Paolo Di Stefano, Corriere della Sera 26/8/2014, 26 agosto 2014
QUEI PATTI ESTROSI PER IL PALATO DI SALGARI
Aveva strane fantasie etnogastronomiche, Salgari: molluschi mostruosi e deliziosi, frittate di uova di condor, uccelletti piccantissimi essendo gran mangiatori di pepe, carne di canguro arrostita in foglie di eucaliptus. I malesi e i giavanesi, racconta, vanno matti per il «blaciang», un piatto che definisce «immondo» ma che fa dilatare le narici ai figli della foresta: «È un miscuglio di gamberetti e di piccoli pesci tritati insieme, lasciati marcire al sole e poi salati. L’odore che esala da quell’impasto è tale da non poter reggere, anzi fa venir male». A differenza di Sandokan, lo preferiscono al pollo, alle costolette o all’arrosto di babirussa. I malesi, in fatto di alimentazione, non hanno nulla da invidiare ai cinesi, la popolazione meno schizzinosa di tutte, al punto che, sempre secondo Salgari, non disdegna i serpenti, le bestie in putrefazione, i vermi in salsa e nemmeno le larve delle termiti.
Emilio Salgari, Le tigri di Mompracem, Einaudi
Paolo Di Stefano