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 2014  agosto 29 Venerdì calendario

TACHICARDIA E DEPRESSIONE, VAN BASTEN DICE STOP

Dopo la famigerata caviglia, ecco il cuore. A Marco van Basten il fisico continua a non concedere tregua. Sabato l’ex Cigno di Utrecht non siederà sulla panchina dell’Az per il match casalingo contro il Dordrecht a causa dell’aggravarsi di problemi cardiaci, con i quali convive già da diverso tempo. Van Basten soffre di tachicardia ventricolare, che, secondo quanto scritto nel comunicato diramato ieri dal club di Alkmaar, sarebbe peggiorata sensibilmente negli ultimi mesi a causa di alcuni problemi personali che hanno colpito l’ex milanista. Su tutti, una fase di depressione arrivata dopo la morte del padre Joop, avvenuta lo scorso luglio all’età di 84 anni. Tra i due il legame è sempre stato fortissimo, tanto che Joop van Basten diceva di essersi perso non più di 5-6 di partite del figlio, dagli inizi di carriera nel club locale dell’Edo fino agli anni d’oro con Ajax e Milan. Alla ripresa degli allenamenti dopo la sconfitta in casa del Willem II, Van Basten avrebbe comunicato alla dirigenza di sentirsi molto provato, sia fisicamente che psicologicamente, dai sempre più assidui aumenti di battito cardiaco. Da qui la decisione di prendersi un periodo di riposo forzato, sulla cui entità nessuno si è ancora pronunciato. L’unica certezza è che gli allenamenti per ora sono stati affidati ai suoi assistenti, Dennis Haar e Alex Pastoor, che guideranno la squadra sabato in campionato.

A lti e bassi La carriera da allenatore di Van Basten è sempre proceduta a singhiozzo, alternando periodi intensi a lunghe pause. Costretto a un prematuro ritiro nel 1995, MvB si rilassa dedicandosi al golf e dichiarando di non essere emotivamente pronto al rientro nel mondo del calcio. Ci ripensa sette anni dopo, prende il patentino di allenatore e sceglie di cominciare con le giovanili dell’Ajax. Un approccio soft che viene completamente ribaltato nel giugno 2004, quando accetta la panchina della nazionale olandese. Bilancio: un deludente Mondiale 2006, seguito da un discreto Europeo 2008. Poi riecco l’Ajax, dove dura 33 partite, dimettendosi a una giornata dalla fine del campionato, al termine di una stagione rovente per polemiche e litigi che coinvolgono anche i giocatori (Luis Suarez in primis). MvB è stanco di allenare e decide di fermarsi tre anni. Nel giugno 2012, a sorpresa, accetta la panchina dell’Heerenveen. Un ritorno in provincia, lontano dallo stress e con l’unico obiettivo di valorizzare qualche giovane di talento. Dopo due anni però il suo stipendio non rientra più nei parametri di bilancio del club frisone. Ecco quindi arrivare, lo scorso giugno, il più ambizioso Az Alkmaar. Un’esperienza durata finora solo tre partite ufficiali.