fulmini 28/8/2014, 28 agosto 2014
POSTER
«La mia storia comincia a Barcellona nel 2003: ero con mio padre ai Mondiali per vedere Thorpe, mi comprai il poster che c’è ancora sul mio letto. Mi dicevo: “M’impegnerò alla morte per diventare come lui”. Sono cresciuto con quei miti: Thorpe e Hackett» (Greg Paltrinieri).
SGUARDI «Zeman mi ha allenato due anni alla Roma e mi ha fatto diventare un calciatore migliore, perciò gli devo molto. Mi ha insegnato il lavoro duro parlando poco. Con lui bastava uno sguardo per capirci. Uno come Zeman lo ami o lo odi, non è di certo un tipo indifferente» (Eusebio Di Francesco, che domenica con il suo Sassuolo affronterà il Cagliari di Zeman).
AL VOLO «Il bello è che io Conte l’ho conosciuto solo in tv... Da opinionista Mediaset, a fine partita, gli facevo qualche domanda: di persona mai... Chiaro che, una volta perfezionato il contratto, sarà il primo che vorrò sentire e incontrare insieme allo staff. Ma con lui e Alessio formiamo un bel gruppo di centrocampisti: ci si intenderà al volo…» (Lele Oriali, nuovo team manager della Nazionale.
PING PONG «Ho sempre creduto che nel calcio non ci fosse riconoscenza e l’ho appurato di persona in questi anni. Sono campione del mondo di calcio e non di ping pong, ma il rispetto che per me è la cosa prioritaria, quello che ho messo davanti a tutto e a tutti, quello proprio lo esigo. E non credo di averlo mai ricevuto» (Giancarlo Antonioni, deluso per non essere stato nominato team manager azzurro).
FINITA «Non riesco ancora a realizzare che è finita. Mi sento ancora in mezzo ai tifosi ed è per questo che non ho fatto alcuna lettera di addio. Avrei meritato di sapere che non rientravo più nei piani non dico 3-4 mesi prima, ma neppure il penultimo giorno della stagione» (Esteban Cambiasso, tornando sul suo addio all’Inter).
ROVESCIATA «Mi sono sempre venute facili le acrobazie, fin da ragazzo. La rovesciata è bella da vedere, i tifosi apprezzano. La provo sempre, senza pensarci» (Mauro Pinilla).
TIME-OUT «Che cosa vorrei cambiare nel tennis? Probabilmente farei pagare per i time-out medici. Così vedremmo chi davvero li usa e chi no. Non so, metterei una tariffa di 2500 dollari o giù di lì. Sarebbe divertente» (Maria Sharapova polemizzando con la rivale Ana Ivanovic).