VARIE 30/8/2014, 30 agosto 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - LA MOGHERINI MINISTRA DEGLI ESTERI EUROPEA
www.repubblica delle 20.00
BRUXELLES - Dopo un braccio di ferro lungo mesi, Matteo Renzi ha vinto la sua battaglia a Bruxelles: nel vertice Ue di oggi, il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini è stata nominata ufficialmente "Lady Pesc", e cioè Alto Rappresentante per la politica estera europea. Mogherini succede all’inglese Catherine Ashton. E’ stato scelto, contestualmente, anche il successore del belga Herman Van Rompuy a presidente del Consiglio Europeo: sarà, come anticipato negli ultimi giorni, il premier polacco Donald Tusk, esponente dei popolari-conservatori, a differenza della socialista Mogherini. Immediatamente sono arrivati, oltre a quelli del vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, i complimenti a Mogherini e Tusk anche di Renzi, come sempre via Twitter:
I complimenti di Napolitano. "L’Italia ha ottenuto un importante riconoscimento e, soprattutto, ha dato un positivo contributo alla soluzione del problema dei nuovi incarichi di vertice dell’Unione Europea. E’ stata infatti apprezzata la indicazione, da parte del governo italiano, di una candidatura femminile", ha commentato in una nota il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, "Federica Mogherini si è indubbiamente fatta apprezzare nel concerto europeo esercitando, dall’inizio del 2014, con impegno e competenza le funzioni di Ministro degli Esteri. Sono certo che saprà assolvere al meglio il mandato di una crescente coesione dell’Ue nel campo essenziale delle relazioni internazionali". "E’ stata in prima linea in questo momento così difficile a livello internazionale. Siamo certi che confermerà il grande impegno europeista dell’Italia. E’ il nuovo volto dell’Europa", ha detto invece Herman Van Rompuy presentando Federica Mogherini, appena nominata nuova Lady Pesc.
Chi è Federica Mogherini. Quarantuno anni, romana, sposata e madre di due figlie, Mogherini è ministro degli Esteri da poco più di sei mesi, dal 21 febbraio scorso, ragione per cui, da quando è emersa la sua candidatura, all’inizio dell’estate, molti Paesi non hanno nascosto le loro perplessità per la mancanza di esperienza della titolare della Farnesina. E a queste, nelle settimane scorse, si sono unite le critiche di quanti la considerano troppo filorussa. Laureata in Scienze politiche con una tesi di filosofia politica sul rapporto tra religione e politica nell’Islam, fatta durante l’Erasmus a Aix-en-Provence, in Francia, Mogherini ha iniziato il suo percorso politico nella Sinistra giovanile nel 1996, e nel 2001 è entrata nel Consiglio nazionale dei Ds, poi nella direzione nazionale e nel Comitato Politico. Nel 2003 ha iniziato a lavorare al dipartimento Esteri dei Ds, prima come responsabile del rapporto con i movimenti, poi come coordinatrice del Dipartimento, e da ultimo come responsabile delle Relazioni internazionali. Negli anni scorsi, ha tenuto le relazioni con il Partito socialista europeo, lavorando all’ingresso del Pd nel Pse avvenuto la scorsa primavera.
Chi è Donald Tusk. Il premier polacco, nominato stasera alla presidenza del Consiglio dell’Unione europea, è stato il primo a vincere due elezioni consecutive nella Polonia democratica sconfiggendo il populismo di destra dei fratelli Kaczynski. Centrista e liberale, in buona sintonia con la Germania di Angela Merkel, è considerato un politico pragmatico, anche nel suo atteggiamento nei confronti della Russia sulla crisi dell’Ucraina che lambisce i confini del suo Paese. Cinquantasette anni (è nato a Danzica il 22 aprile 1957), deve il suo nome Donald - insolito per un polacco - alla nonna che lo scelse in onore di un attore americano. Laureato in Storia all’Università di Danzica, da giovane ha militato in Solidarnosc e si è avvicinato al liberalismo. Dal 1983 al 1990, sotto la legge marziale del generale Wojciech Jaruselski, non riuscendo a trovare lavoro fu impiegato nella pulizia delle ciminiere industriali, lavorando tutto il giorno appeso a un’imbracatura. Sportivo e appassionato di calcio, è sposato dal 1978 e ha due figli. Appena nominato ha detto: "E’ l’ultima volta che parlo in polacco".
