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 2014  agosto 22 Venerdì calendario

L’AMERICA ACCELERA, L’EUROPA RISTAGNA


Stati Uniti in espansione, Europa in stagnazione e Cina in frenata, pericolosamente vicina al limite dei 50 punti, al di sotto del quale comincia la fase di rallentamento. Questa la sintesi dei dati Markit sui Pmi nelle tre aeree più importanti del pianeta.
Ma andiamo con ordine, tenendo conto che si tratta pur sempre di aspettative dei responsabili acquisti. L’indice Pmi flash manifatturiero negli Stati Uniti è salito ieri al livello più alto in oltre quattro anni, segno che la fiducia è stabile, rafforzata dalle aspettative che la Federal Reserve non alzerà a breve i tassi di interesse anche quando saranno venuti meno gli acquisiti di bond con il piano del quantitative easing. L’indice calcolato da Markit è avanzato a 58 punti ad agosto negli Usa, il massimo dall’aprile 2010, contro i 55,7 punti di luglio. Ogni dato sopra 50 punti indica una fase di espansione delle attività economiche.
Quanto all’Eurozona, rallenta più del previsto l’attività manifatturiera e dei servizi ad agosto, forse anche a causa dei timori degli effetti delle sanzioni Ue e delle contromosse russe per la crisi ucraina. L’indice Pmi composito è sceso a 52,8 punti da 53,8 di luglio contro attese per un calo più contenuto a 53,4.
Nel dettaglio, l’indice Pmi manifatturiero è sceso a 50,8 punti da 51,8 contro attese per una discesa a 51,3, mentre l’indice dei servizi è calato a 53,5 punti da 54,2, in questo caso si prevedeva un rallentamento a 53,7.
La crescita delle attività nell’Eurozona, esile e fragile, secondo Markit, «risulta ancora troppo debole da incoraggiare l’aumento degli organici, tanto da incidere in modo significativo sulla disoccupazione. Ad agosto, il leggero aumento degli organici dei servizi è stato controbilanciato da nuovi tagli nel manifatturiero, con un tasso di creazione di posti di lavoro vicino alla stagnazione, tasso tuttavia migliore rispetto alla rapida contrazione avutasi ad agosto dello scorso anno». Le incertezze economiche e geopolitiche hanno frenato la creazione di nuovi posti di lavoro.
In Francia i dati sono di duplice lettura, visto che migliora l’indice Pmi dei servizi (da 50,4 a 51,1 punti), ma peggiora il manifatturiero (da 47,8 a 46,5), segno che il presidente François Hollande dovrà lavorare a fondo per far tornare la fiducia nel Paese. In Germania, la tenuta è migliore del previsto: il Pmi composito scende a 54,9 punti da 55,7 di luglio, contro attese per un calo a 54,6 punti. L’indice dei direttori d’acquisto del settore manifatturiero della Germania nel mese di agosto si è attestato a 52, in lieve flessione dal 52,4 di luglio. L’indice dei servizi in agosto si è collocato a quota 56,4, da 56,7 in luglio. Entrambi i dati sono migliori del consensus.
E la Cina, il gigante asiatico? A Pechino è rallentata la crescita del manifatturiero, secondo il dato previsionale dell’indice Pmi (Purchasing manager’s index) diffuso dalla banca anglo-cinese Hsbc.
Secondo i dati diffusi ieri, l’indice ad agosto è sceso a sorpresa al 50,3 contro il 51,7 di luglio, rappresentando il dato più basso da tre mesi. In particolare «rallentano gli ordinativi sia dal mercato interno e sia dal canale estero», spiega la nota di Hsbc. La rilevazione modifica i dati positivi diffusi all’inizio dell’estate da Pechino e mette in mostra le difficoltà evidenziate negli ultimi tempi del dragone cinese: Pechino si avvicina alla soglia dei 50 punti, che rappresenta lo spartiacque tra contrazione ed espansione economica, anche se al riguardo ci vuole sempre un po’ di cautela quando si maneggiano le statistiche cinesi.
In Giappone invece l’indice Pmi manifatturiero è risultato in rialzo ad agosto ben al di sopra della quota 50 punti: quota 52,4 punti dai 50,5 punti di luglio, al livello più alto dal marzo scorso, un segnale di cauto ottimismo.