Andrea Buongiovanni, La Gazzetta dello Sport 19/8/2014, 19 agosto 2014
«IL MIO DANIELE SEGRETO»
Settembre 2002: galeotta fu Shila, mezzofondista compagna di allenamenti di Daniele (Meucci) e amica di Giada (Bertucci). Fu lei a farli conoscere. Abitavano l’uno (a Navacchio) a una decina di chilometri dall’altra (a Pisa). Ma si incontrarono a Cervia, a un campionato italiano Aics. Lui, che aveva appena cominciato a correre, aveva sedici anni, lei quindici. E fu subito amore. Oggi i due, trascorsi dodici anni, festeggiano il titolo europeo di maratona trionfalmente conquistato da Daniele domenica a Zurigo. E insieme a loro ci sono Dario, che ha due anni e mezzo e Noemi, che proprio oggi compie dieci mesi.
Due ruote «E’ stata una gioia immensa – confessa Giada – paragonabile, per quanto diversa, alla nascita dei bimbi. Ma in quelle occasioni, più o meno, sapevo a cosa sarei andata incontro. Stavolta invece, da protagonista indiretta, proprio no: ho seguito i primi due giri lungo la salita, il terzo in discesa e l’ultimo davanti a un maxi schermo... Mentre Daniele volava verso l’oro, mi si è strozzato lo stomaco, non vedevo l’ora finisse». Giada conosce l’atletica: è stata buona quattrocentista e ottocentista, con personali da 56”60 e 2’11”80. «Ho smesso cinque o sei anni fa – racconta – ma all’ambiente resto legata, anche se non mi intrometto nei piani di lavoro di Daniele. Spesso però, quando si allena, lo seguo in bicicletta. Così faccio anch’io un po’ di movimento...». Quando sono a casa, in bici c’è anche Denis Cavallini, pedina fondamentale sullo scacchiere dell’azzurro: era la sua fisioterapista, è diventata anche l’assistente di coach Massimo Magnani. «Ha una decina d’anni più di me – dice Giada – e anche se probabilmente in tempi diversi, abbiamo gareggiato per la stessa società, l’Atletica Sestese femminile».
Quanta pazienza Vivere al fianco di uno come Daniele – atleta e studente di prim’ordine, uno decisamente molto impegnato – non dev’essere facile. «Il mio segreto è la pazienza, ma è un ragazzo d’oro – sostiene la compagna – non ha pretese, mi aiuta con i bambini, passa il folletto in casa e taglia l’erba in giardino. Per evitare una lontananza che sarebbe stata troppo pesante, siamo stati tutti insieme durante i suoi raduni in altura in avvicinamento agli Europei: un mese ad Albuquerque, in New Mexico, negli Stati Uniti, in aprile e anche più a lungo a St. Moritz, in Engadina, da inizio luglio. Per questo sapevo che era in grande condizione e i 10.000 di mercoledì, al di là di quell’impossibile ultimo giro in 54”, per lui comunque impossibile, lo avevano confermato. Sarei stata pronta a scommettere sulla sua vittoria». Come Daniele riesca a conciliare sport e università resta un mistero. «Studia appena può – racconta Giada – e ogni tanto, anche se ci capisco nulla delle sue materie, mi ripete le lezioni. Va a dormire intorno alle nove e mezza, poi alle sei e mezza è in piedi. E’ rigoroso e al limite, se devo trovargli un difetto, persino troppo puntiglioso».
Famiglia I nonni, nel ménage familiare, hanno un ruolo fondamentale: «I genitori di Daniele, Angela e Moreno e mia mamma Rita, sono insostituibili – sottolinea Giada – ci danno una grande mano. I miei suoceri, da aprile, curano anche i nostri due dobermann, la femmina ha partorito tre cuccioli. Torneranno da noi a ottobre. Peccato a Zurigo non sia potuta venire Gianila, la sorella di Daniele, impegnata col lavoro a Lucca».
Feste Anche Giada studia: ad aprile, il tirocinio in ospedale già alle spalle, prenderà la laurea triennale in infermieristica: «Cercherò di esercitare – spiega – perché questa medaglia non cambierà la nostra vita. Resteremo gente semplice, anche se ci siamo già accorti che quanto successo ha creato un po’ di finimondo. Daniele è sereno, quasi incredulo». I prossimi programmi, a parte una vacanza a Chia, in Sardegna, dal 9 al 15 settembre, sono da definire. Ora, ricevuti pure i complimenti del mondo della politica, è tempo di festeggiare. Ieri sera, da Zurigo in macchina, il ritorno a Cascina. «A casa – dice Giada – Walter, Sandra, Michela, Matilde, Andrea e Sabrina, nostri vicini e cari amici, tra bandiere e striscioni, ci aspettavano con ansia». Non solo loro...