Anna Zafesova, La Stampa 30/8/2014, 30 agosto 2014
PUTIN: NOI ABBIAMO IL NUCLEARE
Mosca continuerà ad accrescere il suo arsenale nucleare e ricorda a tutto il mondo che «è meglio non avere a che fare con la Russia». È il monito che Vladimir Putin lancia il giorno dopo che Kiev ha denunciato l’inizio dell’invasione russa: «Grazie a Dio, penso che a nessuno oggi venga in mente un conflitto su larga scala con noi».
Il presidente russo invita l’Occidente a «costringere Kiev» a un negoziato «sulla sostanza» con i separatisti, e a rendersi conto che «gli ucraini non controllano il Paese». Un discorso di chi si considera vincitore, e infatti Putin non replica nemmeno alle accuse di Petro Poroshenko – confermate ieri anche dalla Nato e dal governo tedesco – su un intervento militare diretto dell’esercito russo, che due giorni fa ha conquistato Novoazovsk, al confine con la Russia, e ora punta al porto di Mariupol sul mare di Azov.
Le minacce di nuove sanzioni da Berlino e Washington e la Borsa e il rublo in caduta non sembrano intimorire il Cremlino di fronte al successo della «operazione militar-umanitaria» dei ribelli filo-russi, che Putin difende e giustifica, paragonando l’offensiva ucraina contro i separatisti «all’assedio nazista di Leningrado». Anche la Crimea avrebbe fatto la stessa fine e «non è stata annessa, ma difesa», sostiene Putin anche se ammette che il riconoscimento del passaggio della penisola alla Russia da parte dell’Occidente sarà vicenda «lunga e noiosa». Il leader russo ha anche rimproverato Kiev per non avere voluto approfittare della sua offerta di «corridoi umanitari» per far uscire i militari ucraini accerchiati dai separatisti, un sostanziale invito alla resa.
Mentre da Novoazovsk giungono notizie di campi minati di cui i russi circondano la città, il premier di Kiev Arseny Yatseniuk ha proposto al parlamento di abolire la legge sullo status neutrale dell’Ucraina, e aprire così le porte all’adesione alla Nato. Che a sua volta è pronta a tornare a discuterne. Anders Fogh Rasmussen ha annunciato che il presidente ucraino parteciperà al prossimo vertice dell’Alleanza Atlantica dalla quale vedrà «piena solidarietà».
In attesa di una richiesta ufficiale di adesione, la Nato aiuterà l’Ucraina con fondi per quattro aree: logistica, catena di comando e controllo, cyberdifesa e aiuti al personale militare (inclusi quelli sanitari). Il rappresentante di Kiev Igor Dolhov però chiede anche armamenti: «È chiaro che la Nato non ci può aiutare mandando truppe, i soldati non ci mancano, abbiamo bisogno di armi».
Anna Zafesova, La Stampa 30/8/2014