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 2014  agosto 24 Domenica calendario

PUTIN CERCA DI LIMITARE LA SCONFITTA

Il convoglio umanitario era soltanto propaganda? Dopo il bourbon Kentucky proibito perché conteneva sostanze «che portano alla sterilità», ora tocca al Jack Daniel’s e al Jim Beam, finiti nel mirino delle autorità sanitarie russe. E dopo la chiusura di tre McDonald’s a Mosca - incluso il primo, storico, inaugurato nel 1990 con una coda più lunga di quella per il mausoleo di Lenin ai tempi sovietici - è toccato al governo russo smentire di voler cacciare dal Paese il fast food americano più famoso. Ma la guerra delle sanzioni, dichiarata e non, continua: ogni giorno ai russi viene svelato che un altro prodotto americano, europeo o ucraino - dai cioccolatini al pollo - fa malissimo e verrà proibito.
Il 90% dei russi esulta e applaude Putin, che il nazionalista Vladimir Zhirinovsky ieri ha proposto di eleggere «imperatore». Nel mondo virtuale creato dai media del Cremlino lo sconfinamento del convoglio umanitario russo non viene raccontato come un altro passo che ha fatto perdere punti a Mosca agli occhi della comunità internazionale ma come un trionfo. Quella che gli ucraini temevano fosse una trappola si è rivelata alla fine soltanto un’operazione mediatica. Che potrebbe assistere Putin - che si prepara a incontrare martedì il collega ucraino Petro Poroshenko e i rappresentanti dell’Ue - nella manovra più complessa della sua vita. L’operazione lanciata nell’Est ucraino dopo l’annessione della Crimea sembrava dover portare alla restaurazione dell’Urss, ma si è ridotta al sostegno di una guerriglia che ha introdotto nelle ormai poche zone che ancora controlla la pena di morte, e vuole far sfilare per le strade i prigionieri ucraini per umiliare pubblicamente «i fascisti di Kiev».
Quattro mesi dopo le ambizioni russe sono molto ridimensionate: evitare la disfatta militare dei suoi seguaci e cercare di conservare almeno una enclave ribelle, a questo punto nello status di «repubblica popolare» non riconosciuta da nessuno, sul modello della Transdnistria, da piantare come una spina nel fianco delle ambizioni europee di Kiev. Ma per ritornare sui ponti non ancora bruciati Putin deve trovare un modo per non perdere la faccia di fronte alla maggioranza dei russi che lo appoggia proprio per i gesti che spaventano l’Occidente. E che però non vuole nemmeno una guerra vera. Ma si accontenta volentieri delle notizie sul bourbon proibito, i McDonald’s chiusi e i convogli umanitari inviati ai separatisti.
Anna Zafesova