Luca Davi, Il Sole 24 Ore 24/8/2014, 24 agosto 2014
STRESS TEST, BANCHE A RAPPORTO IN BCE
Ancora nove settimane di attesa e per le 15 principali banche italiane, così come per le altre 115 banche europee, si alzerà il velo sui risultati dei test della Bce. Prima di allora (la data cerchiata di rosso è quella di venerdì 17 ottobre), gli istituti tricolori avranno comunque modo di avere un primo inquadramento degli esiti delle verifiche europee dalla viva voce degli ispettori della Bce.
IL FACCIA A FACCIA CON LA BCE
Tutto accadrà tra il 20 settembre e il 10 ottobre, quando avranno luogo una serie di incontri one-to-one nella sede della Bce a Francoforte. A quanto risulta, i singoli meeting saranno una sorta di "check finale" tra Bce e singole banche: serviranno infatti a verificare che tutte le informazioni raccolte fin qui dagli uomini della Vigilanza siano corrette e confermate dai vertici dei singoli istituti. Un passaggio di tutto rilievo, visto che su quei numeri si baseranno le valutazioni finali della Vigilanza unica. Da quelle cifre sfoceranno in sostanza le eventuali richieste di rafforzamento patrimoniale o di (più probabili) maggiori accantonamenti. Tuttavia è probabile che il "faccia a faccia" di fine settembre/inizio ottobre - tecnicamente chiamato "supervisory dialogue" secondo la Bce - serva anche a fornire una prima, sommaria, evidenza delle criticità emerse dall’Aqr e dagli stress test. Insomma, se è improbabile che in quell’occasione venga fornita una piena disclosure delle richieste dalla Banca centrale, gli incontri potrebbero essere l’occasione per le banche per misurarsi con una valutazione preliminare della Bce.
GLI INCONTRI CON BANKITALIA
Di sicuro le banche italiane stanno facendo di tutto per arrivare all’appuntamento di fine settembre con le carte in regola. Lo hanno fatto con la recente ondata di aumenti di capitale degli ultimi mesi e con l’incremento di accantonamenti su crediti nel secondo trimestre. A non voler lasciare nulla di intentato però è la stessa Banca d’Italia, che ha predisposto a sua volta un round di incontri che si terranno nelle settimane precedenti ai summit con Francoforte. Gli appuntamenti, fissati nelle settimane centrali di settembre, spiega una fonte di una primaria banca italiana, «dovrebbero permettere di fare un’ultima verifica finale sotto diversi aspetti, dai profili della liquidità agli indicatori patrimoniali». Certo è che questo meeting sarà di fatto anche una sorta di passaggio del testimone, visto che a partire dal primo novembre la Vigilanza sulle principali banche italiane passerà dalle mani di Palazzo Koch a quelle dell’Eurotower.
LE TAPPE MANCANTI
Nell’attesa dei risultati di metà ottobre, i lavori preparatori continuano frenetici. Su tutti i fronti. Anche perché venerdì prossimo terminerà la seconda fase del Comprehensive Assessment, la cosiddetta Quality assurance, iniziata a luglio (la prima fase, relativa alla compilazione degli stress test è stata completata a giugno). Di fatto si tratta di un processo di botta e risposta tra banche e Bce che dovrebbe certificare la bontà qualitativa degli stress test. L’iter è alle battute conclusive ed entro la prima parte di questa settimana gli ispettori risponderanno alle contro-deduzioni inviate nei giorni scorsi dalle banche italiane sulle anomalie denunciate in precedenza dalla Bce. Le criticità maggiori riguardano lo scenario stressato, al termine del quale le banche italiane devono mostrare un Cet 1 almeno pari al 5,5% (mentre l’8% è la soglia per lo scenario "normale"). Tutti gli indicatori giudicati come anomali - perché non coerenti con la guidance fornita dall’Eba - sono stati classificati dalla Bce come inaccettabili (ed evidenziati in rosso all’interno dei templates perché da correggere) o dubbi (colorati in ambra). Le banche possono però confermare i dati "in ambra" motivandoli e chiarendo le metodologie utilizzate. Di fatto, nei giorni scorsi le banche hanno contro-risposto alle critiche e ora manca solo il disco verde della Bce.
Una volta chiuso questo capitolo, il lavoro dovrebbe essere in discesa. Gli stress test con il "bollino di qualità" verranno sommati ai risultati dell’Asset quality review. Tutto accadrà a settembre, quando inizierà la fase tre, il cosiddetto "join-up", che durerà qualche settimana. Subito dopo, tra fine settembre e ottobre, le singole autorità nazionali e la Bce finalizzeranno i risultati complessivi, mettendo in evidenza i possibili deficit di capitale.
Luca Davi, Il Sole 24 Ore 24/8/2014