VARIE 22/8/2014, 22 agosto 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - DI NUOVO GUERRA TRA HAMAS E ISRAELE
GAZA CITY - Dopo la fragilissima tregua dei giorni scorsi, la situazione tra Israele e Gaza torna a essere esplosiva. Oggi un bambino israeliano di 4 anni di Nahal Oz è stato ucciso da colpi di mortaio lanciati dalla Striscia verso località israeliane nel Neghev occidentale. E’ la prima vittima israeliana dall’ultimo cessate il fuoco mediato dall’Egitto e la quarta civile. Salgono dunque a 68 le vittime israeliane dall’inizio dell’offensiva "Protective Edge", di cui 64 soldati. "Hamas pagherà un duro prezzo per questo grave atto di terrorismo", è stata l’immediata risposta del premier israeliano Benjamin Netanyahu. "L’esercito e i nostri servizi di sicurezza rafforzeranno ulteriormente le attività contro le organizzazioni terroristiche di Gaza".
Buco nell’Iron Dome. Il colpo di mortaio che ha ucciso il bambino era di dimensioni troppo piccole per essere intercettato dal sofisticatissimo scudo antimissilistico "Iron Dome", che oggi non è riuscito a distruggere neanche un razzo che ha centrato una sinagoga ad Ahsdod, nel sud di Israele, che ha ferito leggermente tre persone. Solo oggi Hamas e gli altri hanno lanciato circa 80 razzi verso il paese confinante. E altri due razzi lanciati dalla Striscia di Gaza sono tornati a minacciare nel pomeriggio Tel Aviv. Lo riferisce la televisione israeliana Canale 10 precisando tuttavia che che le batterie di difesa ’Iron Dome’, stavolta, hanno intercettato entrambi.
Nuovi attacchi aerei sulla Striscia. Intanto, nel 46° giorno dell’operazione "Margine protettivo", proseguono i raid israeliani sulla striscia di Gaza, almeno 25, che hanno causato la morte di cinque palestinesi. Due giovani di 22 e 24 anni sono morti nel bombardamento di un’abitazione a Nusseirat, nel centro del territorio palestinese. Altri due sono stati uccisi a Deir al-Balah, nel centro della Striscia, ha riferito il portavoce del pronto soccorso locale, Ashraf al-Qudra. Le vittime palestinesi, secondo l’ultimo bilancio, salgono dunque a 2.092.
Le esecuzioni in piazza di Hamas. Oggi Hamas ha giustiziato pubblicamente 18 persone, tra cui due donne, accusate di "collaborare con Israele". Secondo testimoni, sei delle esecuzioni sono avvenute in pubblico da fuoco davanti a una moschea. I boia erano tutti mascherati e vestiti di nero. I media di Hamas hanno definito le uccisioni l’inizio di un nuovo giro di vite, annunciando che "i collaborazionisti saranno soffocati". Il sito web di notizie Al Majd, vicino ai servizi di sicurezza di Hamas, ha fatto sapere che i sospetti saranno d’ora in poi gestiti "sul campo" piuttosto che nei tribunali, in modo da creare un deterrente. "Questa è la semplice verità: Hamas è come l’Isis, l’Isis è come Hamas. Entrambe compiono esecuzioni di massa a sangue freddo", ha risposto oggi, per la terza volta negli ultimi giorni, il premier israeliano Benyamin Netanyahu su Twitter.
Gaza, giustiziati 18 palestinesi. Hamas: ’’Spie di Israele’’
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La mossa dell’Europa. Per interrompere la violenza nella Striscia, a fronte dello sgretolarsi dei tentativi di mediazione egiziani, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno presentato all’Onu la bozza di una risoluzione del Consiglio di sicurezza per mettere fine al conflitto di Gaza. Il documento di due pagine chiede il cessate il fuoco immediato. L’obiettivo è ottenere il sì veloce di tutti e 15 i membri del Consiglio, mentre una risoluzione proposta dalla Giordania ha incontrato resistenze in particolare dagli Stati Uniti. Il documento viene incontro alle preoccupazioni israeliane in materia di sicurezza e prende atto delle proteste palestinesi. La bozza chiede inoltre al segretario generale Ban Ki-moon di "far proposte per trasformare questi elementi in una risoluzione". Ieri un raid israeliano ha colpito e ucciso tre leader delle brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas.
