Enrico Turcato, Il Giornale 29/8/2014, 29 agosto 2014
NEGLI ULTIMI 30 ANNI MAI UN CAMPIONATO COSÌ VECCHIO
Non sembra essere cambiato il mood di un campionato che perde di valore stagione dopo stagione. La Serie A 2014/15 si presenta al via tormentata dai soliti problemi. L’affollamento degli stranieri aumenta, lo spazio per i giovani prodotti dei settori giovanili è sempre minore, l’età media del torneo cresce ancora e, nonostante un mercato oculato e al risparmio, ben 11 società su 20 chiuderanno la sessione estiva con bilanci passivi. In pratica ci sono sempre meno soldi, si compra poco, male e prevalentemente dall’estero e la valorizzazione dei vivai è lasciata in stand-by, in attesa di regole più restrittive. E anche a livello prettamente sportivo sembra essere cambiato poco. Come nelle ultime tre stagioni è la Juventus la squadra da battere e, come l’anno scorso pare essere la Roma la principale indiziata per togliere lo scettro ai bianconeri. Anche perché, pur considerando il possibile miglioramento delle milanesi, il Napoli si è rinforzato meno del previsto e la Fiorentina vive in angoscia costante, preoccupata per i guai fisici di Rossi e Gomez.
Meno giovani, troppi stranieri Quello che inizia sabato sarà il campionato più vecchio degli ultimi 30 anni. L’età media totale, infatti, che per la prima volta dal 1985 supera i 26 anni, deve suonare come campanello d’allarme. Sono stati acquistati giocatori a fine carriera, da Ashley Cole (Roma) a Rafa Marquez (Verona), sono ancora regolarmente in campo gli eterni Totti, Toni, Pirlo (anche se starà fermo un mese a causa dell’elongazione del retto femorale rimediata per una botta di Menez al trofeo Tim), Di Natale e la possibilità dei giovani provenienti dal settore giovanile di emergere è ridotta al minimo. Le storie dei De Rossi e dei Marchisio, cresciuti e diventati punti di riferimento nel proprio club, sembrano essere improbabili da emulare. E per gli italiani la lotta al posto da titolare è sempre più dura: in questo torneo ci saranno più stranieri che giocatori nati in Italia nelle rose delle 20 di A. Gli attaccanti della Nazionale Mario Balotelli e Ciro Immobile hanno salutato il nostro campionato e nella top-five degli acquisti più onerosi dell’estate di A si leggono solamente giocatori nativi oltre confine italico.
È sempre la Juve la squadra da battere La Roma, con quasi 60 milioni di euro in uscita, è la squadra che ha speso di più sul mercato. Ma il gap con la Juventus, che ha tenuto tutti i suoi gioielli e si è rinforzata con gli arrivi di Evra, Romulo, Pereyra e Morata, non si è ancora azzerato anche perché Manolas dovrà dimostrare che è stato un affare cedere Benatia al Bayern Monaco. Il valore della rosa bianconera resta il più alto tra le 20 squadre, che vede Napoli, Roma e Inter, almeno a livello numerico, partire praticamente alla pari. Il Milan, invece, ha pensato più a rimpinguare le casse, esanimi senza coppe europee. Intrigante il nuovo Cagliari. Il primo dopo Cellino, targato Giulini: in panchina c’è Zeman e in campo dodici volti nuovi. Anche le neopromosse, Cesena, Empoli e Palermo, hanno operato alacremente sul mercato, ma rischiano di pagare ugualmente il salto di categoria. Così come deve fare attenzione l’Hellas Verona: Mandorlini schiererà per otto/undicesimi una formazione diversa rispetto al campionato scorso, nel quale i veneti sono stati squadra rivelazione. Con i soldi guadagnati per Romulo e Iturbe, il mercato chiuderà in attivo dopo una vera e propria rivoluzione. Ma in Italia, chi rivoluziona, di solito non ottiene grandi risultati.
Enrico Turcato, Il Giornale 29/8/2014