M.Val., Il Sole 24 Ore 26/8/2014, 26 agosto 2014
OBAMA LANCIA LA CACCIA AI «DISERTORI»
NEW YORK
«Disertori» e «traditori» sono tornati all’attacco. Ma sulla loro strada c’è oggi un «commando» del Tesoro americano, una squadra specializzata e armata di tutto punto. Di norme e regole per preparare una guerra di guerriglia, un sabotaggio fiscale. La battaglia in corso, infatti, viene combattuta sulla nuova frontiera delle acquisizioni, sulla cosiddetta tax inversion, la decisione di grandi aziende di concepire fusioni allo scopo principale di trasferirsi all’estero per pagare oltre confine imposte più convenienti sui profitti.
La strategia del Tesoro, dietro ordine della Casa Bianca di Barack Obama che ha apostrofato queste società alla stregua di fuggiaschi dalla patria, non è quella di affrontare in campo aperto la Corporate America. Non ne avrebbe forza e autorità. Piuttosto è una strategia atta a seminare sul cammino dei merger mine in grado di far saltare gli incentivi economici a completare simili operazioni e a renderle più difficili. Tra queste mine da deporre accuratamente: modifiche nella considerazione e trattamento, ai fini delle tasse, del debito caricato ad arte su asset americani al termine di una inversione. Vale a dire di una popolare pratica di earning stripping, di riduzione del reddito tassato grazie a pagamenti di interessi in eccesso a parti terze e collegate. O ancora: cambiamenti nei criteri con i quali sono esaminate le acquisizioni. Missioni più facili a dirsi che a farsi, se si vogliono evitare ripercussioni troppo vaste su attività di multinazionali e ricorsi legali da parte delle aziende, con il rischio che sconfitte in tribunale del governo semmai accelerino le fughe.
Prima di Burger King hanno spostato in passato il quartier generale all’estero Sony Picture e la farmaceutica Valeant. Più di recente, sempre nella sanità, AbbVie ha comprato a questo scopo l’irlandese Shire e Medtronic l’altra irlandese Covidien. Pfizer potrebbe emigrare in Gran Bretagna se acquisisse Astra Zeneca. Solo Walgreen ha rinunciato a trasferirsi in Svizzera dopo aver assorbito Alliance Boots di Stefano Pessina. I porti d’approdo dell’esodo: con il Canada, (aliquota federale al 15% più imposte locali), Irlanda (12,5%), Svizzera (16-25%), Lussemburgo (21%) e Olanda (20-25%).
I nuovi «commando» del Tesoro hanno anche un D-Day per il loro intervento: le strategie dovranno essere pronte entro ottobre, quando il Congresso torna a riunirsi per considerare una legge chiesta da Obama che limiti le inversioni, ad esempio alzando la partecipazione minima della società estera nel nuovo gruppo combinato dall’attuale 20 per cento. Se i parlamentari falliranno, come probabile, allora partirà una guerriglia che ha in palio miliardi di dollari di imposte l’anno.
M.Val., Il Sole 24 Ore 26/8/2014