PEZZO DEL 13 AGOSTO
GAZA CITY - Un’intesa all’ultimo istante. Quando le agenzie avevano già battuto la notizia di una trattativa fallita. E anzi, l’esercito di Tel Aviv aveva annunciato il lancio (smentito da un portavoce di Hamas) di tre razzi diretti verso la città israeliana di Ashkelon, seguìto - secondo alcuni testimoni - da un raid sul nord della Striscia. E invece il cessate-il fuoco è stato prolungato di altre 72 ore. Questo, almeno, secondo quanto riferito dai negoziatori egiziani. Secondo fonti palestinesi, addirittura di cinque giorni. "Abbiamo accettato di dare più tempo alla trattativa", ha detto il capo della delegazione palestinese, Azzam al-Ahmad. L’intesa è stata raggiunta a meno di un’ora dalla scadenza della tregua precedente. E partirà dalla mezzanotte. Ma continuano a piovere razzi sul territorio dello Stato ebraico. E anzi un razzo caduto sulla parte egiziana di Rafah, al sud della Striscia di Gaza, avrebbe colpito una casa uccidendo una bimba. Lo riferisce l’agenzia Mena. Altre due persone sono rimaste ferite: si tratterebbe di altri due bambini secondo testimoni. E il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ordinato all’esercito di tornare a colpire la Striscia. E i jet hanno colpito tre obiettivi.
Nelle ore precedenti, Israele si era detto disponibile a prolungare la pace di altri tre giorni, mentre i palestinesi avevano rinviato la conferenza stampa prevista per le 21.30 (le 20.30 in Italia) ad un orario imprecisato, confermando le difficoltà del negoziato. Il giornale israeliano Ynet citava fonti egiziane che affermavano: "è necessario più tempo per raggiungere un accordo. Entrambe le parti sono ostinate su alcuni dei punti in discussione".
Prima del cessate il fuoco c’erano state ore di colloqui frenetici con la tensione che tornava a salire. Truppe al confine e il sistema anti-razzi Iron Dome armati, pronti a tutto. Il ministro israeliano per gli Affari strategici Yuval Steinitz aveva detto che Israele "risponderà a quanto farà Hamas". "Alla calma risponderemo con la calma. Ma se Hamas sparerà, il nostro contrattacco sarà molto forte".
La proposta egiziana. L’Egitto, in questi giorni ospite dei colloqui e mediatore, ha presentato alle parti una proposta di soluzione, che prevederebbe che l’Autorità palestinese subentri ad Hamas nell’amministrazione dell’enclave, oltre l’allentamento di alcune parti del blocco imposto da Israele a Gaza e la riapertura di alcuni valichi, che porterebbe un po’ di sollievo alla Striscia, ma rimanda a negoziati futuri la risoluzione di alcuni nodi dibattuti, come per esempio la richiesta di Hamas di rimuovere totalmente il blocco e quella israeliana che vuole il disarmo di Hamas.
In base alla proposta dell’Egitto, Israele interromperebbe gli attacchi aerei sui militanti palestinesi e la zona cuscinetto di 500 metri nei pressi del confine tra Gaza e Israele sarebbe ridotta con il tempo.
Telefonata Obama-Netanyahu. Dietro le quinte, anche un nuovo intervento del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha avuto nel pomeriggio un colloquio telefonico con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu. Obama ha ribadito il sostegno degli Usa agli sforzi di mediazione dell’Egitto e ha sottolineato l’importanza di giungere ad un risultato sostenibile che garantisca la sicurezza di Israele e affronti la crisi umanitaria a Gaza.
REPUBBLICA.IT DEL 20 AGOSTO
GAZA - Almeno 20 morti e 120 feriti tra i palestinesi. Sirene di allarme che risuonano a Tel Aviv e in diverse località limitrofe fra cui Rischon le-Zion, Petach Tikwa e Lod. Minacce alle compagnie che dovessero continuare a volare all’aeroporto Ben Gurion. All’indomani del naufragio della tregua, il braccio di ferro tra Hamas e Israele torna, a tutti gli effetti, sul piano militare. Al centro delle ostilità è ancora una volta Gaza. Il ministero della Salute ha reso noto il primo bilancio delle vittime palestinesi, da quando ieri è stato violato il cessate il fuoco. Tra i civili morti nella Striscia, in queste ore, anche 9 bambini e 3 donne.
