Andrea Di Biase, MilanoFinanza 30/8/2014, 30 agosto 2014
I PADRINI DEL CALCIO
Se dovesse riuscire nell’impresa di trovare una nuova squadra a Radamel Falcao, l’attaccante colombiano che vuole lasciare il Monaco del magnate russo Dmitrij Rybolovlev, Jorge Mendes, il superprocuratore portoghese di Cristiano Ronaldo e Josè Mourinho, chiuderebbe con l’ennesimo botto un’estate che lo ha già visto protagonista di alcuni clamorosi colpi di mercato: il passaggio del nazionale argentino Angel Di Maria dal Real Madrid al Manchester United per 75 milioni di euro, quello del giovane colombiano rivelazione di Brasile 2014, James Rodriguez, proprio dal Monaco al club presieduto da Florentino Perez (80 milioni), l’acquisto da parte del Manchester City dello sceicco Mansour del difensore francese del Porto Eliaquim Mangala (40 milioni) e del bomber dell’Atletico Madrid Diego Costa da parte del Chelsea (38 milioni). Ma anche se Falcao, che lo scorso anno Mendes ha traghettato dall’Atletico Madrid al Monaco per 60 milioni, facendo la fortuna del fondo Doyen Sports (proprietario del 55% del cartellino del giocatore), dovesse rimanere un altro anno nel Principato, si confermerebbe ugualmente come il re del mercato.
Limitando l’analisi alle prime 25 operazioni di trasferimento chiuse fino ad ora, il cui controvalore complessivo ha superato gli 875 milioni (si veda la tabella in pagina), Gestifute, la società di diritto portoghese con cui Mendes cura gli interessi dei suoi assistiti, è stata regista di ben quattro operazioni, per un importo di 233 milioni, pari a circa il 25% del totale. Un flusso finanziario che in parte è finito, come compenso per l’intermediazione, nelle casse della stessa Gestifute, anche se nessuno dei club coinvolti, nemmeno il Manchester United, che pure è quotato a Wall Street, ha precisato l’ammontare destinato alla società di Mendes. Per provare a dare un ordine di grandezza ci si può basare sui dati riportati in uno studio realizzato recentemente da Pricewaterhouse Coopers per conto dell’European club association (Eca), l’associazione che riunisce i principali club europei. Secondo l’analisi di Pwc, che è riferita alla stagione 2012/13, le commissioni distribuite in Europa dai club ad agenti e procuratori hanno pesato in media per il 14,6% del controvalore delle operazioni (254 milioni di dollari su 1,74 miliardi di controvalore). Si tratta di una cifra considerevole, tanto che lo studio Eca-Pwc sottolinea la necessità che sia il ruolo ricoperto dagli agenti sia il loro livello di remunerazioni vadano «rivisti e monitorati attentamente», ma che combacia con i ricavi indicati nel bilancio 2013 della Gestifute consultato da Milano Finanza. La società di Mendes, che nella passata stagione ha curato il passaggio di Falcao e James Rodriguez al Monaco ha infatti chiuso l’ultimo esercizio con ricavi pari a 13,6 milioni, che rappresentano circa il 13% dei 105 milioni spesi da Rybolovlev per portare i due campioni colombiani al Monaco. Ma se si considera che Mendes opera al servizio dei propri clienti, tra cui figura anche l’ex difensore del Milan oggi in forza al Psg, Thiago Silva, anche quando non sono oggetto di operazioni di mercato, il conto non torna. L’utile di 6,22 milioni generato dalla Gestifute nel 2013, dopo aver spesato costi per 5,2 milioni e pagato imposte in Portogallo per 2,2 milioni, non sembra rispecchiare totalmente il volume d’affari che ruota attorno a Mendes. Sempre lo scorso anno, ad esempio, l’agente portoghese ha rinegoziato con Florentino Perez il contratto di Cristiano Ronaldo, esteso fino al 30 giugno 2018, con l’ingaggio salito fino a 17 milioni di euro netti l’anno. Non solo, Gestifute agisce anche in altri settori, come la gestione dei diritti di immagine e sponsorizzazioni, attraverso la controllata Polarissports e Gestifute Media. Ma l’impero di Mendes è bene più vasto. Secondo una documentata inchiesta, pubblicata lo scorso 21 luglio, sul quotidiano portoghese Diario de Noticias, il reticolo di società riferibili all’agente dello Special One e di CR7 ha ramificazioni che dal Portogallo si spingono all’Olanda, dove ha sede la