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 2014  agosto 27 Mercoledì calendario

BONI: «IO DIVINO CLOCHARD»

In pieno relax sulla costa tirrenica della Basilicata, reduce da una serata per la consegna del Premio Maratea, Alessio Boni si prepara ad un autunno pieno di teatro, televisione e cinema. Nessuna vacanza per l’attore originario di Sarnico - un piccolo paese sulla riva del Lago d’Iseo - cresciuto a Bergamo e presto fuggito dalla provincia alla ricerca della propria strada.
«Per me non esistono ferie - dice, stentoreo - il mio lavoro è una vacanza continua. Essere sul set, davanti ad un leggio, su un palcoscenico: una totale libidine dell’anima. Da cosa dovrei riposarmi? Talvolta mi fermo per qualche giorno, tra un set e l’altro o durante la tournée. E per sospendere mi ritiro nel mio casale in Toscana, a tagliare l’erba, potare il glicine, raccogliere frutta. È il modo migliore che conosco per recuperare davvero e riflettere sulla mia vita».
In teatro tornerà ad interpretare Dio nella pièce di Eric Emmanuel Schmitt, “Il Visitatore”, per la regia di Valerio Binasco.
«Dopo la tournée della passata stagione, riprenderemo lo spettacolo il 7 novembre nello splendido Teatro Comunale di Ferrara. Saremo a Roma, al Quirino, dal 25 novembre e poi in giro fino al 15 marzo. In questo testo straordinario Schmitt parla dell’uomo, di etica, cerca di definire il limite tra bene e male. Per farlo sceglie l’agnostico per eccellenza, Sigmund Freud, e un clochard che afferma di essere Dio. Il senso più profondo dello spettacolo è nel confronto tra due intelligenze. Non c’è la volontà di redimere un peccatore, c’è solo l’affascinante esibizione del pensiero. Freud chiede a Dio perché non abbia scelto un prete per parlare di questioni religiose e Dio risponde che senza un vero contraddittorio sarebbe stato noioso».
In queste settimane sta girando “Catturandi”, la nuova fiction in sei puntate di Rai Uno che vedremo in autunno.
«Per la prima volta si racconta la lotta tra Stato e Mafia dal punto di vista di questa squadra speciale della Polizia, la Catturandi appunto, deputata all’arresto dei grandi latitanti di Cosa Nostra in tutte le sue declinazioni. Fabrizio Costa, il regista, ha messo insieme un cast molto interessante. Oltre ai bravissimi Massimo Ghini, Leo Gullotta, Anita Caprioli e Vincenzo Amato, ci sono giovani davvero efficaci».
Cinema?
«Ho passato gli ultimi mesi a leggere sceneggiature e finalmente sono arrivato a selezionarne due. Ho ancora qualche giorno per scegliere... Il dato interessante è che il linguaggio del cinema italiano sta cambiando. Forse perché, come spesso si dice, nei momenti di disagio, il fervore aumenta. I giovani registi si lanciano con l’incoscienza di chi ha nulla o poco da perdere e spesso trovano percorsi inusuali. D’altra parte sono convinto che ogni gesto dovrebbe essere guidato da un pizzico di incoscienza e istinto. Chi lascia i sogni nel cassetto, muore lentamente».
Intanto, il 9 settembre, la vedremo a Roma con “Amore scalzo”.
«Siamo in due in scena, io e Marcello Prayer. Amore scalzo è un reading musicale, un canto di amore e solitudine che rende omaggio a Piero Ciampi. Saremo al Monk, un nuovo centro culturale nato dove c’era La Palma Club, all’interno della manifestazione Bookshow live».
Marica Stocchi