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 2014  agosto 30 Sabato calendario

ERA L’ANNO DEL MIRACOLO ECONOMICO, CON LA SEICENTO E DUE PREMI NOBEL

Nel 1959 l’Italia è un Paese con due Nobel e il minimo sindacale. Viaggia in Seicento con la patente di miracolo economico assegnata dai giornali britannici. Il malessere non manca, ma è legato alla crescita industriale e alla profonda trasformazione che svuota le campagne e riempie le città. La nazione sull’orlo del boom tra marzo e settembre del 1959 contabilizzò sette mesi di diminuzione dei prezzi. Un fenomeno che non si è mai ripetuto nelle serie statistiche dell’Istat. Fino ad oggi. Ma la situazione generale dell’economia era ben diversa: in quegli anni il Prodotto interno lordo marciava al ritmo del 5% e nel 1959 sfiorava il 7%. Falcate che oggi possiamo solo invidiare ai cinesi e ai Paesi lontani a cui toccano crisi di crescita. Non di declino.
La patente
Come eravamo nel 1959? In quegli anni, per la prima volta, gli italiani impiegati nell’industria e nei servizi superano gli addetti al lavoro agricolo. Il 25 maggio una corrispondenza da Roma del quotidiano Daily Mail parla di «miracolo economico» per descrivere il cambiamento del Paese, mentre l’anno dopo, durante le Olimpiadi di Roma, una giuria internazionale nominata dal Financial Times assegna alla lira italiana una sorta di Oscar alla moneta più solida d’Occidente. «C’era una volta poi non c’è più», cantavano Domenico Modugno e Johnny Dorelli, vincendo quell’anno il Festival di Sanremo con «Piove». Il tema era ovviamente l’amore. Oggi sembra una profezia per la crescita economica e, qualche volta, per la stima dei giornali internazionali nei confronti del nostro Paese. Tornerà quello che c’era una volta e adesso non c’è più?
Lo slancio del 1959 non è solo economico. Quell’anno l’Italia fa il bis con i premi Nobel. Salvatore Quasimodo vince quello per la Letteratura perché «la sua poetica lirica, con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi», mentre lo scienziato Emilio Gino Segrè si aggiudica quello per la Fisica con la scoperta dell’antiprotone. A Venezia il Leone d’Oro viene assegnato a «La Grande Guerra», il capolavoro di Mario Monicelli, premiato ex aequo con «Il Generale della Rovere» di Roberto Rossellini. Film che raccontano epoche di conflitto ancora vicine, subito dietro alle spalle dell’Italia che si è messa a correre. Il premio Strega del 1959 va a «Il Gattopardo», che diventa il primo best seller italiano con oltre 100 mila copie vendute. Quante profezie anche nel romanzo pubblicato un anno dopo la morte di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che narra per sempre la possibilità e l’impossibilità di cambiare davvero.
In macchina
Gli italiani nel 1959 si comprano la Seicento, il frigorifero e la televisione. In quell’anno vengono immatricolate 109 mila 355 esemplari dell’utilitaria Fiat simbolo incontestato del boom. Fra il 1959 e il 1964 saranno completati i 700 chilometri di Autostrada del Sole che collegano Milano e Napoli. Se a metà degli anni Cinquanta le quattro ruote in circolazione erano più o meno settecentomila, dieci anni dopo si può cominciare a parlare di traffico, con cinque milioni di vetture per le strade.
Tra il 1951 e il 1959 i consumi privati crescono in media del 5%, mentre tra il 1959 e il 1963 galoppano all’8%. Nel quinquennio in cui l’Italia sogna e lavora come non ha mai fatto (1958-1963) le famiglie con un frigorifero in cucina passano dal 13% al 55%, mentre quelle con un televisore in salotto crescono dal 12% al 49%. Tra il 1959 e il 1960 gli abbonati Rai, quelli con il posto in prima fila per i telegiornali e la «Canzonissima» di Delia Scala, Nino Manfredi e Paolo Panelli diventano due milioni: nel 1954 erano meno di centomila.
Annunci e traguardi
Consumi, politica e traguardi sociali. Nel 1959 l’Italia dice addio a Don Luigi Sturzo, fondatore della Partito Popolare, mentre Aldo Moro viene eletto segretario della Democrazia Cristiana. Papa Giovanni XXIII annuncia il Concilio Vaticano II. La società cambia velocemente. Le donne non sono più solo casalinghe. In dicembre viene istituito il primo corpo di polizia femminile. Il lavoro chiede tutela. In ottobre entra in vigore una legge che parla di minimo sindacale e di estensione erga omnes dei contratti collettivi.
«C’era una volta poi non c’è più». Adesso è tempo di disoccupazione e di dolorosa discussione sugli strumenti per uscire dall’impasse. Ma la nostra è stata una bella storia.
Giuditta Marvelli