Massimo Gaggi, Sette 22/8/2014, 22 agosto 2014
MARYLAND IL NO ALLE ARMI SPOSTA LA BERETTA
Anche se non ha portato ad alcun vincolo o divieto a livello federale, l’ondata di critiche per la diffusione delle armi da fuoco automatiche negli Stati Uniti che ha preso corpo dopo la strage di bambini nella scuola elementare di Sandy Hook, un anno e mezzo fa, ha provocato molte reazioni risentite. E non solo quelle della Nra, la lobby Usa delle armi: il varo di alcune restrizioni in uno Stato, il Maryland, molto sensibile sulla questione, ha recentemente spinto un’azienda che ha qui gli impianti Usa, l’italiana Beretta, a trasferire altrove la sua produzione di armi. La Beretta ha considerato il provvedimento del Maryland, la messa al bando di 45 tipi di armi d’assalto, un atto ostile e in breve tempo ha deciso di trasferire i suoi impianti in un altro Stato del Sud: il Tennessee, dove armi e armieri sono benvisti, fino al punto che una nuova legge autorizza i cittadini anche privi di specifica licenza a tenere pistole e fucili carichi a bordo delle loro auto. L’azienda italiana, che ha tolto 160 posti di lavoro al Maryland premiando il Tennessee, non ha fatto altro che seguire una migrazione inaugurata da altri produttori di armi, da Mossberg a Kahr, che stanno abbandonando gli Stati a guida politica “liberal” che mettono limiti alla vendita di armi.