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 2014  settembre 02 Martedì calendario

MACCHÉ VIVAI, SI IMPORTA SEMPRE DI PIÙ PRIMA GIORNATA COL 56,4% DI STRANIERI

FIRENZE
Ci sono cose che non si possono comprare, neppure con i soldoni degli sponsor. Fino a ieri, quando immaginava la sua squadra ideale, ad Antonio Conte stavano stretti i vincoli di bilancio della Juventus. Adesso che in teoria può farsi la squadra da solo, senza limiti di spesa, si ritrova costretto a pescare in uno stagno: in A nuotano sempre meno giocatori eleggibili in Nazionale. L’allarme lanciato da Prandelli prima del Mondiale, quando sventolava inorridito la statistica del 53% di stranieri nel campionato, è rimasto inascoltato. E neppure la figuraccia mondiale ha accelerato quel processo di riforme auspicato ieri anche dal successore di Cesare. Quale siano gli strumenti normativi da adottare concretamente, Conte non lo dice ancora: ma la tutela dei vivai e l’incentivo all’impiego di calciatori italiani sono le garanzie che la Federcalcio gli ha prestato al momento della firma. Altrimenti non avrebbe accettato.
I numeri che arrivano dalla prima giornata di campionato, intanto, sono allarmanti. Su 278 giocatori scesi in campo, gli stranieri sono 157: la percentuale è salita al 56,4%. Contando solo i 220 titolari, gli azzurrabili erano solo 99, oriundi inclusi, contro i 121 non italiani (55%). E il mercato estivo ha importato altri 80 giocatori che il ct non può far giocare.
Quando ha stilato le prime convocazioni, sabato sera, Conte aveva visionato solo due anticipi: Chievo-Juventus in tv, Roma-Fiorentina dal vivo. Totale: 44 titolari in campo, ma solo 12 potenziali azzurri (di cui 3 portieri, e due senatori come Totti e De Sanctis che hanno già chiuso la loro esperienza in Nazionale). Non c’era molto da guardare, dunque: Florenzi, uno dei giovani su cui il nuovo ct punta molto, è entrato nella ripresa, così come Aquilani, che in Brasile c’era (senza mettere piede in campo, però), e per ora è fuori dai convocati.
Sostiene Conte che il bacino principale per la sua Italia debbano offrirlo le sette squadre più forti. Ebbene, la Fiorentina aveva zero italiani dall’inizio, l’Inter uno (Ranocchia, convocato a Coverciano), Napoli e Lazio 2, Juventus, Milan e Roma 4. Eccezioni positive il Sassuolo tutto italiano e il Cesena (10 su 11).
Neppure le sostituzioni aiutano gli italiani a farsi largo. Anzi. Su 58 cambi effettuati nella prima giornata, sono entrati 36 stranieri e 22 azzurrabili: il rapporto sale a 62% contro 38%. Su un potenziale bacino di 19800 minuti di una giornata di Serie A, recuperi esclusi, gli italiani ne hanno collezionati tutti insieme 9099 (46%).
E i giovani? Puntini invisibili, o quasi. Prendiamo gli italiani under 23, nati dal ’91 in poi: erano solo 15 sui 99 titolari della prima giornata. Tre portieri, però. Anche qui l’esempio virtuoso è del Sassuolo, che dall’inizio ha schierato Zaza e Sansone (’91), Antei (’92) e Berardi (’94). Poi El Shaarawynel Milan, Bardi e Biraghi nel Chievo, Insigne nel Napoli, Perin e Sturaro nel Genova, Colombi nel Cagliari, Soriano nella Samp, Sportiello e Zappacosta nell’Atlanta, Leali nel Cesena. Nella ripresa, finalmente, spazio anche a due ’93 (Belotti del Palermo e Spinazzola dell’Atalanta), due ’94 (Garritano del Cesena e Murru del Cagliari), fino ad Accursio Bentivegna, debuttante in maglia rosanero, 18 anni compiuti da due mesi, specialista del dribbling. Dicono che somigli a Sanchez, uno straniero: magari così trova spazio più facilmente.
Francesco Saverio Intorcia, la Repubblica 2/9/2014