Claudia Terracina, Il Messaggero 27/8/2014, 27 agosto 2014
LA MECCA VIETATA AI PELLEGRINI DEI PAESI A RISCHIO
Per contrastare Ebola, l’Arabia Saudita sigilla le frontiere. Lo Stato arabo ha deciso di non permettere l’ingresso ai cittadini di Guinea, Liberia e Sierra Leone in occasione del Hajj, il pellegrinaggio rituale alla Mecca che quest’anno cade a ottobre. La decisione, riferiscono i siti sauditi, è stata presa per impedire che il virus possa propagarsi nel Paese importato dai fedeli giunti da tutto il mondo. La ricorrenza è imponente, secondo il ministero dell’Hajj nella città di Maometto sono attesi 1,3 milioni di pellegrini stranieri, in gran parte provenienti da Paesi sud-asiatici (410.000) e arabi (250.000). Sono invece 190.000 quelli che arriveranno dall’Europa e della Turchia, che si aggiungeranno ai circa 150.000 pellegrini dell’Arabia Saudita.
Già Kenya, Costa D’Avorio, Guinea, Camerun e Sudafrica hanno adottato la chiusura delle frontiere in funzione anti Ebola, ma per il capo dell’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale (Usaid) Jeremy Konyndyk, in questi giorni in Liberia, ciò che conta davvero è la prevenzione. La chiave per battere il virus, afferma, è educare la popolazione sulle modalità di trasmissione e quindi sulle misure per proteggersi dal contagio. «Se confrontiamo questa malattia con la malaria, è certo più difficile da prendere, ma ovviamente è una patologia molto peggiore una volta infetti», spiega il direttore dell’Usaid. «Aiutare la gente a capire come proteggersi è cruciale per controllare l’epidemia. La sfida più grande è la scarsa informazione o la poca comprensione della malattia».