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 2014  agosto 25 Lunedì calendario

PALTRINIERI, UN RAGAZZO D’ORO “NON MI SPAVENTA ESSERE D’ESEMPIO”

[Intervista] –
Gregoro Paltrinieri, due ori, un record europeo, si sente il portabandiera del nuoto azzurro?
«Non ho la dimensione del successo. Devo ripensarci: il tempo dei 1500 lo abbiamo nuotato in 5 al mondo. Mi gasa essere arrivato a questo punto però è un inizio. A settembre riprendo la programmazione che è partita già da un anno: obiettivo Rio».
In chiave immagine si sente l’erede di Federica Pellegrini?
«Sento di fare classifica per il Paese. Ci si compara su tutto, è normale: noi italiani diciamo che siamo in crisi e i tedeschi stanno meglio. Ecco, qui mi sono accorto che magari qualche talento in piscina adesso almeno ce lo invidiano».
Renzi dice che «siete un esempio». Si sente tale?
«La parola non mi spaventa. Sono orgoglioso di essere un azzurro che sta ad alti livelli e penso che i complimenti siano sinceri, non politici. Certo so bene che quando rientri nella categoria esempio poi le controprestazioni sono criticate più duramente».
A Londra, l’Italia uscita male dalle Olimpiadi era insofferente alle critiche sulla condotta.
«Speriamo di evitare i brutti risultati e il patibolo, comunque assicuro che gli ori mi hanno fatto venire più voglia di vincere».
Si sente leader di questa Nazionale?
«Non posso deciderlo io. Non sono uno che urla “statemi a sentire”. Ci metto la serietà, non lascio nulla al caso: nuoto 18 km al giorno e 15 li tiro».
A scuola di leader da chi?
«Da Nadal, da Carmelo Anthony. Gente che ha la testa per battere i rivali. E nel nuoto da Hackett e Thorpe, i grandi che mi hanno incantato da bambino: ho comprato il poster di Thorpe nel 2003 e ce l’ho ancora appeso in camera, a Carpi».
Come ha vissuto la sua depressione post nuoto?
«Male, perché è il mio modello. Si è rimesso in sesto però. Resta un mito».
Un modello italiano?
«No, ma un capitano perfetto l’Italia lo ha già e si chiama Magnini. Vi assicuro che a Berlino è stato fondamentale. Ha sdrammatizzato, tolto pressione. Non poco. Poi non ci sono state discussioni, non accadeva da un po’, dicono».
E il caso D’Arrigo?
«Non esiste, so che lui ha vissuto male il taglio dei capelli: ognuno ha le sue sensibilità, però non ci sono state discussioni in merito».
Si passa dalla generazione Magnini-Pellegrini a Paltrinieri?
«Siamo molto diversi, ma più che un passaggio credo di essere un ponte. Ora siamo mescolati: veterani e matricole mangiano allo stesso tavolo. Una novità».
Il complimento che le ha fatto più piacere?
«I tanti che mi hanno scritto “mi hai fatto tornare voglia di faticare” o “di nuotare di nuovo”. A loro dico che non sono ancora soddisfatto. Prima delle gare mi scrivo i tempi che penso di fare. Nei 1500 l’ho azzeccato, negli 800 ho sbagliato di tanto».
In ottobre va in Australia, voglia di cambiare vasca o Paese?
«A me l’Italia piace, questo è un assaggio. Ai trasferimenti veri ci penso dopo il 2016. A Melbourne iniziano ad allenarsi alle 4,45 del mattino e io non vedo l’ora di essere là».
Il gruppo di Ostia ha vinto 6 medaglie. Acqua magica?
«Non ci sono segreti ognuno fa allenamenti diversi e si cresce con dualismi sani».
g. zon., La Stampa 25/8/2014