomenti, mi piacerebbe ad esempio portare in trasmissione il nuovo ct dell’Italia Antonio Conte, o l’economista francese Thomas Piketty, o ascoltare nuove voci del mondo della Chiesa di papa Francesco».
Oltre al gruppo storico si aggiungono giovani dalle esperienze più varie e una firma: «Avremo la consulenza del presidente dell’Ansa Giulio Anselmi». La sfida con il «Ballarò» originale è aperta, anche perché saranno in onda in contemporanea: «In 12 anni — dice Floris — abbiamo realizzato un programma che è diventato il più autorevole: ora lo lasciamo ad un giornalista autorevolissimo, Massimo Giannini, ex vicedirettore di Repubblica , un amico che stimo moltissimo e a cui non devo certo dare dei consigli». Sorride: «Non saremo una copia di “Ballarò”, però ci rimettiamo in gioco e puntiamo a riprenderci quel pubblico, a portare di qua più persone possibili». Novità? «Floris continua ad essere Floris, non cambia nulla del mio essere giornalista». Non teme la concorrenza, sia quella fuori sia quella in casa, con Lilli Gruber ad esempio e il suo «8 e mezzo» quotidiano: «Ci sono tanti talk show politici, non vince chi porta l’ospite ma chi offre un taglio diverso, un punto di vista diverso sulla politica cui altri non hanno pensato, non vedo il problema, anzi è un arricchimento». E però un ospite lo ha già chiamato: «Aspettiamo Matteo Renzi, venga quando vuole: ho un po’ di cose da chiedergli su quello che sta facendo».