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 2014  agosto 26 Martedì calendario

CAMBIASSO ALL’INTER NEL GIORNO DI MEDEL: «IO TRATTATO MALE»

El Cuchu ed el Pitbull. Sembra una filastrocca in salsa sudamericana, invece è il punto d’incontro e di rottura tra due mondi Inter. Nel giorno in cui il «cagnaccio» Gary Medel ringhia un «Cambiasso? Io non vengo a sostituire nessuno, ma a vincere», lo stesso Esteban vuota il sacco lamentandosi dei tempi e modi con cui è stato scaricato dalla squadra che sente ancora sua.

Mentre quello degli altri veterani argentini Milito, Samuel e Zanetti era già segnato, il destino di Cambiasso è stato in dubbio sino all’ultimo. La decisione di voltare pagina è arrivata solo il 17 maggio, alla vigilia dell’ultima di campionato contro il Chievo. «Tanta gratitudine ai senatori, ma soprattutto in quel ruolo dovevamo ripartire con gente giovane per creare una continuità di progetto anche tattica». Così Erick Thohir ha spiegato un mese fa alla Gazzetta il perché di un addio che non era piaciuto a tanti nostalgici. E a Massimo Moratti in primis. «Credo che se fosse rimasto lui al comando sarei ancora un giocatore dell’Inter - ha detto il Cuchu a Sky -. Moratti ha dato all’Inter salute, soldi e tempo. Mi resta la gioia di aver contribuito a realizzare i suoi sogni. Non conta solo come ho vissuto i 10 anni all’Inter, ma come ho vissuto questa società. Infatti non riesco ancora a realizzare che è finita. Mi sento ancora in mezzo ai tifosi ed è per questo che non ho fatto alcuna lettera di addio. Credo di non essere capace di dare ad alcun altro club italiano nulla di quello che ho. Anche per questo avrei meritato di sapere che non rientravo più nei piani non dico 3-4 mesi prima, ma neppure il penultimo giorno della stagione, pur con una chiacchierata serena con Ausilio».

Orgoglio da leader, insomma. Da chi capisce come gira il mondo (e il mondo in nerazzurro lo ha conquistato), ma avrebbe gradito uno stile diverso dalla nuova proprietà. L’argentino, che per i motivi di cui sopra ha detto di no alla Samp e sembra vicino al Leicester («Farò un solo anno e dove potrà star bene la mia famiglia»), parla anche del futuro: «L’Inter deve essere competitiva per forza. L’obbligo è quello di vincere. Poi, se ce la fai o meno quello lo dice il tempo. Bisogna pensare che adesso l’Inter ha due competizioni e quindi deve avere una rosa un po’ più ampia. ma credo che certi equilibri li abbia».

Equilibri che dovrà garantire soprattutto Medel. In attesa di farlo in campo, il cileno ha scelto il numero 18 per Zamorano, suda in conferenza e fa la faccia da duro quando si azzardano dei paragoni: «Non sostituisco Cambiasso, non mi sento simile a Gattuso e non temo la concorrenza di M’Vila, che pure è un grande. Vedo una sana competizione per il bene dell’Inter. Sono pronto per il match col Torino. Preferisco giocare davanti alla difesa, ma mi adeguo. Ringhierò per difendere questo gruppo. Mi volevano diversi club, ma ho scelto l’Inter. Darò tutto per i tifosi, che saranno il nostro 12° uomo. Il futuro di Vidal? Non mi interessa. Parlo solo di Inter». E via, verso il prossimo morso.