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 2014  agosto 26 Martedì calendario

ORIALI: «PIACERE ANTONIO, MI CHIAMO LELE»

Ha bruciato allo sprint, lui il mediano per eccellenza celebrato da Ligabue, due attaccanti del calibro di Spillo Altobelli e Paolo Rossi. Ma l’approdo in azzurro di Lele Oriali nelle vesti di team manager non può stupire più di tanto. Certo, con un c.t. di chiara estrazione bianconera erano in molti a pronosticare Pablito o Tardelli o Cabrini... Tutti campioni del Mondo, peraltro: la federazione voleva un nome forte nel ruolo ricoperto per anni dal signor Gigi Riva. «Ed è a lui che va, doverosamente, il mio primo pensiero. Spero di essere un degno erede. E quindi gli chiederò al più presto qualche consiglio perché il team manager della Nazionale ha compiti diversi da quello di un club».
Lei, bandiera interista, dovrà lavorare a stretto contatto con una bandiera juventina: sembra un messaggio di pacificazione... nazionale.
«Il bello è che io Conte l’ho conosciuto solo in tv... Da opinionista Mediaset, a fine partita, gli facevo qualche domanda: di persona mai... Chiaro che, una volta perfezionato il contratto, sarà il primo che vorrò sentire e incontrare insieme allo staff. Ma con lui e Alessio formiamo un bel gruppo di centrocampisti: ci si intenderà al volo».
Quindi anche Oriali è una scelta di Tavecchio.
«Sì e lo ringrazio molto, mi ha reso felice, si tratta davvero di una grandissima soddisfazione. La vivo come una specie di esaltante ritorno a casa: misi per la prima volta piede a Coverciano nel 1968».
Già, lei è stato un talento precoce: a 18 anni aveva già vinto lo scudetto.
«L’Inter mi acquistò a 13 anni ed ebbi la fortuna di esordire giovanissimo in una squadra ricca di campioni».
Firenze ha contraddistinto la seconda parte di carriera.
«Oltre cento partite con la Viola significano tanto. Ho avuto solo tre squadre: la prima fu il Cusano Milanino, giocavo da terzino destro con Aldo Maldera sull’altra fascia. Ci vendettero assieme, uno all’Inter e l’altro al Milan».
All’epoca lei tifava Juve
«Obbligato da papà... Mi portava a vedere Castano e Salvadore, ottimi difensori».
Ha dovuto gestire Balotelli, che adesso si ritroverà in azzurro: che ne pensa?
«Come giocatore è un talento ancora in formazione. Il che significa che può dare di più e spero lo faccia per l’Italia. Mi fermo qui perché è giusto che dei giocatori parli il tecnico».
Da opinionista: quale Nazionale dobbiamo aspettarci?
«Io dico che abbiamo le risorse per fare bene. Quanto all’opinionista, decide Tavecchio se Mediaset ne dovrà cercare un altro».