Nomine Ue, Renzi la spunta: Mogherini è Alto Rappresentante agli esteri
Matteo Renzi e Donald Tusk
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I leader socialisti, tra cui anche il presidente francese François Hollande, avevano confermato il loro appoggio alla Mogherini, attuale ministro degli Esteri del governo Renzi, come nuova ’Lady Pesc’ dell’Unione europea dopo la britannica Catherine Ashton. Nel pomeriggio la Mogherini è stata ricevuta anche da Juncker, che per lei ha avuto parole molto confortanti: "E’ molto competente ed europeista convinta". A questo punto, la battaglia vera sarebbe su un posto chiave della Commissione Ue, vale a dire quello del responsabile agli Affari economici che per cinque anni è stato in mano ai rigoristi finlandesi. L’uomo sostenuto dall’Eliseo (ma anche da Palazzo Chigi, in un’ottica di flessibilità sui conti) è l’ex ministro francese Pierre Moscovici.
Vertice Ue, i big del Pse al pre-summit da Hollande
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A tal proposito, lasciando l’Eliseo, Renzi aveva detto che la scelta per l’assegnazione dei portafogli della Commissione europea doveva essere "molto rispettosa dei desideri del presidente Juncker: sulla formazione decide il presidente della Commissione - ha sottolineato il premier - e per quello che ci riguarda è molto importante quello che ha detto Juncker" e cioè che agli Affari economici "ci sarà un esponente del Pse".
GUARDA Renzi e il francese / L’ambasciatore inciampa, c’è Hollande
Quanto alla nomina del presidente del Consiglio, Renzi ha ricordato che al consiglio Ue di luglio "si decise di affermare il principio che l’Alto rappresentante doveva essere socialista perché il presidente della Commissione era un popolare, mentre nel caso del presidente del Consiglio si sarebbe scelto il candidato con più consenso dopo la discussione oggi". Di qui la nomina del primo ministro polacco Donald Tusk, centrista moderato in quota Ppe e vicino alla Cancelliera tedesca Angela Merkel. "Noi abbiamo lavorato bene", ha detto Angelino Alfano dopo la riunione del vertice dei leader del Ppe che precede la riunione straordinaria del Consiglio europeo per le nomine Ue, "adesso lavorino i capi di stato e di governo".
"L’Europa deve cambiare la propria politica economica, concentrandosi su crescita e investimenti pur nel pieno rispetto delle regole di bilancio, a partire dal 3% del rapporto deficit-Pil. La crescita non è una richiesta dei Paesi che stanno peggio, è ciò che serve all’Europa", aveva invece detto Renzi sulla tormentata economia europea nel suo intervento al pre-vertice dei socialisti europei a Parigi salutando positivamente l’impegno del presidente designato della Commissione europea, Jean-Claude Juncker per i 300 miliardi di investimenti. "Dobbiamo fare dell’Europa un luogo che serve ai cittadini", ha sottolineato il presidente del Consiglio, aggiungendo che non è in discussione il rispetto degli accordi e delle regole, così come ha sempre ribadito l’Italia. La flessibilità, ha aggiunto, va "dentro le regole che già ci sono. Non si tratta di inventarsi regole nuove, ma di usare meglio quelle che già ci sono" (video).
A questo proposito i leader Ue terranno un nuovo vertice speciale su crescita e lavoro il prossimo 7 ottobre. "La situazione economica e del lavoro preoccupa", per questo "la Ue accoglie con favore l’intenzione dell’Italia di tenere una conferenza il 7 ottobre su occupazione, investimenti e crescita", in autunno la Ue affronterà la situazione economica in "un eurosummit ad hoc", si legge nella bozza di conclusioni del summit Ue.
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Sempre stamattina è svolto all’Eliseo a Parigi, il summit dei leader socialisti e democratici dell’Unione europea, al quale Renzi è arrivato stamani a bordo di una Lancia. Prima dell’inizio, nella capitale belga Renzi ha incontrato anche il presidente ucraino Petro Poroshenko per discutere della situazione nell’est del Paese e la minaccia russa. Si è parlato della "situazione internazionale", della vicenda russa e della crisi ucraina (Hollande ha già annunciato che stasera il Consiglio Ue inasprirà le sanzioni contro Mosca), della situazione in Libia e Siria, dell’Iraq e del Mediterraneo ma "una lunga discussione c’è stata sulle questioni economiche", ha dichiarato ancora il premier.
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I vertici di oggi si sono svolti all’indomani di un Consiglio dei ministri (il primo dopo la pausa estiva) al termine del quale il premier ha presentato lo ’Sblocca-Italia’ con 10 miliardi dedicati a opere nei prossimi 12 mesi, e la ’rivoluzione’ nella giustizia civile con tempi più veloci e responsabilità delle toghe: chi sbaglia paga, ha sottolineato ieri Renzi. A Palazzo Chigi il fuoriprogramma: il capo del governo ha mangiato un gelato artigianale in chiave anti-Economist (video).
www.repubblica.it delle 18.47
BRUXELLES - "L’Europa deve cambiare la propria politica economica, concentrandosi su crescita e investimenti pur nel pieno rispetto delle regole di bilancio, a partire dal 3% del rapporto deficit-Pil. La crescita non è una richiesta dei Paesi che stanno peggio, è ciò che serve all’Europa". Lo ha detto il premier Matteo Renzi nel suo intervento al pre-vertice dei socialisti europei a Parigi salutando positivamente l’impegno del presidente designato della Commissione europea, Jean-Claude Juncker per i 300 miliardi di investimenti. "Dobbiamo fare dell’Europa un luogo che serve ai cittadini", ha sottolineato il presidente del Consiglio, aggiungendo che non è in discussione il rispetto degli accordi e delle regole, così come ha sempre ribadito l’Italia. La flessibilità, ha aggiunto, va "dentro le regole che già ci sono. Non si tratta di inventarsi regole nuove, ma di usare meglio quelle che già ci sono" (video).
