Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 22 Venerdì calendario

QATAR BIFRONTE: FINANZIA GLI ISLAMISTI, POI LI CONDANNA

Ma chi nutre questo nuovo male o­scuro che sta annientando parti consistenti di Medio Oriente ed esercita un richiamo fatale su centinaia di jihadisti quiescenti in tutto il mondo? La diplomazia tedesca ha rotto gli indugi, fa­cendo un nome: il piccolo e spregiudicato emirato del Qatar.
«Storie come queste hanno sempre una storia. Chi finanzia queste truppe? Sugge­rimento: il Qatar», ha affermato il ministro per gli Aiuti allo sviluppo, Gerd Muller in u­na intervista all’emittente televisiva Zdf.
Impermeabile agli attacchi internaziona­li, anche in virtù di una lunga abitudine a essere nell’occhio del ciclone, Doha ha con­dannato duramente l’uccisione del gior­nalista statunitense James Foley, decapita­to dagli estremisti dello Stato del Levante. Si è trattato di «un crimine ignobile», ha scritto il ministero degli Esteri del Qatar, «contrario ai principi dell’islam» e che «contravviene ai valori umani e di diritto in­ternazionale ». Parole di rito per chi ritiene i sultani al-Thani i grandi manovratori del­la Terza guerra mondiale. Prima ancora di Berlino, l’uscente primo ministro iraqeno Nour al-Maliqi ha accusato Arabia Saudi­ta e Qatar di aver finanziato per tre anni i jihadisti sunniti regionali, cioè dall’inizio della rivolta contro il presidente siriano Ba­shar al-Assad, alleato di Teheran.
Per tagliare le gambe all’Iran sciita, dun­que, le potenze sunnite – e probabilmen­te i loro alleati in Occidente, come già suc­cesso in passato – hanno finito per azzop­parsi da sole. La nuova formazione, infat­ti, è più ambiziosa e armata del qaedismo: innanzitutto, è territoriale e come tale con­quista uno dietro l’altro spicchi di qua­drante regionale per dare vita a una propria entità statale. In secondo luogo, si è già sganciata dai padrini: facendo due conti, lo Stato islamico di Iraq e Grande Siria non ha più bisogno degli aiuti di nessuno. Pren­dendo Mosul, i miliziani si sono impos­sessati della Banca centrale, con 500 mi­lioni di dollari in contanti e riserve d’oro. I beni complessivi riconducibili ai mili­ziani post-qaedisti sono stimati in 2,5 mi­liardi di dollari. Inoltre, sono circa 60mila gli uomini armati e addestrati come un ve­ro esercito. Secondo la stampa del Cairo, i volontari e­giziani sarebbero oltre 3mila, in continuo aumento. Considerando fondata l’accusa di Berlino, emerge la strategia qatariota nel­la sua determinazione: finanziare tutte le organizzazioni sunnite, politiche o para­militari, per estendere la propria influen­za oltre gli striminziti confini nazionali. In­nanzitutto, fiumi di soldi ai Fratelli musul­mani, ovunque. Poi, finanziamenti e armi a tutti i ribelli islamisti: libici, tunisini, ga­zawi. Una pioggia di petroldollari senza fi­ne, in concorrenza con Riad, che coccola sia i nostalgici del Califfato sia altre forma­zioni islamiste “aggressive” come il Fronte al-Nusra. Ma nella regione si fa a gara per spalleggiare gli islamisti: la Turchia di Re­cep Erdogan ha fatto lo stesso, addestran­do miliziani – stranieri o autoctoni – sul confine con la Siria. Quegli stessi uomini che poi hanno fondato Isis. Altri, sono sta­ti addestrati nei campi giordani da ufficia­li americani: lo scrive la stampa di Amman da almeno due anni.
E ora viene il bello: Washington ha appena inviato a Baghdad 300 “esperti militari” per proteggere i pozzi petroliferi e i nodi ne­vralgici del Paese. Accanto a loro chi altro? Truppe scelte iraniane, circa 2 mila, a guar­dia della capitale iraqena. Ormai manca­no solo i droni israeliani, ma non è detto che non stiano scaldando già i motori.