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 2014  agosto 24 Domenica calendario

Domenica 24 Agosto, 2014 CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA Dalle origini a Thohir La storia dell’Inter raccontata come un romanzo Pubblichiamo in anteprima un estratto del secondo capitolo (Il pirla che divenne santo) dal libro «Inter - La leggenda, dalle origini a Thohir» (Sperling & Kupfer) Chiunque direbbe sciocco, o stupido

Domenica 24 Agosto, 2014 CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA Dalle origini a Thohir La storia dell’Inter raccontata come un romanzo Pubblichiamo in anteprima un estratto del secondo capitolo (Il pirla che divenne santo) dal libro «Inter - La leggenda, dalle origini a Thohir» (Sperling & Kupfer) Chiunque direbbe sciocco, o stupido. Lui non è chiunque. E infatti dice: «Io non sono un pirla». Così si presenta Josè Mourinho alla conferenza del 3 giugno 2008 rispondendo a un giornalista inglese che gli pone una domanda subdola sull’eventuale arrivo di Lampard dal Chelsea. In quella risposta c’è tutto: la risolutezza, l’ironia ma anche l’astuzia di usare subito un epiteto milanesissimo, lui che finora si è spostato solo sull’asse Porto-Londra, vincendo peraltro l’invincibile (...). José Màrio dos Santos Mourinho Felix da Setùbal ha solo 45 anni, e Moratti è innamorato di lui, del suo stile e del suo ascendente europeo. Ma c’è un problema: sulla panchina nerazzurra è accomodato da quattro stagioni il tecnico più vincente, e forse più bravo, degli ultimi quarant’anni nerazzurri, Roberto Mancini, che ha sistemato nella bacheca di corso Vittorio Emanuele II al 9, ben 3 scudetti, 2 Coppe Italia (la terza persa il 24 maggio in finale contro la Roma) più due Supercoppe italiane. A sciogliere l’imbarazzo ci pensa, con tre mesi d’anticipo, lo stesso Mancini. «Nonostante abbia ancora quattro anni e mezzo di contratto», aveva dichiarato il tecnico nerazzurro dopo l’eliminazione dalla Champions ad opera del Liverpool, «credo che questi saranno gli ultimi due mesi e mezzo alla guida dell’Inter». E poi aveva aggiunto: «Ho già comunicato la decisione a Moratti». A ogni modo non bastano né il dietrofront, né la successiva conquista del suo 3° scudetto nerazzurro. La società ha già deciso, e si assiste a un inatteso scontro frontale. Il primo a dare la notizia dell’ingaggio di Mourinho è il sito di Bola , quotidiano sportivo portoghese che alle 3,04 (ora di Lisbona) del 26 maggio 2008 riferisce dell’accordo raggiunto tra Mou e Moratti, il quale deve ancora parlare con «il signor Mancini». Di fronte all’evidenza, il giorno dopo si consuma l’incontro fra il presidente e l’ormai ex allenatore. La data non sembra casuale: 27 maggio, giorno delle due vittorie interiste in Coppa dei Campioni con Herrera nel 1964 e 1965. Bastano venti minuti, gelidi come la nota diffusa dalla società: «F.C. Internazionale ha comunicato al signor Roberto Mancini il suo esonero dall’incarico di allenatore responsabile della prima squadra in particolare in ragione delle dichiarazioni rese dal tecnico all’esito di Inter-Liverpool, di quanto ne è seguito, sino ai fatti più recentemente emersi nelle cronache giornalistiche». Le «cronache giornalistiche» sarebbero quelle legate al presunto coinvolgimento — mai provato — di Mancini e altri giocatori dell’Inter (Materazzi, Ibrahimovic, Zanetti e Mihajlovic) nel caso Domenico Brescia, il sarto di Saronno assiduo della Pinetina, indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito del traffico di stupefacenti. E così Mancini si mette a riposo prima di prendere, venti mesi più tardi, la strada di Manchester, versante City (dove si porterà anche Balotelli), e poi di Istanbul, con il Galatasaray, dove nel dicembre 2013 regalerà l’ultima soddisfazione al popolo nerazzurro eliminando la Juve dalla Champions grazie alla rete, nel finale, di un altro ex, Wesley Sneijder. (...) Comincia così l’era Mourinho. Contratto di tre anni a 9 milioni netti a stagione, 4 in più di Mancini. José installa il suo staff con André Villas-Boas consulente tattico, Rui Faria preparatore atletico, Silvino Louro preparatore dei portieri. Come viceallenatore accetta Beppe Baresi, che è felice come un bambino: «Se fino a un mese fa mi avessero detto una cosa del genere non ci avrei creduto». Moratti, a freddo, spiega la sua scelta, che alla fine si rivelerà rivoluzionaria e lungimirante per il destino nerazzurro: «La soluzione più semplice per me sarebbe stata quella di andare avanti con il tecnico con il quale abbiamo vinto tre scudetti consecutivi. Nessuno mi avrebbe criticato e tutto sarebbe filato liscio. Se sono intervenuto, è perché ho pensato che fosse necessario farlo, non contro l’allenatore, ma nell’interesse dell’Inter. Mi rendo conto che questo è il momento in cui sembriamo tutti un po’ cattivi». Infatti Mancini se la lega al dito, e dieci mesi dopo, ospite di Daria Bignardi all’Era glaciale , dice: «Improvvisamente è arrivato il comunicato, e questo non è stato bello nei modi. Chi lo ha scritto non era all’altezza e non era preparato. Ci si poteva lasciare meglio, di comune accordo. In fondo c’erano stati quattro anni di lavoro e sette trofei». Pagina Corrente Pag. 39 Immagini della pagina Visualizza : Data Contenuti Pubblicazioni Opzioni Zoom