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 2014  agosto 25 Lunedì calendario

OGGI CHI RUBA ARTE È PIÙ FOLLE CHE LADRO

Sono passati i «bei» tempi quando uno come Vincenzo Peruggia poteva nascondersi nel Louvre dopo l’orario di chiusura e portare via nientepopodimenoche la Gioconda. Era il 1911. Agosto come ora. Un mese propizio per i furti di opere d’arte pare. Poche settimane fa hanno rubato una pala del Guercino da una chiesa di Modena, ieri tre ritratti senza arte né parte al Castello Sforzesco, ma pur sempre delle opere d’arte.
Veri capolavori, speriamo, non si possono più trafugare. Anche se volendo, faccio un esempio, nella chiesa di Santa Felicita a Firenze la fantastica Deposizione del Pontormo è abbastanza a portata di mano anche se un po’ complicata da spostare. Lo stesso vale per tanta altra arte a portata di tutti e non troppo protetta. Ma data per scontata la gravità del crimine, la domanda che molti si pongono è: chi la ruba e per chi la rubano questa arte ai nostri giorni? Anche quelli che rubarono uno degli urli di Munch ad Oslo poi non seppero cosa farsene: l’opera è tornata al suo posto. Il mercato delle opere rubate oggi è ancora florido ma sicuramente molto ridotto rispetto ad epoche dove controlli e sicurezza erano minimi. Ma la vera domanda è un’altra. Chi commissiona questi furti perchè lo fa? Chi si porta a casa un Guercino, che sia un boss mafioso russo, cinese, italiano, thailandese, uzbeko o americano con chi potrà vantarsi di averlo? Poca gente, probabilmente ignorante. A meno che il boss in questione sia davvero un appassionato, un maniaco dell’arte e l’unica cosa che vuole è poter ammirare da solo a casa sua l’arte che gli piace.
Ma ai tempi d’oggi avere un opera d’arte senza poter far sapere al mondo che si ha per molti è come non averla. Infatti siamo arrivati al paradosso che alcuni preferiscono far vedere che hanno cento milioni di dollari per comprare un buon Picasso, che possedere un meraviglioso Picasso senza che nessuno sia stato avvertito. L’arte è uno status symbol avere quella di valore è una questione d’immagine, perchè dimostra quanti soldi uno possiede. Se uno gli stessi soldi li dà a qualcuno che di nascosto ruba un dipinto e poi di nascosto te lo porta a casa e tu di nascosto lo fai vedere a quattro gatti, non è proprio la stessa cosa .
Anche alle aste i misteriosi compratori che offrono appunto decine di milioni per arte di tutti i tipi misteriosi non lo sono mai davvero. Quindi è veramente strano che ancora ci sia qualcuno che ruba l’arte e altri che la comprino rubata. Negli ultimi casi sicuramente sono persone, i compratori, che sanno cosa vogliono, tanto specifiche sono le opere trafugate. Ma il gioco vale la candela? Non tanto per gli autori del furto, criminali come altri, che fra un quadro, una banca o un’auto di lusso, non vedono probabilmente molta differenza. Ma per gli acquirenti , i «clienti», che se vengono beccati rischiano pene pesantissime senza nemmeno diventare famosi come il Peruggia. Uno che almeno aveva capito ante litteram cosa poteva fare «comunicazione» anticipando Cattelan. Ora, con tutto il rispetto per Guercino e per l’anonimo del ’400, rischiare di finire in galera per loro è veramente da idioti.
Francesco Bonami, La Stampa 25/8/2014