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 2014  agosto 22 Venerdì calendario

LOLLOBRIGIDA E DE SICA LA SAGA DELLA NOSTALGIA


Fra le memorabili saghe del cinema italiano anni 50 (i melò strappacore di Matarazzo, Don Camillo, Poveri ma belli) quella di Pane e amore è la più vitale: piace molto agli stranieri e rimanda il ritratto di un paese pio, semplice, buono, rusticano (secondo alcuni falsato già allora). A Locarno nella retrospettiva Titanus è stato il film di maggior successo.
Merito del piglio bozzettistico nazionalpopolare con cui Luigi Comencini, autore di capolavori come Tutti a casa , ha scritto con Ettore M. Margadonna la storia di paesani dell’Abruzzo (la Bersagliera, la Levatrice, il Carabiniere, la Governante, la commedia dell’arte) a contatto con una new entry, un maresciallo di Sorrento. C’è già il ping pong geografico del Benvenuti di qua e di là , è una commedia lastricata di buoni sentimenti. Il film, box office di 1 miliardo e 413 milioni, fu oggetto di polemiche perché accusato di aver tradito le ragioni del neo realismo (era «neo falsista» diceva lo sceneggiatore Age), ma il bravo regista di lungo corso lo difendeva come piccolo film che andava alle radici del costume contadino senza voler far fuori il realismo. Anche perché fu proprio De Sica, grande del neo realismo, a risalire la china della popolarità con quel personaggio così italiano che lo rese amatissimo: «Lo stesso Dreyer, quando mi vide — ricordava — non mi parlava di Umberto D . ma di Pane amore e fantasia» . Secondo Gina Lollobrigida, che l’avvocato De Sica in Altri tempi! aveva definito in tribunale maggiorata, il film si poteva dire farina dell’attore, mentre Comencini faceva da vigile controllore.
Il successo impose un bis che la Lollo fece malvolentieri, cedendo poi il passo alla «giovane» Sophia nell’episodio di Sorrento. Intitolata felicemente storpiando la frase di un poveraccio napoletano ricco solo di un pezzo di pane («mangio pane e immaginazione»), la commedia ebbe problemi virtuali di censura perché tutti, cominciando dal produttore, temevano di essere irrispettosi dell’Arma, mentre proprio questa «cordialità» piaceva a molti critici. E poi il cast indimenticato: oltre alle due star (per la Lollo il lancio, per De Sica il rilancio) restano saldi nella nostalgia collettiva Marisa Merlini, star del varietà e popolare caratterista, Roberto Risso il timidone e Tina Pica nonna Sabella, grande del teatro di Eduardo.