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 2014  agosto 25 Lunedì calendario

LA STAR DI BOLLYWOOD, GULLIT E TREZEGUET: È L’INDIA DI COLOMBA

LOIANO
Può darsi che nel Paese della meditazione servisse un tecnico particolarmente riflessivo. Franco Colomba, bolognese di 59 anni, da 40 nel calcio professionistico, lo è senz’altro. Ma a decidere di andare in India, diventando il primo tecnico italiano a provarci, ha impiegato pochissimo. «L’idea » dice dal suo buen retiro sull’Appennino, «m’è piaciuta subito ». Sembrava potesse seguirlo anche Del Piero, che invece è a un passo dalla Honved di Budapest, la squadra che fu di Puskas. Colomba allenerà l’Fc Pune City, la cui maggioranza appartiene a Salman Khan, una delle grandi star di Bollywood. La Fiorentina ha acquistato il 15% delle quote, per farne il proprio avamposto laggiù.
Non si conquistano solo i mercati della finanza e dell’industria. E l’ex colonia britannica, con 1,2 miliardi di abitanti e l’idea, non subito, di organizzare un Mondiale, può diventare un proficuo serbatoio di talenti. «Abbiamo avviato un processo di internazionalizzazione del nostro brand» spiega l’ad dei toscani Mencucci quasi stesse per lanciare un profumo, «abbiamo intrapreso attività in California, Svizzera e Giappone. Ora c’è l’India». L’Atletico Madrid e il Feyenoord si stanno muovendo nello stesso modo. Ad allenare il Mumbai City, club satellite degli olandesi, sarà Ruud Gullit. La gestione sportiva del Pune spetterà interamente alla Fiorentina, che s’è affidata appunto a Colomba. La sua ultima panchina italiana era stato il Padova in B a inizio 2013, dopo aver contribuito brillantemente a salvare il Parma in A l’anno prima. «All’India proprio non avrei mai pensato. E il bello è che qualche giorno dopo ho ricevuto pure un’offerta dalla Cina. Ma ormai ero in parola».
L’uomo è questo, ne ha sempre avuta una soltanto. «Il progetto dei Della Valle mi piace, non si guadagnano pacchi di soldi, ma quando uno ha preso la patente non può guidare una Ferrari e là si parte da zero, bisogna procedere per gradi, che è poi sempre stata la mia filosofia».
In India, nonostante un campionato nazionale già ci sia, il calcio non è mai sbocciato. L’Indian Super League, che comincerà il 12 ottobre per concludersi a dicembre, non avrà retrocessioni. Come nella Nba dalla quale ha mutuato anche il sistema del draft, del salary cup e dei play off. Otto squadre, 14 giocatori indiani, 5 stranieri e un top player per ogni team. Il Pune avrà Trezeguet, che a 37 anni ha ancora voglia di far gol. In più quattro italiani: il portiere Belardi, il difensore centrale Cirillo, il terzino Magliocchetti e il centrocampista Davide Colomba, che di Franco è il figlio. «E anche questa è una cosa che mi emoziona; in Italia verrei subito accusato di nepotismo e a lui darebbero del raccomandato. Io invece so quanto vale e credo che la nostra storia di padre e figlio che lavorano insieme per il bene del Pune sarà apprezzata dai tifosi indiani».
Intanto studia l’inglese. «Prendo lezioni da Samantha, una ragazza di Loiano che sta per laurearsi in giapponese e parla inglese e francese. Perché la cultura non ha più confini e arriva anche in montagna». Da Bologna “la dotta” a Pune, chiamata la “Oxford dell’India”, tante cose inevitabilmente cambieranno. Non la sua idea di calcio: «Non ho dogmi, insegno l’etica del lavoro, lo spirito di sacrificio cercando sempre di valorizzare i giocatori che ho». Almeno inizialmente lo seguiranno la moglie e la figlia. «S’annuncia un’esperienza talmente affascinante che credo sia giusto condividerla tutti insieme».
Simone Monari, la Repubblica 25/8/2014