Franco Bechis, Libero 27/8/2014, 27 agosto 2014
FORSE È LA VOLTA BUONA CHE TAGLIANO LE PARTECIPATE
La mail è arrivata lunedì pomeriggio dopo il primo faccia a faccia che il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva avuto con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sullo sblocca-Italia che venerdì dovrebbe vedere la luce in consiglio dei ministri. Due paginette di proposte inviate dal ministero di via XX settembre e dirette alla posta elettronica del premier. Renzi- che è il segretario di se stesso (non ha portato nessuno con sé a palazzo Chigi), l’ha letta ad alta voce con un ristretto gruppo di collaboratori. E poi sorridendo e allargando le braccia ha sospirato: «Da cestinare!». La mail che era firmata Padoan (ma che era stata scritta da un gruppetto coordinato dal capo di gabinetto Roberto Garofoli, che è il vero ministro in carica) aggiungeva infatti allo Sblocca Italia argomenti che erano fino a quel momento estranei al contenuto del decreto, e che inserivano una parte di programma di privatizzazioni per la riduzione del debito pubblico. Nell’elenco contenuto nelle due paginette figuravano per altro servizi pubblici locali - che non sono nella disponibilità diretta del governo - e pure società attive nel settore dell’acqua pubblica che non possono essere privatizzate dopo il recente referendum. Le due paginette sono state effettivamente cestinate (si troverà un modo più cortese poi di rispondere a Padoan), ma l’episodio segna con molta eloquenza lo stato dei rapporti fra palazzo Chigi e il ministero chiave della politica economica. Umanamente sono di simpatia, ma politicamente assai poco produttivi. Così proprio alla vigilia del varo della prossime legge di stabilità che sarà preparata a settembre Renzi ha deciso di rispolverare un progetto che accarezzava fin dal primo momento in cui è arrivato a palazzo Chigi. L’idea è quella di spostare sulla presidenza del Consiglio anche sotto il profilo tecnico il peso di decisioni di politica economica che Renzi non vuole lasciare nella esclusiva disponibilità del ministero dell’Economia, non fidandosi soprattutto dello staff tecnico che sovrintende in modo deciso al lavoro di Padoan. L’intenzione è quella di costituire una cabina di regia economica dentro il palazzo principale della presidenza del Consiglio, e su questa strada i pochi collaboratori di cui si fida Renzi stanno spingendo ancora una volta per il trasferimento della Ragioneria generale dello Stato, con l’intenzione di separarla dal cordone ombelicale sia della struttura che del potere esistente al ministero dell’Economia e farne uno strumento efficace di preparazione dei provvedimenti della presidenza del Consiglio con cui interloquire direttamente durante la formazione dei testi. Il trasferimento fisico della Ragioneria dovrebbe diventare la punta di diamante di una robusta ristrutturazione della stessa presidenza del Consiglio. Renzi sembra assai poco soddisfatto del lavoro fin qui compiuto dal segretario generale Mauro Bonaretti, portato lì su indicazione del sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio. La posizione è piuttosto traballante, perchè il premier non lo ritiene adatto al carico di lavoro che dovrebbe sostenere. Ma nei piani di Renzi, l’organigramma intero della presidenza del Consiglio dovrebbe essere ridisegnato. Prima decisione sarà quella di rinviare alle amministrazioni di appartenenza tutto il personale comandato, anche per non fare troppa confusione di ruoli e magari consentire qualche innesto fresco pescando dai concorsi già fatti negli anni scorsi. Nel nuovo organigramma potrebbe avere una posizione più defilata anche Antonella Manzione, l’ex dirigente dei vigili di Firenze che piace tanto a Renzi ma irrita non poco gli altri membri della sua squadra.
Franco Bechis, Libero 27/8/2014