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 2014  agosto 27 Mercoledì calendario

GIORGIO ARMANI RIGURGITA DI RISERVE

Pur in un anno che lo ha visto transare per quasi 240 milioni di euro con il fisco, Giorgio Armani è riuscito a rafforzare il suo gruppo dal punto di vista patrimoniale. I risultati civilistici 2013 della Giorgio Armani spa hanno visto il bilancio chiudersi con un utile di oltre 41 milioni, destinato a riserva straordinaria, rimpinguando così i quasi 615 milioni di riserve esistenti. Il profitto della capogruppo si confronta con i quasi 208 milioni di utile del precedente esercizio, ma la spiegazione del calo è tutta nella voce «oneri straordinari». Si tratta del versamento di 235,3 milioni all’Agenzia delle entrate per definire gli obblighi fiscali 2002-2009. Lo stilista ha deciso di pagare dopo che la verifica dell’Agenzia iniziata nel 2013 aveva eccepito che la controllata svizzera nel periodo 2002-2009 sarebbe dovuta essere considerata fiscalmente residente in Italia. La Giorgio Armani spa, che a fine 2009 aveva incorporato il veicolo elvetico e costituto nella Confederazione una stabile organizzazione, ha comunque deciso di chiudere la vertenza col fisco nostrano «al fine di prevenire lunghi e onerosi contenziosi e concentrarsi sulla propria attività imprenditoriale». La capogruppo dello stilista, che ha rivalutato di 36,1 milioni la controllata Usa Giorgio Armani Corporation tornata in utile, ha incassato una cedola di 84 milioni dalla GA Operations. Nel portafoglio figurano poi titoli Safilo per 1,7 milioni e lo 0,15% di Luxottica, in carico per 2,1 milioni. Il gruppo Armani ha chiuso il consolidato 2013 con un aumento del 4,5% dei ricavi, al record di 2,1 miliardi e 410 milioni di risultato operativo (+18,2%).
Grazie a Greco dalle famiglie Boroli-Drago
Vale oltre 120 milioni l’effetto di Mario Greco per le famiglie Boroli e Drago, che azzerando le loro posizioni in Unicredit portano a casa una plusvalenza di 45 milioni. Sono i numeri più significativi del bilancio 2013 di B&D Holding, cassaforte presieduta da Marco Drago e che controlla oltre la De Agostini anche le quotate Gtech e Dea Capital. La stessa cassaforte che ha deciso di accantonare interamente a riserva l’utile di 24,3 milioni segnato nell’esercizio. Un bilancio importante poiché è il primo dal completamento della riorganizzazione societaria delle holding, che ha visto nascita e messa a regime della nuova accomandita. Un bilancio segnato da un net asset value cresciuto del 30% a 2,3 miliardi, grazie agli incrementi di valore sia di De Agostini sia di B&D Finance, la subholding che raggruppa le attività finanziarie. Relativamente a queste l’effetto sul 2,3% detenuto in Assicurazioni Generali grazie all’ottimo 2013 borsistico del titolo del Leone di Trieste, ha determinato una rivalutazione della quota di 127 milioni detenuta tramite Dea Partecipazioni per un valore di carico di 648 milioni (pari a 17,1 euro ad azione), quota che si somma allo 0,17% di Generali posseduto da B&D Finance. L’azzeramento della presenza in Unicredit è avvenuto in due momenti. Nel corso del 2013 vendendo tutte le azioni dell’istituto per 28 milioni con una plusvalenza di 13 milioni e quest’anno vendendo la totalità dei cashes aventi come sottostante i titoli della banca di piazza Gae Aulenti per 64 milioni, con una plusvalenza nel conto economico consolidato 2014 della holding pari a 18 milioni. I conti del gruppo dei Boroli-Drago segnalano una tenuta dei ricavi a 4,9 miliardi (-4% sul 2012), con un ebitda a 1,1 miliardi, un ebit a 647 milioni in crescita dai 623 milioni dell’anno prima e un risultato netto di 2 milioni in linea col precedente esercizio. Nella lettera ai soci Drago sottolinea il miglioramento della posizione finanziaria netta da 3,9 a 3,8 miliardi «grazie all’attenzione portata alla generazione di cassa in tutte le nostre partecipate e alla pulizia di portafoglio». I ricavi da attività editoriali sono stati di 1,1 miliardi (-10,3% sul 2012) con un ebitda di 43 milioni (-4 milioni), quelli del settore media & communication di 635 milioni (-7%), con un ebitda di 44 milioni (-19 milioni), quelli di giochi & servizi di oltre 3 miliardi stabili sul 2012 con un ebitda di oltre un miliardo (+3,4%). Le attività finanziarie hanno visto ricavi per 93 milioni (+3 sul 2012) e un ebitda di 48 milioni (+19 milioni).
Andrea Giacobino, ItaliaOggi 27/8/2014