26 agosto 2014
Davide Bifolco, 17 anni. Napoletano, incensurato, i capelli col ciuffo, gli occhiali da nerd, il cappellino degli Yankees da bancarella, cresciuto nel quartiere Traiano in una famiglia povera ma onesta, giocava a calcio e, finiti gli studi, pensava di diventare ascensorista come il fratello maggiore
Davide Bifolco, 17 anni. Napoletano, incensurato, i capelli col ciuffo, gli occhiali da nerd, il cappellino degli Yankees da bancarella, cresciuto nel quartiere Traiano in una famiglia povera ma onesta, giocava a calcio e, finiti gli studi, pensava di diventare ascensorista come il fratello maggiore. L’altra notte girava in sella a uno scooter con un pregiudicato di 18 anni e un latitante di 23. In tre su un solo motorino e senza casco e inseguiti dai carabinieri, a un certo punto si trovarono di fronte un’altra pattuglia che non riuscirono a evitare. Uno di loro fuggì, un altro fu subito arrestato, Davide prese a correre verso i carabinieri: un proiettile lo raggiunse al cuore e lo ammazzò sul colpo. Il militare ventiduenne che ha sparato dice che il colpo è partito per sbaglio ed è indagato per omicidio. Dopo l’incidente, al Rione Traiano, si è scatenata la rivolta con danni e roghi di auto della polizia. Poi all’improvviso tutto si è placato, forse per l’intervento dei clan camorristi, preoccupati per i danni agli affari. Alle tre di notte di venerdì 5 settembre nel quartiere Traiano a Napoli.