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 2014  agosto 28 Giovedì calendario

CUCINELLI FA IL PIENO DI PROFITTI E RICAVI

Brunello Cucinelli fa crescere margini e vendite nella prima metà dell’anno e vede buone prospettive per tutto l’esercizio e per il 2015. Il marchio umbro del cashmere ha approvato ieri i conti di una semestrale che, oltre a un aumento del fatturato dell’11,6% (vicino a 176 milioni di euro), vede crescere sensibilmente anche la redditività, con l’Ebitda a +12,9% (poco sopra i 30 milioni) e l’utile netto in progresso del 17,8% (a 15,6 milioni). «Abbiamo in casa gli ordini per la collezione primavera estate del 2015 e posso dire che l’atmosfera è positiva e ci fa immaginare un anno migliore» ha spiegato Cucinelli a Il Sole 24 Ore. Il presidente e fondatore del marchio umbro conferma, inoltre, le previsioni già diffuse a luglio di una crescita a doppia cifra per utili e fatturato nell’esercizio 2014. Il suo ottimismo, tuttavia, va al di là del quartier generale di Solomeo: «Sono ottimista non solo per la mia azienda ma per l’Italia – continua Cucinelli –. Credo che con la creatività e con la capacità di produrre che abbiamo, le prospettive non siano affatto negative. Anche perché nel mondo siamo visti bene ed è riconosciuta la nostra capacità di fare prodotti di grande valore artigianale». Il riscontro positivo dei clienti internazionali è evidente dalla crescita del 15% che l’estero registra nel fatturato semestrale di Cucinelli (con vendite fuori Italia ormai prossime al 80% del fatturato). Del resto anche nel piccolo sussulto del mercato domestico (+0,2% nella prima parte del 2014), il 40% è da attribuirsi ai turisti che vengono a comprare nelle boutique italiane.
E se proprio i canali monomarca retail sono quelli che crescono maggiormente (+22,9% nel periodo a fronte di un +6% del monomarca all’ingrosso e di un’analoga crescita della distribuzione multimarca), il Nord America si conferma per il gruppo il mercato più interessante (+18% con un peso superiore al 30% nel fatturato). Cucinelli, infatti, minimizza i rischi legati alla crisi con la Russia («Quale imprenditore che opera in 60 paesi non tiene in conto rischi del genere?» dichiara), e spiega: «L’America ha un grande valore per noi e grandi prospettive di crescita». Di più cresce solo la Cina (+43%), che però non arriva al 6% sul fatturato globale.
E mentre il titolo ha ripreso a salire (+7,4% nell’ultimo mese), Cucinelli sembra smentire ogni possibilità di appetito speculativo su un’azienda che resta (con oltre il 60% delle quote) saldamente nelle mani del fondatore: «Sono sempre molto lusingato se qualcuno ci guarda con interesse. La mia visione, però, è quella di far prosperare l’azienda per qualche centinaio d’anni. Credo infatti che, in questa splendida Italia, ci sia davvero bisogno di chi ha voglia di fare impresa».
@giovegezzi
Giovanni Vegezzi, Il Sole 24 Ore 28/8/2014