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 2014  agosto 21 Giovedì calendario

LA NAZIONALE DEI GRIFFATI


Antonio Conte, ct pubblico pagato con soldi (anche) privati. La formula che ha permesso a Carlo Tavecchio di portare sulla panchina della Nazionale l’ex allenatore della Juventus non è un inedito assoluto per il mondo dello sport (soluzioni simili sono all’ordine del giorno soprattutto nel circus della Formula 1 e dei motori), ma è decisamente una novità per il calcio italiano.

Del resto abbastanza recente è anche la pratica di sponsorizzazioni individuali per i giocatori, cominciata solo negli Anni Settanta e poi sdoganata dalla convenzione del 1981 fra Lega e AssoCalciatori. Da allora l’avanzata non ha avuto freni: oggi praticamente tutti i calciatori della nostra Serie A hanno un proprio sponsor tecnico (i portieri a volte pure due, uno specifico per i guanti ). La voce grossa, ovviamente, la fanno i due colossi dell’abbigliamento sportivo mondiale, la Nike con oltre 230 giocatori e l’Adidas, intorno a quota 150. I grandi contratti e i soldi veri, però, girano altrove. La crisi di talenti del nostro calcio ha fatto sì che anche il business delle multinazionali si spostasse all’estero, dove gioca la maggior parte dei cosiddetti top player.

I “PAPERONI” italiani, dal punto di vista commerciale, sono gli stessi di dieci anni fa: come Alessandro Del Piero, uomo Adidas, o Francesco Totti, dal 2013 di nuovo Nike (dopo un contenzioso di cui era stato protagonista in passato). Entrambi, però, sono fuori dal giro della Nazionale da anni. E in dubbio è anche Andrea Pirlo (griffato Nike), che dopo il flop in Brasile aveva annunciato il suo ritiro (salvo poi tornare sui suoi passi, Antonio Conte ha detto di volerci parlare).

Tra i sicuramente convocabili resta invece Gianluigi Buffon, che nonostante i 36 anni pare intenzionato a continuare la sua carriera in azzurro. E il portiere di Carrara è il testimonial storico proprio della Puma, a cui è legato dal 2002 e con cui di recente ha firmato un contratto praticamente a vita. Il marchio della multinazionale tedesca quantitativamente nel nostro campionato viene dietro a Nike e Adidas, ma può vantare alcuni pezzi da novanta. Non solo Buffon, ma anche Mario Balotelli, strappato a suon di milioni alla Nike nel dicembre del 2013. E qui si ritorna al discorso del possibile conflitto d’interessi che ha già tenuto banco negli scorsi giorni. Perché sono tanti i giocatori italiani targati Puma: è addirittura possibile immaginare una Nazionale formata da soli giocatori dello sponsor tedesco. Con un inamovibile come Giorgio Chiellini, ma anche tanti giocatori che hanno già vestito d’azzurro e potrebbero fare il salto di qualità: da Astori a Romulo (appena acquistati da Roma e Juventus), passando per Verratti a Perin (che potrebbero essere gli eredi di Pirlo e Buffon); e ancora Gabbiadini, Diamanti, Rosi, Schelotto, Rossettini, Portanova.

Gli allenatori di solito guardano più alle prestazioni sul campo che alla marca degli scarpini, e i calciatori hanno ormai autonomia quasi totale nella gestione dei propri diritti d’immagine. Ma è indubbio che le sponsorizzazioni abbiano un certo peso sul calciomercato e sulle scelte delle società. Non è un caso che in squadre come Inter e Roma, che hanno contratti importanti con la Nike, quasi tutti i giocatori hanno come sponsor tecnico l’azienda americana. Nike ha avuto un ruolo decisivo nell’ultimo rinnovo di Francesco Totti col club capitolino, Adidas ha contribuito a spingere Diego Costa (appena entrato nella sua scuderia) fra le braccia di José Mourinho al Chelsea (di cui pure è sponsor). Lo stesso potrebbe valere anche in Nazionale, impossibile scacciare certi retropensieri. Per la Puma un Balotelli emarginato, o anche solo non più al centro del progetto (e quindi dei riflettori), perderebbe di valore. Difficile dire quanto, comunque tanto. E a quel punto davvero la multinazionale tedesca non farebbe nulla per tutelare il suo investimento, anche in qualità di principale finanziatore del contratto del ct? Il dubbio resta. Ma Antonio Conte non si farà condizionare “mai da niente e da nessuno”. L’ha promesso.