Alberto Pinna, Corriere della Sera 19/8/2014, 19 agosto 2014
ISPEZIONE DI PINOTTI IN SARDEGNA PRONTI I CARICHI D’ARMI PER L’IRAQ L’IMPEGNO DELLA GRAN BRETAGNA
LA MADDALENA — I kalashnikov, i missili e i razzi per i curdi che cercano di arginare l’avanzata degli estremisti islamici in Iraq possono partire subito. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha compiuto una ricognizione («riservata», ha sottolineato) al deposito bunker di Guardia del Moro sull’isola di Santo Stefano. Il tempo di organizzare il ponte aereo, di informare le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato — convocate per domattina — e il primo carico forse già venerdì può arrivare a Erbil ed essere distribuito alle milizie peshmerga.
A Guardia del Moro c’è quel che resta del gigantesco carico di armi sequestrato nel 1994 sul cargo Jadran Express : 30 mila fucili d’assalto AK 47 (Kalashnikov), 400 missili teleguidati AT4 Spigot, 5 mila razzi terra-terra, 400 lanciarazzi, 11 mila razzi anticarro, più di 20 milioni di proiettili, 50 lanciarazzi, 150 mila caricatori. L’arsenale, partito dall’Ucraina e intercettato nel Canale d’Otranto, era destinato ai Balcani; il petroliere/oligarca russo Alexander Zukhov, deputato alla Duma, fu arrestato nella sua villa in Costa Smeralda e indicato come capo di una banda di trafficanti internazionali d’armi. Dai 133 container (2 mila tonnellate) custoditi nel deposito sotterraneo di Guardia del Moro manca il carico portato via in gran segreto fra la primavera e l’estate 2011 e verosimilmente fatto arrivare in Libia ai guerriglieri che stavano per sferrare l’attacco finale al regime del colonnello Gheddafi. Mancano una ventina di container, ma c’è quanto basta per armare un piccolo esercito, soprattutto ci sono almeno 23 mila kalashnikov e i missili teleguidati, immediatamente utilizzabili dai curdi che da anni vengono riforniti di materiali di fabbricazione russa e non hanno dunque necessità di addestramento.
Il ministro Pinotti è arrivato alla Maddalena nel pomeriggio, insieme con il capo di Stato Maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi: «Ero in Sardegna per una breve vacanza e ne ho approfittato per visitare basi e servitù militari». In mattinata era stata a Teulada, poi aveva sorvolato il poligono del Salto di Quirra per concludere alla scuola allievi sottufficiali della Maddalena, con sosta sulla vicina isola di Santo Stefano, già sede della base per sommergibili a propulsione nucleare della marina Usa, dismessa nel 2008.
Il deposito sotterraneo è stato costruito più di 30 anni fa: 17 ettari, due tunnel, chilometri di gallerie, cento metri sotto la roccia, «il più grande e sicuro d’Italia» ha affermato di recente l’ufficiale che lo comanda (fucilieri di marina, 60 militari, 10 civili) durante una visita di parlamentari. Dal 1985 è stato utilizzato anche per custodire i missili Cruise Tomahawk e le testate nucleari dei sommergibili della base Usa.
La storia del Jadran Express è chiusa da tempo. Alexander Zukhov, nipote del generale Georgij, eroe dell’Urss per aver intrappolato l’esercito nazista, è stato assolto «per carenza di giurisdizione»: il cargo con le armi era stato intercettato in acque internazionali. E fa ancora parlare di sé in Costa Smeralda ma non per armi (cena e champagne al Billionaire, conto 60 mila euro), la figlia Dasha è la compagna del plurimiliardario Abramovic. Zukhov ha anche chiesto di riavere il «suo» arsenale e per non consegnarlo il governo italiano ha dovuto ricorrere a un decreto, peraltro mai convertito in legge.
Quelle armi finiranno in Iraq dopo che il Consiglio dei ministri degli esteri dell’Unione europea ha «accolto con favore la decisione dei singoli Stati membri di rispondere positivamente alle autorità curde e inviare urgentemente materiale militare». Quanto urgentemente dipenderà più che dal passaggio parlamentare di domani — si tratta di una semplice formale comunicazione e ci sarà un voto soltanto se i 5Stelle presenteranno una mozione — dai tempi di organizzazione del ponte aereo. C’è un piano A: armi sui grandi elicotteri Chinook fino all’aeroporto più vicino, Olbia (e di qui sui C-130 direttamente a Erbil), o in alternativa Pratica di Mare. E un piano B che prevede l’invio alla Maddalena con rotta (tre ore) verso Olbia di una nave civile, ma abilitata al trasporto di materiale bellico. Nella santabarbara di Guardia del Moro si lavora già, i primi container sono allineati e pronti a uscire dai tunnel.