Roberto Giardina, ItaliaOggi 29/8/2014, 29 agosto 2014
IL PIÙ GIOVANE MINISTRO DEGLI ESTERI
da Berlino
Sebastian il 27 agosto ha compiuto 28 anni. Ma la festa di compleanno a Vienna non mette in pericolo il suo record: rimane il ministro degli esteri più giovane al mondo, titolo conquistato lo scorso inverno. Sebastian Kurz aveva tre anni e andava all’asilo quando cadde il «muro» di Berlino, riportando la sua Austria al centro dell’Europa, e ha superato la maturità nel 2004, un anno prima che Angela Merkel diventasse Cancelliera.
Quando il suo partito, i popolari dell’Övp, gli ha affidato gli esteri, i suoi connazionali erano comprensibilmente scettici: troppo giovane e inesperto, avrebbe portato discredito alla reputazione dell’Austria Felix. Sono bastati pochi mesi per convincere anche gli avversari, e gli europei. Magari non tutti condividono le sue scelte, ma Sebastian, alto, snello, i capelli abbastanza lunghi, non è certamente uno sprovveduto.
Matteo Renzi ha scelto per la sua squadra ragazze giovani e appariscenti, e molti hanno storto il naso: oggi quando qualcuno critica la Madia, la Boschi, o la Mogherini, viene subito accusato di essere antifemminista e di avercela contro il ricambio generazionale. Largo ai giovani e alle donne. Sebastian ha 14 anni meno della sua collega italiana agli esteri Federica ma nessuno lo critica per l’età, o perché se ne va in giro in jeans e camicie di cotone a strisce bianco e azzurre. Sono affari suoi, finché dimostra di essere preparato. In Germania già lo paragonano al loro Karl-Theodor von und zu Guttenberg, il beniamino di Frau Angela che lo volle ministro all’economia a 37 anni, nel 2009. A Berlino lo indicavano come suo delfino, e futuro Cancelliere. Poi la repentina fine della carriera, quando si scoprì che aveva copiato la tesi per il dottorato, peccato mortale per i tedeschi. Kurz non corre questo rischio perché la laurea non ce l’ha: studente di giurisprudenza gli mancano due esami, ma al momento ha interrotto gli studi per mancanza di tempo.
Giovane ma non sconosciuto. Sebastian ha cominciato a far politica a 16 anni, e fu presto eletto con il 100% dei voti a capo dei giovani popolari. E si è impegnato subito sul tema dell’integrazione: «Metà dei miei compagni al liceo era straniero». Le sue proposte sono concrete, non sempre politically correct, e criticate di volta in volta da progressisti e conservatori: un medico indiano non può essere costretto a fare il tassista a Vienna, oppure proporre la cittadinanza veloce per chi dimostra capacità e impegno sociale. È necessario imparare bene il tedesco, e si dovrebbe introdurre un anno supplementare all’asilo per i bambini stranieri.
La sua campagna elettorale è stata spigliata e provocante: ha proposto che i mezzi pubblici nella capitale funzionino sempre giorno e notte, con lo slogan «24 Stunden Verkehr», mostrando due giovani abbracciati, e giocando sul doppio senso: Verkehr vuol dire traffico e anche sesso. Convocava le conferenze stampa al club «Moulin Rouge», distribuendo per strada preservativi. Ha cambiato l’immagine troppo severa dell’Övp e ha conquistato i voti dei giovani.
Non avrà ancora trent’anni, ma nessun politico dell’Ue si è recato così spesso in missione in Ucraina, che per buona parte cent’anni fa era la Galizia controllata dall’Impero austroungarico. Per esperienza, a Vienna non intendono l’attività all’interno del partito. Ora, come von Guttemberg, anche Sebastian viene indicato come il futuro Cancelliere, ma lui ribatte: «Fra dieci anni non voglio più fare politica». E non avrà per allora nemmeno l’età di Matteo Renzi.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 29/8/2014