Sono quasi cento gli attacchi condotti dall’esercito di Israele dalla ripresa delle ostilità. Le ultime vittime sono due ragazzi palestinesi di 11 e 16 anni, che hanno perso la vita oggi in un’incursione aerea che ha colpito un’abitazione nei pressi di Deir Al-Balah.
Decine di razzi. Continuano, a pieno ritmo, anche i lanci di razzi da parte dei militanti di Hamas verso il territorio dello Stato ebraico. Oltre 170 finora. Ieri i primi tre avevano causato l’interruzione del cessate il fuoco, in vigore dal 10 agosto e l’immediata risposta militare ordinata da Netanyahu, che ha anche ritirato la delegazione israeliana dai colloqui indiretti in corso al Cairo. L’obiettivo principale resta l’aeroporto di Tel Aviv. Questo l’avvertimento lanciato stasera da Gaza alle compagnie internazionali - che comunque hanno fatto già sapere che non modificheranno i loro voli - dal portavoce del braccio armato di Hamas, Abu Obeida.
Minacce che si estendono a tutti luoghi affollati, fra cui gli stadi di calcio, che saranno presi di mira da Hamas.
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Non si fa attendere la risposta del primo ministro israeliano: "Non fermeremo l’operazione a Gaza finché non sarà ripristinata la calma e la sicurezza per Israele", ribadisce Netanyahu. Che poi aggiunge: "Nelle ultime settimana abbiamo inferto un duro colpo ad Hamas, il più duro dalla sua nascita. Siamo determinati a continuare e useremo tutti i mezzi necessari".
Giallo Deif. E’ invece controversa la sorte del leader delle Brigate Izzedin Al-Qassam nella Striscia, Mohammed Deif. Secondo i media palestinesi, il leader del braccio armato di Hamas sarebbe sfuggito al raid nel quale hanno perso la vita, nella notte tra martedì e mercoledì, la moglie e il figlio e sarebbe ancora al comando dell’ala militare dell’organizzazione. Mentre Fox News, che cita fonti dell’intelligence israeliana, sostiene che Deif sarebbe stato ucciso. Nessun commento a riguardo da Netanyahu: "Tutti i comandanti delle organizzazioni terroristiche sono un obiettivo di primo piano. Nessuno di loro è escluso", si è limitato a dire.
Migliaia di persone hanno partecipato, questa mattina, ai funerali della moglie Widad, 27 anni, e del piccolo Ali, di sette mesi. Durante i funerali, i due corpi sono stati avvolti nelle bandiere verdi di Hamas. Successivamente un corteo funebre è partito da una moschea del campo rifugiati di Jabaliya, nel nord della Striscia.
Negoziati finiti per Hamas. Sul fronte diplomatico è iniziata oggi in Qatar la visita del presidente palestinese Abu Mazen, che incontrerà l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani e il leader di Hamas in esilio, Khaled Meshaal. Colloqui che non partono però con i migliori auspici. Sempre secondo le dichiarazioni del portavoce del braccio armato di Hamas, l’iniziativa egiziana per una tregua a Gaza "è nata morta, ed è stata sepolta assieme con Ali" il figlio del comandante militare di Deif ucciso nella notte di martedì. Ecco perché - ha aggiunto Abu Obeida - la delegazione palestinese deve lasciare il Cairo.
PEZZO DI REPUBBLICA.IT DEL 21/8
GAZA - Escalation di violenza in Medio Oriente dopo la rottura della tregua martedì e, nonostante gli appelli affinché le parti tornino a parlarsi, è il rumore delle bombe a farla da padrone. Un raid israeliano ha causato un’esplosione in via Nafak, a Gaza City, provocando la morte di due adulti e tre bambini, tutti di età inferiore a 10 anni. Altre due vittime si registrano nella cittadina di Beit Lahiya: tra loro un tredicenne. Tre persone sono state uccise da una esplosione avvenuta oggi nel cimitero di Sheikh Radwan.
Il bilancio giornaliero delle vittime di questa giornata di combattimentiè salito così a 24 persone. E la nuova offensiva israeliana sembra destinata a durare: il governo dello Stato ebraico è pronto a richiamare 10mila riservisti dell’esercito.
