Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 28 Giovedì calendario

IL RE E LA REGINA

Il primo giorno della nuova serie A sarà tutto per loro. In vetrina, sabato contro Chievo e Fiorentina, i campioni in carica e i vice: la Juventus e la Roma partono ancora in pole. Prenotano il futuro e sono assolute protagoniste del presente, dopo aver segnato in modo indelebile il passato. Quello, ad esempio, della A con i tre punti per vittoria, la svolta che ha svalutato i pareggini. Cominciò tutto nel 1994/95, guarda caso con uno scudetto bianconero. A maggio abbiamo archiviato l’edizione numero 20, cifra tonda. Venti campionati, 45 club in gara, 6860 partite giocate, ma un solo vero re e una sola vera regina: Francesco Totti, totem giallorosso, è l’onnipresente uomo dei record; la Juventus è la squadra che ha vinto più di tutte, consolidando una leadership tricolore conquistata nel 1958 con il sorpasso sul Genoa.
Totti è l’unico giocatore ad esserci sempre stato, nella serie A «moderna». C’era già prima, a dire il vero. Quando vincere valeva solo due punti e lui, abbondantemente minorenne, metteva insieme tra il 28 marzo 1993 e il 23 aprile 1994 le sue prime 10 presenze tra i grandi. Ne avrebbe poi collezionate altre 551, griffate con 235 reti: nessuno come lui, nell’ultimo ventennio. Segna dal 4 settembre 1994, Totti: sinistro imprendibile contro il Foggia, all’Olimpico, con il «9» sulle spalle. Vent’anni di gol da celebrare prima di un’altra festa, quella del 27 settembre, il compleanno numero 38 di un campione che non invecchia e che, anzi, adesso ritroverà pure la Champions.
Anche la Juventus sembra tutt’altro che una Vecchia Signora. Lo Stadium di proprietà e il tarantolato Antonio Conte le hanno ridato smalto e titoli, annullando in fretta lo sconquasso di Calciopoli. Resta la macchia di quella prima e unica stagione in B, che impedisce di stare con Inter, Lazio, Milan e Roma tra le fedelissime della serie A «da tre». Ma anche dal 1994 la Juve ha continuato a far meglio di tutti: più scudetti, più punti totali (nonostante 38 partite in meno...), unica squadra capace di viaggiare sul campo a una media superiore ai due punti per gara. Ora riparte con Allegri alla guida, dopo gli exploit targati Conte: tre titoli in fila e quota 102 toccata nell’ultima conquista. Roba da fenomeni. Più o meno come le imprese di altri grandi protagonisti della storia recente della serie A che però, a differenza di Totti e della Juventus, hanno smesso di farne parte. Resistono, chissà per quanto ancora, i loro primati. Javier Zanetti ha salutato a maggio, quasi 41enne, dopo 615 presenze con l’Inter: come lui, non ne nascono più. E che dire di Del Piero, Samuel (appena volato in Svizzera al Basilea) e Stankovic? Sei scudetti nel calcio odierno sono un’enormità.
Ha mollato (momentaneamente?) anche Francesco Guidolin. Degli ultimi 20 campionati, lui ne ha vissuti ben 16 dalla panchina: se parla di stress, lo si può capire. Sarà un caso, ma anche chi lo segue nella classifica dei tecnici più presenti adesso allena all’estero (Ancelotti, Capello, Lippi, Prandelli), è senza squadra (Malesani, Delio Rossi, Spalletti, Del Neri, Zaccheroni) oppure è in pensione da tempo (Mazzone). Tiene duro Mazzarri, giunto all’11a stagione consecutiva al top. L’Inter gli chiede di far meglio del 5° posto del suo debutto. Oltre, naturalmente, a lasciare di nuovo dietro il Milan. Possibilmente con più di 7 punti di distacco, per scavalcare i rossoneri anche nella superclassifica dalla A da 3. E prendersi almeno il 2° posto, dietro la Juve regina.
Roberto Condio, La Stampa 28/8/2014