Angela Zoppo, MilanoFinanza 27/8/2014, 27 agosto 2014
ALITALIA, PRESTITO PONTE A SETTEMBRE
Alitalia vuole arrivare al battesimo della newco con Etihad con più di qualche spicciolo in cassa per l’attività ordinaria. Ora ne sono arrivati un po’, anche se insufficienti per tirare il fiato nei quattro mesi che ancora dividono la compagnia dalle nozze con Abu Dhabi. Si tratta di circa 55 milioni di euro sbloccati dal Venezuela, relativi a crediti su biglietti venduti, che però saranno versati in tranche (Alitalia annuncerà comunque oggi la ripresa dei voli per la capitale Caracas, a partire dal 1° settembre). Altri 100 milioni circa sono il frutto della vendita di una decina di Crj, aerei regionali in locazione alla controllata Cityliner e già in phase-out, ovvero non più utilizzati dalla flotta Alitalia. Ma questi proventi sono stati destinati quasi integralmente a copertura di finanziamenti. A breve saranno ceduti altri 14 aerei, tutti Airbus 320 e 321, e bene sarebbero andati anche gli incassi estivi.
Ma serve altra liquidità. Per questo i consiglieri, dopo il breve cda di ieri, hanno deciso di rivedersi la prossima settimana per abbozzare il prestito ponte, ammontare previsto circa 150 milioni. Il board, intanto, ha preso atto dei progressi verso la creazione della newco 49% Etihad-51% Alitalia. Nel corso del cda, durato circa due ore, sono stati passati in rassegna anche i prossimi passi in attesa che l’Antitrust europeo si pronunci sull’operazione, in particolare le modalità di costituzione delle nuove società e l’elenco degli asset destinati alla nuova Alitalia. L’ipotesi è che tutta la vecchia Alitalia confluisca nella midco voluta dal socio Poste e che all’ingresso di quest’ultima nella società veicolo col nuovo apporto di capitale si realizzi poi lo spin-off verso la newco italo-emiratina. «L’assetto azionario è ben definito e dalla settimana prossima andremo a perfezionare il dossier in sede europea» ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Dettagli sulla situazione finanziaria della compagnia, invece, emergono dalle relazioni che accompagnano le delibere assembleari sull’aumento di capitale da 300 milioni di euro approvato dagli attuali azionisti. Alitalia, interrompendo una prassi consolidata, ha preferito non fornire ufficialmente i dati né sul bilancio 2013 (chiuso in perdita per 557 milioni) né sui primi mesi dell’anno, ma i numeri sono esposti nei documenti inviati ai soci. La compagnia ha chiuso il primo trimestre 2014 con una perdita netta di 156 milioni di euro, sostanzialmente identica a quella dell’analogo periodo 2013. Il punto, però, è che sommata alle perdite portate a nuovo, la cifra sale a 251 milioni, superando un terzo del capitale sociale e facendo incorrere di nuovo Alitalia nella fattispecie dell’art. 2446 del Codice civile (riduzione del capitale per perdite). Il patrimonio netto della società a quella data risultava ridotto a 89,9 milioni, inferiore ai due terzi del capitale sociale. Anche per questo motivo, quindi, oltre che per onorare gli accordi con Etihad, è stato approvato il nuovo aumento di capitale da 250 milioni, poi innalzato a 300. «L’aumento di capitale integra un opportuno provvedimento ai sensi dell’art. 2446», si legge nei documenti assembleari, oltre a rappresentare «un momento del più ampio e articolato progetto in definizione con Etihad». In pratica, «le risorse rinvenienti dall’aumento di capitale saranno destinate a far fronte al previsto obbligo da parte della società di coprire l’eventuale differenza negativa (shortfall) di cassa che la nuova Alitalia dovesse registrare alla data del closing dell’operazione rispetto all’ammontare target concordato con Etihad e indennizzare la Nuova Alitalia nell’ipotesi in cui si trovi a dover fare fronte a passività escluse dal perimetro di conferimento».
Intanto, nella cornice dell’alleanza con Etihad si inquadra l’atteso accordo firmato ieri al Meeting di Rimini fra il ministro Lupi e l’ad di Fs, Mario Elia, per collegare l’alta velocità agli scali di Fiumicino, Malpensa e Venezia.
Angela Zoppo, MilanoFinanza 27/8/2014