Pierfrancesco Archetti, La Gazzetta dello Sport 22/8/2014, 22 agosto 2014
IMMOBILE DI GERMANIA
Prima di lasciare la carica a Mats Hummels, il capitano del Borussia Sebastian Kehl ha sbrigato due pratiche: ricevere la Supercoppa e accogliere i nuovi. Quindi è andato da Ciro Immobile con due fogli pieni di frasi in tedesco: non la traduzione di buongiorno e buonasera, ma dei pizzini sui termini tattici. «Una sera è arrivato con la lista e ho dovuto imparare».
Umschalten?
«Mmm…. Ripartenza. La più facile è Gegenpressing, il contropressing».
La interroga?
«Non ancora. Però era giusto capire subito i termini del campo. Sono a buon punto: Massimo, il traduttore che mi segue, si avvicina solo quando parla Klopp, ma lui nemmeno i tedeschi lo capiscono, parla troppo in fretta e gli è scappato pure un vaffa in italiano un giorno, ma non contro di me».
La prendono i giro i campioni del mondo? Lei era già a casa dal Brasile a fine giugno.
«Pensavo sfottessero di più. Forse per loro il Mondiale è una cosa normale, non li ho visti neanche festeggiare tanto».
Lei è il più pagato in assoluto di questo mercato in Bundesliga, è il terzo più costoso della storia del Borussia. Le fanno pesare i 19,4 milioni spesi per acquistarla?
«Nell’ambiente no, sulla stampa qualcosa esce sempre. Qui la gente ti lascia tempo, non vuole tutto e subito, ma tu devi dimostrare che fai di tutto per imparare e adattarti. Poi il campo conta più dei milioni, spero di far bene».
Secondo il Kicker lei fatica con i nuovi metodi d’allenamento. Ma come si allenano questi tedeschi?
«È falso che io fatichi: sono passato da Zeman, come potrei? L’allenamento è diverso come struttura: tanto lavoro tecnico nello stesso esercizio. Da noi si fa contropressing in uno e tiri in un altro. Qui tutto insieme. Si sono aggiornati tatticamente e si corre di più».
Non l’hanno richiusa nella Footbonaut, la gabbia spara palloni?
«Ci sono entrato per vedere Blaszczykowski. Che roba. E’ più per gli infortunati, spero di starci alla larga».
Per farvi andare così veloci vi mettono a dieta?
«Macché. Loro mangiano di più e con più frequenza. A pranzo, dopo le sedute, dopo un viaggio. Mangiano sempre. Io non ero abituato, dopo l’allenamento. E non è uno spuntino: è pasta».
Ci hanno superato con armi italiane. Altro?
«La musica».
Che musica? Quando?
«Nello spogliatoio, prima della partita. Da noi silenzio o cuffie personali, qui c’è musica per tutti. Non sempre la stessa, decide Aubameyang: spesso rap. Ci si cambia a ritmo di rap e poi si esce per il riscaldamento».
E lei canta?
«Ho dovuto farlo in ritiro, come rito d’iniziazione. La squadra sceglie e tu devi eseguire. Mi hanno imposto “Un’estate italiana”, ho preso la stecca del biliardo come microfono e via: “Notti magiche, inseguendo un gol”. Mi è andata bene, la sapevo».
Qualcuno del Bayern ha voluto la sua maglia da italiano in viaggio, dopo la Supercoppa?
«L’ho scambiata con Neuer, mi piace come portiere. Ha preso la mia, non l’ha evitata».
Quando parlano del Bayern, qui, come lo vedono?
«Cercano di parlarne poco. È la rivale che dà fastidio, ce la giocheremo con loro. Non siamo distanti».
Al Borussia si sono spaventati quando hanno sentito della sua tribù di parenti: quanti biglietti le devono dare per partita?
«Ne danno uno solo, gli altri si possono comprare. Ne ho chiesti 10 per l’esordio. La famiglia mi ha seguito, è importante, avevo il nome di mia moglie e mia figlia sulle scarpe, adesso lo metto anche sui parastinchi. Quelli vecchi li ho lasciati in Brasile, forse per dimenticare».
Domani incontra Donati del Leverkusen, c’è pure Caldirola al Werder: tre vicecampioni d’Europa con l’U21, in Germania. Perché in Italia non trattengono i giovani ?
«Per me può essere un fatto economico, ma per Donati e Caldirola è questione di fiducia: faticavano a trovare squadra in B e qui uno è in Champions. Li hanno visti e ci hanno creduto: da noi sbagliano a farti girare di prestito in prestito, qui sono nel campionato più importante d’Europa».
Perché dopo l’allenamento si è tirato un secchio d’acqua in testa?
«Per il video virale che raccoglie fondi per la Sla. La mia maglia d’esordio in Bundesliga andrà alla fondazione Borgonovo: la ricerca contro questa malattia va aiutata».