Questa notte duro colpo inflitto dall’aviazione israeliana alle brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas a Gaza: tre comandanti del gruppo terroristico sono stati uccisi in seguito ad un raid. Si tratta di Mohammed Abu Shamaleh, Raed Attar e Mohammed Barhoum. Uno di loro sarebbe coinvolto nel rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit nel 2006. Smentita invece l’uccisione di uno dei principali leader militari di Hamas, Mohammed Deif. Oltre diecimila palestinesi hanno preso parte a Rafah ai funerali dei tre comandanti.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lodato l’azione dell’intelligence e ha affermato in una nota che i leader di Hamas avevano "pianificato attacchi mortali contro civili israeliani". Dopo il raid aereo, centinaia di palestinesi sono scesi in strada chiedendo vendetta.
Gaza, raid uccidono tre capi militari delle brigate al-Qassam. Pioggia di razzi verso Israele
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Non si è fatta attendere la reazione di Hamas: dall’inizio della mattinata sono stati sparati da Gaza una trentina di razzi (in parte intercettati dalle batterie di difesa Iron Dome) e di colpi di mortaio. Dodici di questi sono caduti nel vicino villaggio israeliano di Nahal Oz. Un civile sarebbe ferito in modo grave. E sirene di allarme sono scattate questa mattina a Beer Sheva, la maggiore città del Neghev, e a Ashdod e Ashqelon.
Ieri il gruppo fondamentalista aveva minacciato: "Colpiremo l’aeroporto di Tel Aviv". Oggi il primo razzo M75 verso lo scalo internazionale, lanciato dalle brigate al-Qassam. Secondo la radio israeliana, decine di voli al Ben Gurion sono stati "riprogrammati" per "motivi di sicurezza". E arrivano i primi stop: la compagnia egiziana Air Sinai, nell’orbita di Egypt Air, ha annunciato la sospensione dei voli verso Tel Aviv in ragione delle "deteriorate condizioni di sicurezza".
Dalla Turchia arrivano le parole di un importante esponente di Hamas in esilio, Saleh al-Arouri, che a un convegno avrebbe ammesso il coinvolgimento del gruppo nel rapimento e nell’uccisione dei tre ragazzi ebrei a Hebron lo scorso giugno che ha scatenato la spirale di violenza tutt’ora in corso. Secondo al-Arouri il rapimento sarebbe stato compito da esponenti delle brigate al-Qassam. "Ci sono state molte speculazioni su questa operazione - ha detto al-Arouri - alcuni hanno detto che fu una cospirazione. La volontà popolare è stata esercitata in tutta la nostra terra occupata ed è culminata con l’eroica operazione della brigade al-Qassam, sequestrando tre coloni ad Hebron", disse Arouri. Se verificata, si tratterebbe della prima ammissione del coinvolgimento del gruppo terrorista nel delitto.
Nella Striscia arrivano anche le prime condanne a morte: Hamas ha passato per le armi tre palestinesi di Gaza ritenuti colpevoli di collaborazionismo con Israele. Altri sette sono stati arrestati e sono adesso sotto inchiesta.
L’offensiva dell’esercito israeliano "margine protettivo" arriva dunque al 45° giorno dell’offensiva israeliana a Gaza, pesante il bilancio: sono 2.075 le vittime a Gaza, secondo fonti palestinesi, 10.310 i feriti, mentre si contano 64 soldati israeliani uccisi e due civili.
Appello dell’Onu per la ripresa delle trattative. Dall’Onu continuano ad arrivare gli appelli per la ripresa del dialogo. "Le delegazioni palestinese e israeliana devono ritornare al tavolo dei negoziati indiretti al Cairo per raggiungere urgentemente una tregua stabile e sostenibile" ha affermato il presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il rappresentante britannico Mark Lyall Grant. Tutte le parti devono impegnarsi per "evitare che la situazione degeneri e raggiungere un’immediata tregua umanitaria", ha precisato Grant.
I negoziati nella capitale egiziana sono stati interrotti martedì pomeriggio a seguito del lancio di tre razzi dalla Striscia di Gaza contro Israele e del conseguente ritiro della delegazione dello Stato ebraico.
Uomini di Hamas hanno giustiziato 18 palestinesi - 16 uomini e due donne - accusati di collaborare con Israele. Militanti vestiti di nero, con il volto mascherato, hanno sparato a sette dei condannati, nella prima esecuzione pubblica dagli anni 90. I prigionieri con i volti coperti e le mani legate sono stati fucilati davanti ai fedeli usciti dalla moschea Omari in Palestine Square. Secondo quanto riferito da Hamas, altre undici persone sono state uccise in una stazione di polizia abbandonata vicino Gaza City