A questo proposito i leader Ue terranno un nuovo vertice speciale su crescita e lavoro il prossimo 7 ottobre. "La situazione economica e del lavoro preoccupa", per questo "la Ue accoglie con favore l’intenzione dell’Italia di tenere una conferenza il 7 ottobre su occupazione, investimenti e crescita", in autunno la Ue affronterà la situazione economica in "un eurosummit ad hoc", si legge nella bozza di conclusioni del summit Ue.
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Si è svolto all’Eliseo a Parigi, infatti, il summit dei leader socialisti e democratici dell’Unione europea, al quale Renzi è arrivato stamani a bordo di una Lancia. La riunione, organizzata dal presidente francese Francois Hollande precede il vertice europeo straordinario che si tiene nel pomeriggio a Bruxelles su nomine e Ucraina. Prima dell’inizio, nella capitale belga Renzi ha incontrato anche il presidente ucraino Petro Poroshenko per discutere della situazione nell’est del Paese e la minaccia russa.
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I leader socialisti, tra cui anche François Hollande, hanno confermato il loro appoggio a Federica Mogherini, attuale ministro degli Esteri del governo Renzi, come nuova ’Lady Pesc’ dell’Unione europea dopo la britannica Catherine Ashton, e a darne l’annuncio è lo stesso Renzi al termine del pre-summit. Nel pomeriggio Federica Mogherini è stata anche ricevuta da Juncker, che l’ha lodata: "Mogherini è molto competente ed europeista convinta". A questo punto, la battaglia vera sarebbe su un posto chiave della Commissione Ue, vale a dire quello del responsabile agli Affari economici che per cinque anni è stato in mano ai rigoristi finlandesi. L’uomo sostenuto dall’Eliseo (ma anche da Palazzo Chigi, in un’ottica di flessibilità sui conti) è l’ex ministro francese Pierre Moscovici.
A tal proposito, lasciando l’Eliseo Renzi ha detto che la scelta per l’assegnazione dei portafogli della Commissione europea deve essere "molto rispettosa dei desideri del presidente Juncker: sulla formazione decide il presidente della Commissione - ha sottolineato il premier - e per quello che ci riguarda è molto importante quello che ha detto Juncker" e cioè che agli Affari economici "ci sarà un esponente del Pse". E a seguire: "Ho stima per Moscovici, ma non tiriamo per la giacchetta Juncker, sarà lui a decidere. Se mi chiedete la mia opinione su Moscovici, è ottima". Renzi, nonostante gli impegni, non ha rinunciato tuttavia a "un pensierino" al campionato di calcio di serie A che inizia oggi:
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Quanto alla nomina del presidente del Consiglio, "abbiamo detto che non avremmo fatto un nome di parte". Al consiglio Ue di luglio "si decise di affermare il principio che l’Alto rappresentante doveva essere socialista perché il presidente della Commissione era un popolare, mentre nel caso del presidente del Consiglio si sarebbe scelto il candidato con più consenso dopo la discussione oggi. Nel Pse ci sono candidati adatti per quel ruolo, ma si è scelto di non formalizzare alcuna candidatura". Gli ultimi rumors danno il primo ministro polacco Donald Tusk, centrista moderato in quota Ppe e vicino alla Cancelliera tedesca Angela Merkel, quale probabile presidente. "Noi abbiamo lavorato bene", ha detto Angelino Alfano dopo la riunione del vertice dei leader del Ppe che precede la riunione straordinaria del Consiglio europeo per le nomine Ue, "adesso lavorino i capi di stato e di governo. Io sono convinto che un accordo importante e definitivo si troverà stasera".
Ma ancora: al vertice europeo di stamani a Parigi si è parlato della "situazione internazionale", della vicenda russa e della crisi ucraina (Hollande ha già annunciato che stasera il Consiglio Ue inasprirà le sanzioni contro Mosca), della situazione in Libia e Siria, dell’Iraq e del Mediterraneo ma "una lunga discussione c’è stata sulle questioni economiche", ha dichiarato ancora il premier. "C’è grande attenzione sui temi della crescita, che Hollande ha evidenziato più volte, con l’appuntamento ad hoc di cui abbiamo parlato e che oggi tutto il Pse ha condiviso - e il riferimento è al vertice sulla crescita. Si terrà a inizio ottobre in Italia". Il 7, dunque.