società capofila di tutto il gruppo (Sociedade Start BV) all’Irlanda, dove Mendes opera attraverso la Gestifute International (3,13 milioni l’utile riportato nel bilancio 2012, l’ultimo depositato). Questa società, stando ai documenti pubblicati dal quotidiano portoghese, è a sua volta azionista al 50% di una società con sede nel paradiso fiscale di Jersey denominata Burnabay Gp Limited (l’altro 50% fa capo a Creative Arts Agency Sports, società Usa attiva nella gestione dei diritti di immagine e socio di Gestifute in Polarissport). A sua volta Burnabay Gp Limited detiene una partecipazione in Burnabay Investment Lp, un veicolo societario di diritto britannico proprietario dei cartellini di alcuni giocatori dello Sporting Lisbona e del Braga, nel cui capitale figura anche la Briskpring Ltd, società controllata dal Chelsea di Roman Abramovich (il club allenato dall’assistito di Mendes, Josè Mourinho). Secondo quanto emerso dall’inchiesta del Diario de Noticias, che ha così dato seguito alla rivelazioni fatte dal Guardian nel gennaio scorso, Mendes e Abramovich sarebbero dunque soci in Burnabay Investment. Una rivelazione che, almeno per ora, non sembra aver scosso più di tanto il mondo del calcio nonostante la battaglia avviata dal presidente dell’Uefa, Michel Platini, contro le cosiddette proprietà di terze patri (Tpo), ovvero quei fondi di investimento che si affiancano ai club nell’acquisto dei cartellini dei giocatori e che poi, come ha fatto Doyen Sports nel caso di Falcao, incassano ingenti plusvalenze dal suo passaggio da un club ad un altro.
Una pratica, quella dell’acquisto da parte di soggetti terzi dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori che, tra il serio e il faceto, era stata proposta da Mino Raiola per sbrogliare il rapporto tra il Milan e Mario Balotelli, che prima di accettare la proposta di 20 milioni arrivata da Liverpool, il club guidato da Adriano Galliani aveva cercato senza successo di vendere. Il pittoresco procuratore italo-olandese, che al pari di Mendes può essere considerato uno dei grandi registi del calciomercato internazionale, aveva infatti proposto di acquistare lui il cartellino di Supermario, attraverso una finanziaria appoggiata ad una società calcistica straniera, e poi girarlo in prestito ad un altro club (era stato fatto il nome della Juventus). Un’idea che, tuttavia, non si è mai concretizzata, anche perché in Italia la proprietà di terze parti, pur non essendo espressamente vietata dalle norme federali, è una pratica che non ha mai preso piede (anche se in realtà il meccanismo delle comproprietà, abolito nel giugno scorso, è stato a lungo utilizzato con le stesse finalità). Raiola, che opera attraverso la società olandese Maguire Tax & Legal BV e la Sportsman, con sede nel Principato di Monaco, oltre alla fortuna dei suoi assistiti (Zlatan Ibrahimovic su tutti) è riuscito, grazie a rapporti e abilità nella negoziazione, a fare anche la sua. Secondo la stampa sportiva guadagnerebbe più di 5 milioni l’anno, anche se lui si è ben guardato dallo smentire o confermare le indiscrezioni. «Quello che guadagno lo sanno i miei giocatori», si è limitato a commentare. Fare i conti in tasca all’universo-Raiola è tutt’altro che semplice. Il bilancio al 31 dicembre 2013 dell’olandese Maguire Tax & Legal, consultato da Milano Finanza, non offre grandi informazioni. Il documento di sole quattro pagine, depositato al registro delle imprese, non contiene un conto economico standard e si evince solo che la società, che ha in bilancio utili portati a nuovo per 95mila euro, ha girato ai propri soci un dividendo di 67mila euro. Una cifra non coerente con il giro d’affari del superprocuratore originario di Nocera Inferiore ma trapiantato in Olanda che, anche quest’anno, ha messo a segno i propri colpi. Se il passaggio di Balotelli dal Milan al Liverpool è solo la 21esima operazione per controvalore nella graduatoria del calciomercato 2014/15, il funambolico Mino è riuscito a traghettare il 21enne attaccante belga Romelo Lukaku dal Chelsea all’Everton per una valutazione di 35,36 milioni.
Andrea Di Biase, MilanoFinanza 30/8/2014