Andrea Giacobino, ItaliaOggi 20/8/2014, 20 agosto 2014
GLI ANGELINI (APF) RITROVANO L’UTILE
Gli Angelini, dinastia farmaceutica proprietaria di famosi marchi (Amuchina, Moment e Tachipirina), non si fanno spaventare da oltre 12 milioni di minusvalenze potenziali sul loro portafoglio azionario e tengono botta: così la cassaforte Angelini Partecipazioni Finanziarie (Apf) chiude il 2013 ritrovando un minutile di 731 mila euro rispetto agli oltre 7,3 milioni di perdita dell’esercizio precedente.
In Apf, su un totale di attivo di 193,5 milioni, le azioni quotate valgono quasi 92 milioni: 39,98 milioni di controvalore Mediobanca, 33,9 milioni di UniCredit, 7 milioni di Monte Paschi di Siena, 10,9 milioni di Tamburi Investment Partners e oltre 1,1 milioni di M&C. Gli Angelini hanno così deciso di mantenere queste azioni perlopiù al loro valore di costo, nonostante presentino una differenza complessiva di 12 milioni rispetto alle corrispondenti frazioni di patrimoni netti, ma la nota integrativa spiega che ciò non è considerata perdita durevole di valore. In Mediobanca, infatti, la quota dello 0,46% (la differenza tra valore di carico e frazione di patrimonio netto è di circa 5 milioni) è considerata «di carattere strategico»; così come 3,4 milioni di titoli Unicredit (differenza di 4 milioni) beneficeranno di un probabile apprezzamento e lo stesso dicasi per i 10 milioni di azioni Mps (differenza di circa 2 milioni) peraltro già svalutati di quasi 8 milioni nel 2012.
A completare il portafoglio ci sono investimenti in fondi e società non quotate per circa 100 milioni: spiccano 10 milioni di un fondo Sofipa, 1,8 milioni del fondo lussemburghese Opera Participations, 7,8 milioni del Trilantic Capital Partners (dove uno dei principal è Vittorio Pignatti-Morano, uno degli ex top banker di Lehman Brothers), 2,8 milioni nella Sator di Matteo Arpe e il raddoppio dell’investimento, durante l’esercizio, fino a 6,5 milioni nel fondo Sator private equity. Apf è in carico per 103,7 milioni nel bilancio della controllante Angelini Finanziaria Holding che ha chiuso il 2013 con un minirosso di 1,3 milioni.
Alberto Pirelli rafforza la sua cassaforte
Alberto Pirelli, socio di Marco Tronchetti Provera, vicepresidente di Pirelli & C. e di Pirelli Tyre, rafforza patrimonialmente la sua cassaforte. Infatti il figlio di Leopoldo Pirelli ha effettuato un finanziamento soci di oltre 3 milioni di euro in Finanziaria Alberto Pirelli (Finap), la società di cui è accomandatario unico dopo l’uscita dal capitale della sorella Cecilia e di cui sono soci i figli Matteo e Nicolò. L’attivo di 15,1 milioni di Finap evidenziato nel bilancio 2013, in progresso rispetto agli 11,6 milioni dell’esercizio precedente, si riferisce al 5% di Gpi in carico per 8,2 milioni e per 2,9 milioni all’1,2% in Nuove Partecipazioni, controllata da Gpi e a monte di Camfin. C’è da osservare che Pirelli quest’anno ha venduto la quota Gpi per 12,1 milioni segnando quindi una buona plusvalenza che impatterà sul prossimo bilancio ed è salita al 6% di Nuove Partecipazioni
Oltre a 6,2 milioni di capitale, Finap può contare su altre riserve per 2 milioni circa e su un prestito obbligazionario di 3,2 milioni che scadrà nel 2018. Finap, in assenza di dividendi provenienti da Gpi, ha tuttavia ritrovato l’utile a 445 mila euro dai 114 mila di perdita del 2012 perché ha rivalutato la quota Gpi per 553 mila euro. Restano oltre 4,2 milioni di perdite rivenienti dai passati bilanci e peggiora la situazione finanziaria di breve periodo, visto che l’indice di liquidità scende anno su anno da 0,98 a 0,32. Peraltro la relazione sulla gestione sottolinea «una società solida patrimonialmente».