Il pre-summit si svolge all’indomani di un Consiglio dei ministri (il primo dopo la pausa estiva) al termine del quale il premier ha presentato lo ’Sblocca-Italia’ con 10 miliardi dedicati a opere nei prossimi 12 mesi, e la ’rivoluzione’ nella giustizia civile con tempi più veloci e responsabilità delle toghe: chi sbaglia paga, ha sottolineato ieri Renzi. A Palazzo Chigi il fuoriprogramma: il capo del governo ha mangiato un gelato artigianale in chiave anti-Economist
PEZZO DEL CORRIERE DI STAMATTINA
IVO CAIZZI
Gli eurosocialisti del Pse scendono in campo per appoggiare le richieste del premier Matteo Renzi e del presidente francese François Hollande nelle euronomine, nell’allentamento dei vincoli Ue di bilancio e nel rilancio della crescita. Il presidente del Pse, il bulgaro Sergei Stanishev, e il capogruppo degli eurodeputati socialdemocratici, Gianni Pittella, hanno ipotizzato perfino di non votare la nuova Commissione europea presieduta dal lussemburghese Jean-Claude Juncker, l’europopolare del Ppe approvato in cambio di un riequilibrio nei ruoli e nelle politiche economiche proprio nel vertice dei capi di Stato e di governo in programma oggi a Bruxelles.
PIERRE MOSCOVICI PIERRE MOSCOVICI
Questo intervento degli eurosocialisti rafforza la candidatura del ministro degli Esteri Federica Mogherini come Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza dei 28 governi della Ue, che è anche vicepresidente della Commissione. Richiama infatti l’accordo informale con il Ppe, che legava la nomina di Juncker a un loro esponente come responsabile degli Esteri Ue. E favorisce la scelta di una donna pretendendo almeno nove commissarie, come nella Commissione attuale.
«L’equilibrio di genere è importante come quello politico — hanno detto Stanishev e Pittella —. Se le donne non saranno adeguatamente rappresentate nella Commissione, non la voteremo nell’Europarlamento». Il Pse respinge anche l’intenzione di Juncker di depotenziare il ruolo di Alto rappresentate attribuendo a un altro commissario parte dei suoi poteri nella Commissione.
«Juncker ha anche promesso gli Affari economici della Commissione a un socialista — ha detto Pittella — e si è impegnato a lanciare la stagione degli investimenti per il rilancio della crescita e dell’occupazione». Hollande sostiene il suo ex ministro delle Finanze Pierre Moscovici e ospita stamattina a Parigi il pre-vertice dei leader eurosocialisti per far passare il connazionale come controllore dei bilanci più flessibile rispetto alla linea della Germania e degli altri Paesi rigoristi del Nord.
Proprio per questo a Berlino preferirebbero far depotenziare gli Affari economici o assegnarli a un esponente del Pse più vicino alla linea Merkel, come il presidente olandese dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.
RENZI-HOLLANDE RENZI-HOLLANDE
Ma l’ipotesi di candidare già oggi altri due popolari sostenitori del rigore di bilancio per le presidenze del Consiglio Ue e dell’Eurogruppo — si parla soprattutto del premier polacco Donald Tusk (eliminando la socialdemocratica danese Helle Thorning-Schmidt) e del ministro delle Finanze spagnolo Luis de Guindos — rende complicato far passare un annacquamento dei due ruoli di peso attesi dal Pse. «Ppe e Pse hanno ricevuto una quota quasi uguale di voti alle elezioni europee del maggio scorso — ha detto Stanishev —. Questo risultato si deve riflettere nella nuova leadership e direzione della Ue».
DONALD TUSK DONALD TUSK
Pittella conferma che «equilibrio di genere e di peso politico tra i principali partiti, insieme ai ruoli di Alto rappresentante e di commissario per gli Affari economici a socialisti, restano fondamentali per ottenere nell’Europarlamento i nostri 191 voti, decisivi per la Commissione Juncker». Spuntano poi richieste degli euroliberali, necessari per puntellare a Strasburgo la maggioranza composta da Ppe e Pse.
La difficoltà di un accordo sulle principali euronomine e i troppi candidati hanno convinto a sviluppare il summit a Bruxelles in modo ancora più riservato del solito, escludendo dalla sala i collaboratori dei 28 leader. In agenda sono state aggiunte la crisi economica (Renzi ha annunciato un vertice specifico il 6 ottobre), la valutazione di nuove sanzioni alla Russia per il caso Ucraina (è invitato il presidente ucraino Petro Poroshenko) e le altre tensioni geopolitiche in Iraq, Siria, Libia e a Gaza.