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 2014  agosto 22 Venerdì calendario

QUEL SINDACALISTA UN PO’ COSI’

Occhiali da insegnante di scuola media, spiccato accento emiliano e ciuffo brizzolato sulla fronte, ha sempre l’aria un po’ afflitta di uno che soffra per una fastidiosa ulcera duodenale. Posso sbagliarmi, ma in tv, dove ogni tanto compare ospite di qualche talk show, non l’ho visto mai sorridere. Maurizio Landini (43 anni, da Castelnovo ne’ Monti, vicino a Reggio Emilia, segretario generale della Fiom) ha, però, due virtù che ne fanno un personaggio. Anzitutto è un sindacalista che non pare un sindacalista. O, meglio, non assomiglia a quei dirigenti confederali, come Raffaele Bonanni o Susanna Camusso che persino in famiglia si sentono investiti da una missione e che assumono una solenne prosopopea quando compaiono in pubblico: mai in cravatta, Landini ha invece un’aria dimessa, porta la camicia sbottonata e una maglietta bianca di cotone. Inoltre, è un sindacalista che rifugge dal sindacalese, il gergo astratto, arcigno e retorico delle centrali sindacali: Landini, al contrario, espone il suo pensiero con una sorta di semplicità reggiana e, ogni tanto, lo infiocchetta con esclamazioni tipo "Sant’Iddio" o "Dio mio". È un oratore coinvolgente. Il guaio è che è anche fluviale: esonda. Quando qualcuno prova ad arginarlo, si rannuvola, alza il tono della voce e continua, implacabile, a esondare…