Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 29 Venerdì calendario

I VENTI DI GUERRA AFFOSSANO LE BORSE

MILANO.
Per una volta, le tensioni internazionali sono state più forti dei dati positivi dell’economia Usa. La situazione in via di peggioramento del conflitto tra Russia e Ucraina, ieri ha pesantemente condizionato l’andamento delle Borse. E lo spread dei Btp è tornato a salire. In Europa hanno chiuso tutte in negativo, appesantite non solo dai timori per le conseguenze economiche dello scontro tra Mosca e Kiev, ma anche dalla nuova serie di dati negativi sull’economia dell’Eurozona, che ormai non risparmiano nemmeno la sua nazione-locomotiva. In Germania, ad agosto, il numero dei disoccupati è tornato a salire, con un tasso che si attesta al 6,7 per cento; e l’inflazione è rimasta invariato allo 0,8 per cento (ai minimi dal febbraio 2010), uno dei dati più bassi di sempre per il paese tedesco.
Anche Wall Street, che soltanto l’altro giorno ha visto gli indici principali toccare i nuovi massimi storici, ha fatto segnare una seduta negativa. Le crisi geopolitiche (oltre all’Ucraina anche la situazione in Medioriente) hanno avuto la meglio sui dati macroeconomici, i quali mostrano una economia americana in salute al punto che gli addetti ai lavori si aspettano a breve una decisione sul rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Così, la Borsa di New York alle notizie sullo sconfinamento di carri armati russi in Ucraina, è calata nonostante il Pil rivisto al rialzo nel secondo trimestre dell’anno, con una crescita passata dal 4 al 4,2 per cento. Tra le piazze principali Milano è stata la peggiore, con una perdita di due punti percentuali: al clima negativo generale, a Piazza Affari è stata zavorrata dalle vendite sui due colossi di Stato. Eni ed Enel - le due maggiori società della Borsa per capitalizzazione hanno perso rispettivamente l’1,7 e il 2,9 per cento sulle indiscrezioni della possibile vendita di altre tranche di azioni da parte del governo Renzi. Torna a salire lo spread, il differenziale tra i Btp e i Bund tedeschi oltre quota 150 (a 156,6 punti base) e il tasso sul decennale dopo il nuovo minimo storico del 2,38 per cento ieri si è riportato al 2,44 per cento. Qualche riflesso si è avuto anche sull’asta dei titoli di stato a 5 e 10 anni: hanno raccolto 8 miliardi ma senza troppo brillare, visto che la domanda complessiva è stata superiore soltanto di un miliardo.
Oggi è atteso il dato sull’inflazione dell’Eurozona: se dovesse essere negativo c’è chi è pronto a scommettere che Mario Draghi, il numero uno della Bce, sarà costretto a intervenire con le sue armi «non convenzionali» prima del previsto, già la prossima settimana.
Luca Pagni, la Repubblica 29/8/2014