Alessandra Rizzo, La Stampa 22/8/2014, 22 agosto 2014
L’INCUBATRICE DI LONDRA
Il boia di James Foley si fa chiamare «John», è quasi certamente inglese ed è considerato il leader di una cellula di jihadisti reclutati in Gran Bretagna e messi a guardia degli ostaggi stranieri catturati dai militanti dello Stato Islamico. Il gruppo è soprannominato «Beatles».
John è uno degli uomini più ricercati del pianeta. Fbi, Scotland Yard e servizi di intelligence hanno lanciato una caccia all’uomo per cercare di identificare con certezza il militante dal volto coperto e vestito di nero che ha decapitato il giornalista americano. La voce potrebbe essere un elemento chiave: l’accento di John fa pensare che sia del sud-est dell’Inghilterra, forse di Londra. Si ritiene che abbia condotto negoziati con i familiari di altri ostaggi catturati dal gruppo, ma sembra che nessuno l’abbia mai visto in volto. Secondo i media inglesi, gli altri guardiani si facevano chiamare Paul e Ringo come due degli altri membri dei Beatles. Gli analisti stanno analizzando il video, cercando di verificare se sia possibile identificare l’uomo attraverso gli occhi, mentre gli 007 setacciano i forum jihadisti online alla ricerca di indizi.
John e i Beatles sono solo l’espressione più evidente e brutale di un movimento di militanti e aspiranti jihadisti britannici andati in Medio Oriente per combattere al fianco dell’Isis. «Li abbiamo visti farsi saltare in aria e operare come boia», ha detto alla «Bbc» Shiraz Maher, esperto del Centro Internazionale di Studi sulla Radicalizzazione. «Gli jihadisti inglesi sono tra i combattenti più feroci in Iraq e Siria».
Comunicano attraverso i social media, si fanno vanto su Twitter della loro appartenenza all’Isis, postano foto con kalashnikov e altre armi. Alcuni sono giovani che abbandonano gli abiti e gli usi occidentali con cui sono cresciuti per diventare fanatici islamisti e nemici dello Stato. Spesso usano i forum per chiedere consigli su come raggiungere l’Iraq o la Siria. Gli esperti parlano di «jihad-cool», una sotto-cultura che sta prendendo piede tra i giovani cittadini, spesso figli di immigrati, a rischio di radicalizzazione.
Alcuni di loro si sono congratulati per il video della decapitazione di Foley. Tra questi ci sarebbe una ragazza di Lewisham, quartiere nel sud di Londra, che aspira a diventare la prima donna a decapitare un britannico o un americano. La sua storia è stata raccontata dal «Daily Mail»: la giovane Khadijah Dare, ventidue anni, sarebbe andata in Siria nel 2012. Adesso si fa chiamare Muhajirah fi Sham («immigrata in Siria»). Il suo profilo Twitter mostra la foto di un bimbo che imbraccia sorridente un fucile.
L’intelligence ritiene che siano circa 400 i cittadini britannici andati a combattere in Siria e Iraq. Per loro, il leader nazionalista dell’Ukip Nigel Farage ha invocato la revoca del passaporto. «Se scelgono di andarsene, non dovrebbe essere permesso loro di tornare», ha detto.
Circa una quarantina sarebbero morti combattendo. Nel febbraio scorso Abdul Waheed Majeed, quarantuno anni, è diventato il primo cittadino britannico a farsi saltare in aria in Siria: ha attaccato una prigione ad Aleppo. Majeed si teneva in contatto con la moglie e i tre figli rimasti nell’Essex via Skype. A luglio è rimasto ucciso nei combattimenti Muhammad Rahman, che da Portsmouth si era imbarcato su un volo diretto in Turchia, e da lì era arrivato in Siria. Venticinque anni, Rahman lavorava nella catena di negozi Primark ma voleva diventare un martire di Allah.
Secondo gli esperti, L’Isis utilizza militanti di lingua inglese nei video di propaganda con l’intento di spaventare l’Occidente e mostrare la sua capacità di reclutare, e colpire, al di là dei propri confini. A maggio uno studente di medicina di Cardiff, Nasser Muthana, e due altri giovani britannici sono apparsi in un video per invitare i loro connazionali a «rispondere alla chiamata e combattere per Allah». Qualche giorno fa Muthana, che è stato raggiunto in Siria dal fratello più giovane Aseel, ha postato su Twitter delle foto di una base militare siriana colpita da un ordigno, accompagnate da un macabro avvertimento: «Sto diventando bravo con queste bombe».